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Eurispes / Dai genitori arriva la richiesta di maggiori finanziamenti per l'istruzione pubblica. Promossi il buono scuola e il merito.Piace anche la riforma Moratti per l'informatica e l'inglese

Eurispes / Dai genitori arriva la richiesta di maggiori finanziamenti per l'istruzione pubblica. Promossi il buono scuola e il merito Piace anche la riforma Moratti per l'informatica e l'ingle...

03/02/2004
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Eurispes / Dai genitori arriva la richiesta di maggiori finanziamenti per l'istruzione pubblica.

Promossi il buono scuola e il merito
Piace anche la riforma Moratti per l'informatica e l'inglese
Promosso il buono scuola. I genitori sono favorevoli nel 58,9% dei casi a forme di sostegno economico (buono scuola per il 28,7%, sgravi fiscali per il 21,9%) da parte dello stato o degli enti locali che consentano una libera scelta tra scuola pubblica o privata. Anche se la scuola pubblica deve restare al primo posto nei finanziamenti statali. È quanto emerge dal rapporto Eurispes 2004, presentato la scorsa settimana.

ITALIA, ULTIMA IN SPESA

Se la percentuale di spesa nel settore dell'istruzione sul pil, il prodotto interno lordo, nel nostro paese rappresenta un valore intermedio rispetto agli altri stati europei (4,4% nel 1999, settimo posto insieme a Spagna e Regno Unito), il rapporto tra spesa per l'istruzione e spesa pubblica totale vede l'Italia all'ultimo posto, con il valore di 9,4%, penultima la Germania con il 9,7%. Gli intervistati si pronunciano con forza sulla necessità di ulteriori finanziamenti alla scuola pubblica: lo richiede con forza oltre la metà del campione (67,9%).

MORATTI PROMOSSA

È ampio il consenso delle famiglie sulle principali novità introdotte dalla riforma Moratti. In particolare, l'85% del campione è favorevole allo studio di una lingua straniera e all'utilizzo del computer fin dal primo anno della scuola primaria. È ben vista anche dal 74,1% l'alternanza scuola/lavoro come modalità alternativa per il conseguimento di diplomi e qualifiche, a partire dai 15 anni, nell'ambito del diritto/dovere a 12 anni di istruzione/formazione per tutti. Altri due provvedimenti sono valutati positivamente da circa tre genitori su quattro: la reintroduzione del voto di condotta e la possibilità per le regioni di inserire nei programmi scolastici discipline legate alle realtà locali. Per quanto concerne invece la possibilità di accedere alla scuola pubblica a partire dai cinque anni e mezzo, la forbice tra giudizi positivi e negativi si riduce notevolmente. Prevale, anche in questo caso, una valutazione positiva, espressa dal 53,6%, ma crescono in modo considerevole i contrari, in tutto (8,3%) o in parte (33,5%).

Di fronte alla domanda specifica sulla necessità di un più stretto collegamento tra scuola e mondo del lavoro, la maggioranza (54,2%) considera l'obiettivo 'di grande importanza', il 36,8% 'abbastanza opportuno'. Sono state inoltre prese in esame nel dettaglio le diverse azioni volte a promuovere tale legame, al fine di capire quali, secondo i genitori, risulterebbero più utili e quali meno. Vincono, con il 90,8% di preferenze, le iniziative di informazione destinate agli studenti. L'orientamento scolastico e professionale, infatti, è uno dei punti deboli del sistema, testimoniato dalla difficoltà incontrata dai ragazzi al momento della scelta dell'istruzione superiore e dell'università e, in modo drammatico, dalla frequenza con cui gli studenti cambiano o abbandonano il percorso scelto. Un'altra iniziativa che raccoglie ampi consensi è l'organizzazione di stage e tirocini formativi presso le aziende. Segue la proposta di realizzare nelle scuole maggiori occasioni di incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro proveniente dalle imprese del territorio ('molto utile' per il 42,1%, 'abbastanza' per il 44,7%), fornendo ai ragazzi indicazioni sulle prospettive lavorative, ma anche realizzando iniziative di job placement già nelle scuole secondarie superiori. L'idea invece di offrire finanziamenti e tecnologie, da parte delle imprese, per migliorare la qualità e l'efficacia dell'insegnamento raccoglie la percentuale più alta, rispetto alle altre, di valutazioni negative (17,3%), probabilmente per il timore di subordinare la scuola agli interessi delle imprese private.

BOCCIATE EDILIZIA E INFORMATICa

Passando alle criticità avvertite dai genitori, svetta al primo posto lo stato dell'edilizia scolastica, con un giudizio negativo del 58,2% e positivo del 38,5%. Tra le ombre si colloca anche la dotazione informatica (deficitaria per il 48,8%, sufficiente per il 46,4%). Tali carenze sono maggiormente avvertite al Sud e nelle Isole, meno al Centro e nel Nordovest, quasi per niente nel Nordest. È ritenuta migliore la qualità delle strutture nelle scuole private. Il principale ostacolo a un servizio scolastico efficiente, indicato dal 25,4%, è la carenza di fondi; segue la varietà delle materie: l'11,8% ritiene che questo impedisca di maturare una competenza specifica. Il frequente alternarsi degli insegnanti è al terzo posto nella graduatoria delle problematiche più scottanti, perché interrompe la continuità didattica, creando ritardi nello svolgimento del programma. A seguire, l'eccessiva sindacalizzazione (6,2%) e i troppi scioperi e occupazioni (5,5%).

E GLI INSEGNANTI?

La larghissima parte degli intervistati (89%) è favorevole a una maggiore valorizzazione dell'identità e della professionalità dei docenti, le cui capacità sono valutate positivamente soprattutto al Centronord, mentre nel Sud e nelle Isole i giudizi negativi sono leggermente più alti della media, dal 64,5%. Passano l'esame anche gli insegnanti delle scuole private, ugualmente preparati per il 58,3% del campione. Sono più numerosi i genitori che giudicano giusti gli aumenti di stipendio per i più meritevoli (23,3%). Non mancano comunque coloro che reputano prioritaria la possibilità di avanzamenti di carriera (15%) e chi invece è favorevole a un aumento dello stipendio di base indipendentemente dai meriti (10,9%).

Per quanto riguarda i contratti a tempo indeterminato nell'a.s. 2001-2002 nella maggioranza delle regioni italiane sono aumentati rispetto al 1999-2000. La crescita più consistente si è registrata in Lombardia (5,7%) e in Piemonte (4,7%); c'è stato invece un lieve calo in Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria.


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