Esuberi, si tratta sotto Brunetta. Al tavolo della Funzione pubblica i sindacati fronteggiano i vincoli imposti dalla riforma della pa
Obiettivo: ricollocare 10 mila prof per il prossimo anno
Antimo Di Geronimo
Al via la ricollocazione dei soprannumerari e del personale in esubero. Il 2 aprile scorso sono cominciate trattative tra sindacati e amministrazione per la stipula del contratto sulla mobilità annuale: il testo negoziale che dovrà regolare la ricollocazione dei circa 10mila docenti in esubero e degli altri che andranno in soprannumero nell'organico di diritto.
Le trattative andranno avanti a marce forzate, fino a maggio, per consentire all'amministrazione di effettuare le operazioni in tempo utile per l'avvio del prossimo anno scolastico.
L'ombra di Brunetta
Quest'anno il negoziato parte con qualche motivo di preoccupazione in più. In primo luogo perché l'anno scorso l'amministrazione decise di bypassare il tavolo negoziale e procedere con ordinanza. In ciò adottando unilateralmente l'orientamento della Funzione pubblica, che aveva ritenuto illegittime le clausole che regolavano l'assegnazione dei lavoratori ai plessi e alle sezioni staccate. Illegittime perché ritenute contrarie ai limiti imposti del decreto Brunetta.
L'assorbimento esuberi
E in secondo luogo perché dalla tenuta del sistema delle relazioni sindacali dipenderà anche la possibilità di scongiurare licenziamenti di massa nella scuola, che potrebbero intervenire se non si riuscirà a trovare una soluzione al problema della gestione degli esuberi. Soluzione che in effetti esiste già. Anche se gli uffici periferici, fino ad ora, non hanno ritenuto di avvalersene. O perlomeno, non hanno sfruttato al meglio ciò che prevede la normativa di settore. Che consente di ricollocare i docenti in esubero utilizzandoli secondo il titolo di studio posseduto. Dunque, prescindendo dal possesso dell'abilitazione nella classe di concorso specifica, in forza della professionalità già acquisita sul campo, e facendo riferimento alle varie possibilità di spendita dei titoli di studio posseduti.
Si pensi, per esempio, alla possibilità di utilizzare i docenti di economia aziendale (classe A017) per l'insegnamento di geografia economica (A039). Oppure alle possibilità di impiego dei docenti delle classi di concorso tecnico-scientifiche delle superiori, per esempio sulla classe di concorso A033. Niente di nuovo, dunque. Perché questa disposizioni esistono già da diversi anni. E vennero introdotte proprio su proposta dell'amministrazione centrale, che le aveva fortemente volute per fare fronte agli esuberi che sarebbero intervenuti, di lì a poco, con l'entrata a regime dei tagli. Ma che finora sono rimaste solo sulla carta a causa delle resistenze degli uffici periferici.
Mobilità tra plessi
E poi c'è il problema delle disposizioni contestate dalla funzione pubblica lo scorso anno. Che hanno indotto tutte le organizzazioni sindacali a non firmare l'accordo. In ciò determinando l'amministrazione centrale a procedere con ordinanza. Soluzione, questa, espressamente prevista dal decreto Brunetta. Ma solo in via provvisoria. Tanto più che sulla questione dell'assegnazione del personale alle sezioni staccate, la decontrattualizzazione della materia non ha comportato la facoltà del dirigente di procedere a proprio piacimento. L'assenza di disposizioni contrattuali, infatti, fa rivivere le disposizioni di legge in funzione sussidiaria e suppletiva. E dunque restano fermi i vincoli previsti dalla legge in tal senso. Primi fra tutti, quelli delle leggi speciali. Come per esempio la legge 104/92.
Oltre tutto la cancellazione delle disposizioni faticosamente messe a punto nel corso degli anni ha creato non pochi equivoci. Si pensi, per esempio, al caso di un dirigente scolastico ( si veda ItaliaOggi del 21.02.2012) che ha assegnato un collaboratore scolastico a un plesso ubicato in un comunque diverso da quello di residenza, nonostante il lavoratore fosse titolare del diritto alla inamovibilità in quanto assistente di un disabile grave. E alla relativa condanna dell'amministrazione a reintegrare il collaboratore nei propri diritti a metà anno scolastico.