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Esame di terza media, il ministro ora vuole togliere l'inglese. «È troppo difficile»

13/10/2011
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l'Unità

Per l’inglese e la matematica il ministro vuole solo la prova Invalsi.
Mentre si pensa alla riforma dell’esame non si sa ancora quali obiettivi uno studente di terza media debba raggiungere. Le tre “i” di Berlusconi? Un sogno
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Gioia Salvatori

Esami di terza media troppo pesanti. Altro che linea dura, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini vuole semplificare. Meno prove: sono troppi quattro giorni di scritti e il quinto giorno di prove Invalsi. E poi per l'italiano e la matematica c'è il doppione: sono protagonisti di due giorni di scritti e anche delle prove Invalsi. Uno è meglio di due, pensa il ministro, che per la matematica vorrebbe mantenere solo la prova Invalsi. Non sarebbe l'unica cancellazione: anche lo scritto di inglese verrebbe meno a favore dei test. Indiscrezioni, niente di ufficiale, ma la notizia nel mondo della scuola lascia perplessi. Sia i dati Ocse che i quiz, infatti, fotografano la debolezza delle medie nel sistema scolastico italiano: formazione rigida, scarsamente contigua a quella elementare, poco tesa a valorizzare gli interessi e le peculiarità degli alunni. Internet, informatica e inglese? Alle medie nessuno li ha visti se non gli istituti che si sono organizzati autonomamente o che hanno aderito a progetti specifici. Secondo Massimo La Rocca, dirigente scolastico della scuola media di Roma “Settembrini”, il ministro dell'Istruzione, comincia dalla fine: «Nonostante le medie siano l’anello debole della formazione, siamo ancora in attesa degli standard conclusivi, cioè che il ministero ci dica quali sono gli obiettivi da raggiungere: ciò che un ragazzo deve sapere alla fine dei tre anni. Li aspettiamo dai tempi della Moratti, per la scuola secondaria di secondo grado sono stati stabiliti, per le medie ancora no». L'uniformità di valutazione a livello nazionale garantita dalle prove Invalsi, nonostante il caos correzioni che ha travolto le ultime, sarebbe ben vista nel mondo della scuola. Però non sono stati ancora stabiliti gli obiettivi finali né sono stati rivisti i programmi delle medie, dunque ci si chiede quale sarà il criterio per stilare i test che, se gli scritti di matematica e inglese venissero cancellati, diventerebbero fondamentali. Non solo per la valutazione dei ragazzi,ma anche per quella dei loro docenti. E proprio queste due materie sono bestie nere per molti alunni, l'anello debole in molti istituti. Non solo. Nella scuola media le classi di concorso sono ferme agli anni Settanta: «Magari abbiamo le lavagne interattive, ma poi non c'è nessuno che le sa usare al massimo delle potenzialità. Le due “i”, informatica e internet, non sono mai arrivate nelle nostre aule grazie a nuovi programmi ministeriali, ma solo grazie a progetti portati avanti dagli istituti in autonomia, bandi, collaborazioni col dicastero », spiega La Rocca. Mancano insomma, docenti formati per insegnare le nuove tecnologie di cui Berlusconi annunciò l'ingresso in pompa magna nelle aule. Per ora c'è il famoso fai da te, ben noto a molti dirigenti scolastici. In attesa di sapere di più della riforma dell'esame di terza media la Flc-Cgil denuncia che proprio due giorni fa c'è stato un incontro al Miur sulle direttive Invalsi ma nessuno, in quell'occasione, ha parlato della rivoluzione dell'esame di terza media trapelata a mezzo stampa ieri e fino a tarda sera non smentita dal ministero. Fatto che il sindacato reputa gravissimo. Alla riforma, comunque, la Flc Cgil sarebbe contraria. Con un appello che «ha raggiunto un numero importante di firme», si legge in un comunicato, la Cgil chiede proprio il contrario di ciò che vorrebbe il ministro: «la modifica del Regolamento sulla valutazione degli alunni e l’eliminazione dei test Invalsi dalla prova d’esame ». ❖ 


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