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Esame di Stato, Flc Cgil, no all'abolizione dello scritto d'italiano

10/11/2021
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Collettiva.it

Da qualche giorno circola in rete una petizione, lanciata da alcuni studenti, che vorrebbe escludere dall’esame di Stato il tema scritto di Italiano. Sembra che la petizione abbia già raccolto alcune decine di migliaia di firme. Alcuni organi di stampa ne hanno già parlato in modo giustamente critico, rilevando come questa proposta sia in realtà un impoverimento dell’offerta formativa dei giovani studenti all’ultimo anno delle scuole superiori. Alcuni commentatori hanno consigliato di abbandonare l’idea della scrittura del tema da vivere come premio narcisistico o come una prova difficile e inutile, per coglierla invece quale occasione per ricostruire e strutturare al meglio il pensiero mediante l’esercizio della scrittura al termine di un lungo percorso di studi.

“Comprendiamo il disagio e la tensione di tanti student – scrivono in una nota il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli e il presidente dell’associazione professionale Proteo Fare Sapere Dario Missaglia – che si avviano a concludere la secondaria superiore dopo oltre due anni in cui la scuola ha dovuto pagare il prezzo della pandemia. E uno di questi proveniva dalla decisione di sostituire la parte scritta dell’esame di Stato con una tesina da compilare a casa. Non è la stessa cosa. Lo sviluppo e l’apprendimento della lingua è infatti un processo che investe la persona fin dalla prima infanzia e ne segna lo sviluppo lungo tutto il corso della vita. Pensieri, emozioni, passioni, valori, vivono nelle forme che assumono attraverso la lingua scritta e parlata. Scrivere, ancor più, sottende riflessione, rielaborazione, adattamento e cura dei pensieri in ragione dei diversi contesti/testi comunicativi”. 

Pertanto, concludono i due sindacalisti, “sarebbe un errore accogliere la proposta di abolire la prova scritta di lingua italiana nell’esame di Stato, pur avvertendo il disagio di centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi, creato soprattutto da tanti mesi di didattica a distanza. È a questo disagio che bisogna rispondere e c’è ancora il tempo utile per farlo. Stando vicini agli studenti con un progetto non solo di sicurezza sanitaria ma anche di aiuto e sostegno psicologico e didattico, offrendo loro un potenziamento di quelle attività importanti per giungere con maggiore sicurezza e tranquillità all’appuntamento conclusivo. Questo è l’impegno che l’amministrazione deve assumere per rispondere alle richieste degli studenti e alla preoccupazione di tanti docenti”.


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