Educazione civica e valori comuni. I ministri Ue: «Così si vince la paura»
I responsabili europei dell’Istruzione insieme a Parigi dopo le stragi. Il Miur: «L’Educazione alla cittadinanza verrà insegnata in modo pervasivo»
ministri europei dell’Istruzione, riuniti attorno al commissario europeo all’Educazione, alla Cultura e ai Giovani, Tibor Navracsics, hanno sottoscritto martedì una dichiarazione comune, in cui si impegnano a sostenere l’educazione alla cittadinanza, e la promozione e l’insegnamento dei valori comuni come «libertà, dignità, diritti umani e lotta a ogni forma di discriminazione». In una Parigi ancora ferita dagli attacchi terroristici e con lo spettro degli estremismi e della violenza che pesa sulle società occidentali, i responsabili dell’Educazione si sono dati appuntamento per parlare di cittadinanza e dei valori comuni della libertà, della tolleranza, della non discriminazione. Un incontro operativo, con scambi di esempi di buone pratiche tra i diversi Paesi. E con proclami di indirizzo: «A chi cerca di seminare paura con atti violenti, rispondiamo semplicemente con l’educazione ai valori», ha detto in apertura dei lavori il ministro Vallaud-Belkacem. «La scuola è il motore della società, che deve restare sempre acceso, e perché resti sempre acceso dobbiamo metterlo al centro delle nostre politiche», ha detto il ministro italiano dell’Istruzione, Stefania Giannini, a margine dell’incontro
Conoscenza strumento fondamentale
«Per ricreare coesione e comprensione - ha aggiunto il ministro - la conoscenza è uno strumento fondamentale. E la scuola è alla base di tutto, perché fornisce conoscenze, non solo competenze e strumenti ma anche valori». Per questo, ha detto il ministro, il governo ritiene importante intervenire e investire nella scuola e nel suo rinnovamento, «perché questa società è cambiata molto, in bene ma anche in male su alcuni elementi, rispetto ai modelli educativi che abbiamo nelle aule».
Materia «pervasiva»
Un impegno che, per l’Italia, è già parte integrante del progetto di riforma della scuola: una materia come «Educazione alla cittadinanza» dovrà essere presente nei programmi «in modo pervasivo». «C’è stata una precisa richiesta da parte delle famiglie - dice Carmela Palumbo, dirigente Miur -: il 95 per cento dei partecipanti alla consultazione ha suggerito di fare educazione alla cittadinanza, occuparsi di legalità, lotta alla mafia, corruzione. Di insegnare ai ragazzi a pensare in modo critico, abituarli alla tolleranza, alla complessità, ai valori». Per questo la «materia» che ha il mente il governo non avrà una sua collocazione oraria e un’etichetta, ma sarà un «indicazione di principio». Discipline come diritto ed economia, ma anche tutela del patrimonio ambientale, o le tematiche dei diritti umani, il diritto Costituzionale, dovranno entrare in tutti i percorsi e nelle scuole di ogni grado. Starà poi alle scuole, nella loro autonomia, enfatizzare u percorso piuttosto che un altro e dedicare risorse e prof. «E l’opportunità di ampliare l’offerta formativa sarà resa possibile dal piano di assunzioni straordinario», prosegue Palumbo.