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Edilizia scolastica, Giannini: «Intervento imponente». Ma i fondi sono ancora sulla carta

Durante il question time alla Camera sui fatti di Ostuni il ministro dell’Istruzione ha ribadito i numeri delle risorse messe in campo per sicurezza e manutenzione

18/04/2015
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Il Sole 24 Ore

Durante il question time alla Camera sui fatti di Ostuni il ministro dell’Istruzione ha ribadito i numeri delle risorse messe in campo per sicurezza e manutenzione

Dopo il crollo del soffitto nella scuola di Ostuni il Governo torna a ribadire il suo «intervento «imponente» sul fronte dell’edilizia scolastica con un piano da 3,9 miliardi . Lo ha fatto ieri il ministro Stefania Giannini durante il question time alla Camera, rispondendo a un’interrogazione del M5S che chiedeva lumi sulla strategia per la sicurezza di studenti e docenti. Ma nonostante gli annunci, il piano di interventi lanciato dal premier – come già evidenziato nei giorni scorsi – resta ancora in gran parte sulla carta, tra risorse al palo, obiettivi non centrati e insufficiente coordinamento delle azioni. Tanto che quasi 1,6 miliardi destinati a ristrutturazioni e nuovi istituti risultano ancora inutilizzati.

Giannini: «In campo 40 milioni per il monitoraggio»
Dopo aver ricordato «la costituzione dell’osservatorio per l’edilizia con compiti specifici di programmazione» e «l’avvio dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica, che sarà resa pubblica il 22 aprile», il ministro dell’Istruzione ha snocciolato i numeri delle risorse messe in campo dall’esecutivo per le scuole belle, nuove e sicure.
«Le azioni già avviate – ha spiegato – si muovono su tre livelli fondamentali: la sicurezza delle scuole, l’adeguamento strutturale e l’abbellimento e l’edificazione di nuovi edifici ove necessario. Nel primo caso abbiamo stanziato finora in tutto 540 milioni che hanno consentito 2.264 interventi già realizzati, di cui 692 di messa in sicurezza e altri 1.636 aggiudicati e da realizzare nei prossimi mesi. All’adeguamento strutturale – ha continuato Giannini – sono riservati 280 milioni effettivi che sono stati programmati per un totale di 17mila interventi nei prossimi 2 anni, incluso questo. Infine, il grande programma di mutui della Bei per un complessivo ammontare di 940 mln e 4mila interventi previsti». Questo «dà la misura dell’intervento imponente del governo a cui si associano – ha aggiunto il ministro – le misure contenute nel Ddl La Buona Scuola, in cui 300 milioni sono utilizzabili per la costruzione di nuove scuole e 40 per il monitoraggio. Mi sembra – ha concluso – un’azione complessiva, strutturale che ci auguriamo potrà evitare episodi come quelli tristemente ricordati». Una risposta che non ha soddisfatto i deputati di M5S, secondo i quali «di fronte a una situazione di allarme il governo nel Def prevede di tagliare da qui al 2020 lo 0,2% del Pil destinato all’istruzione» e «a fronte di un fabbisogno per l’edilizia scolastica di diversi miliardi di euro, prevede investimenti per soli 130 milioni nei prossimi 5 anni» con fondi «che tra l’altro, sono il frutto di provvedimenti di precedenti governi».

Risorse al palo e obiettivi mai centrati
L’utilizzo di gran parte dei fondi previsti è ancora tutto sulla carta. Tanto per fare un esempio, il “decreto mutui”, già previsto dall’ex ministro Maria Chiara Carrozza e che secondo il Miur permetterà di investire 940 milioni, è arrivato in Gazzetta più o meno un mese fa, ma ancora si attendono i decreti attuativi. Si fa attendere anche il provvedimento per sbloccare i 350 milioni disponibili per le ristrutturazioni energetiche delle scuole, più volte dato per imminente dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, mentre ancor più in ritardo è l’utilizzo dei 300 milioni Inail , previsti da un decreto del “fare” di luglio 2013 e inseriti nel ddl sulla Buona Scuola. Sul fronte del fondi Pon, infine, per la programmazione 2014-2020 le scuole, dice il Miur, possono contare su un budget di 380 milioni. Tutte risorse che, però, sono ancora da programmare.


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