Edilizia, operazione verità al via
Il 23 maggio si chiude il termine per l'invio dei 4mila progetti da far partire subito
Osvaldo Roman
Il governo Renzi si accinge a valutare gli oltre 4000 progetti che i sindaci avranno sottoposto all'attenzione del governo con le relative richieste di finanziamento per la messa in sivurezza. «Settimana positiva per la scuola», ha scritto via tweet il premier, Matteo Renzi.
Entro il 23 maggio dovranno infatti pervenire al governo i dati identificativi, anche in termini finanziari, dei singoli progetti avanzati da ogni comune richiedente.
Le situazioni in cui i comuni potrebbero trovarsi possono essere raggruppate nelle seguenti tipologie:
- comuni che, avendo le risorse nelle proprie casse comunali, chiedono unicamente lo sblocco del Patto di Stabilità per poter partire con i lavori.
In questo caso si richiede di specificare la previsione di spesa suddividendola per anno;
- comuni che hanno nelle proprie casse una parte delle risorse necessarie alla realizzazione dell'opera di cui chiedono l'esclusione dal Patto di Stabilità. In questo caso deve essere specificata la previsione di spesa suddividendola per anno. La richiesta di finanziamento statale riguarda la parte residua del progetto;
- comuni che chiedono allo stato il finanziamento integrale per coprire l'importo del progetto;
- comuni che chiedono il finanziamento allo Stato per coprire una parte dell'importo del progetto. I comuni hanno in questo caso già richiesto una parte delle somme necessarie presso un altro bando, e risultano non aver ancora incassato o essere stati ammessi a un finanziamento non finanziato. Molto opportunamente si prevede di specificare in quale progetto ancora non finanziato risulta inserita quella scuola.
Poiché sono molti i progetti avviati negli anni scorsi che sono rimasti a secco di finanziamenti, questa operazione verità dovrebbe mettere in luce la situazione reale. Potrà così accadere che anche alcuni comuni già destinatari di una quota di finanziamento inseriti in una graduatoria esistente non abbiano ricevuto alcun finanziamento. É evidente che in tal caso si dovranno trovare le risorse per reintegrare i piani definanziati in vigore. É il caso soprattutto del Piano realizzato con fondi Fas del 2010 che prevedeva una spesa di 358 milioni, ma anche di altri ad esso successivi.
Le risorse per fare fronte al superamento del Patto di stabilità non sono moltissime ma neppure trascurabili. Infatti con il decreto legge n. 66/2014 (art.48 del decreto Irpef, meglio conosciuto come il decreto degli 80 euro) attualmente all'esame del Senato, si prevede lo stanziamento di 122 milioni per ognuno degli anni 2014-2015. I comuni beneficiari dell'esclusione dal Patto di stabilità e l'importo dell'esclusione stessa saranno individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri da emanare entro il 15 giugno 2014.
Con lo stesso decreto legge per l'attuazione delle misure urgenti in materia di riqualificazione e di messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche statali di cui all'articolo 18, comma 8ter, del decreto-legge n. 69 del 2013, si prevede che il Cipe assegni, nell'ambito della programmazione nazionale del Fondo per lo sviluppo e la coesione relativa al periodo 2014-2020, fino all'importo massimo di 300 milioni di euro, previa verifica dell'utilizzo delle risorse assegnate nell'ambito della programmazione 2007-2013 del Fondo medesimo e di quelle assegnate a valere sugli stanziamenti relativi al programma delle infrastrutture strategiche per l'attuazione di piani stralcio del programma di messa in sicurezza degli edifici scolastici. In esito alla predetta verifica il Cipe dovrà riprogrammare le risorse non utilizzate e assegnare le ulteriori risorse a valere sulla dotazione 2014-2020 del Fondo sviluppo e coesione in relazione ai fabbisogni effettivi e sulla base di un programma articolato per territorio regionale e per tipologia di interventi. Con la stessa delibera saranno individuate le modalità di utilizzo delle risorse assegnate, di monitoraggio dell'avanzamento dei lavori ai sensi del decreto legislativo n. 229 del 2011 e di applicazione di misure di revoca, utilizzando le medesime procedure di cui al citato articolo 18 del decreto-legge n. 69 del 2013.
Come si può comprendere il punto debole dell'iniziativa governativa in corso di svolgimento resta quello delle risorse fresche da destinarvi in quanto i suddetti 300 milioni rientrano nei fondi strutturali 2014-2020 non risultano ancora programmati. Il sottosegretario all'istruzione, Roberto Reggi, ha di recente accennato alla possibilità di recuperare risorse (400 milioni) presenti e non utilizzate nella programmazione dei fondi strutturali 2007-2013. Se si tratta di risorse non impegnate in progetti per le scuole occorre chiamarle con il loro nome e renderle visibili al più presto.