E il Miur abbassa i livelli linguistici Per insegnare basta anche il B.1
Lo stesso dei ragazzi alla fine del biennio delle superiori
di Angela Iuliano
Non solo lingue straniere a partire dalla scuola dell'infanzia. Nella ricetta «Più lingue a scuola» ideata dal governo nella Buona Scuola un ingrediente «fondamentale» – si precisa nel documento – è «che una parte di ciò che i bambini imparano sia veicolata direttamente in lingua straniera, potenziandone l'apprendimento nella scuola primaria». Largo, allora, al Clil, una metodologia didattica con cui si insegna in lingua di una materia non linguistica (ad esempio, scienze in inglese).
Introdotto dal ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini, da quest'anno il Clil è obbligatorio per il V anno dei licei e degli istituti tecnici, dopo l'avvio sperimentale nei linguistici dove parte già dalla III. La riforma della scuola delineata dalle linee guida del governo Renzi adesso intende estendere il Clil «significativamente» anche alla scuola primaria e alle medie «attraverso un potenziamento del Piano di Formazione dei docenti». Con un'attenzione specifica, appunto, «alla preparazione dei docenti per l'insegnamento delle loro discipline in lingua straniera». Obiettivo generale è portare gli studenti durante il proprio percorso di studi «almeno a un apprendimento di livello B2 per la lingua straniera principale».
Ma la formazione dei docenti è l'ostacolo maggiore all'avvio del Clil e, in prospettiva, alla sua estensione nella primaria e nelle medie. Per diventare insegnate di Clil, infatti, occorre un'abilitazione in materia non linguistica (es. arte), un livello alto C1 di conoscenza della lingua straniera con cui si intende insegnare quella materia curricolare (es. inglese), una formazione specifica in Clil. Ma se trovare insegnanti con livelli C1di conoscenza di una lingua straniera è risultato molto difficile, i ritardi del Miur nell'attivare i corsi di formazione per gli insegnanti interessati ha di fatto portato ad abbassare i requisiti richiesti ai docenti. Da una parte i corsi per la formazione stati attivati a partire dal 2013-2014, dall'altra il livello di competenza della lingua veicolare (es. spagnolo) non è più lo C1. Basta anche solo un B2, cioè quello chiesto agli studenti alla maturità e confermato come obiettivo anche nella Buona Scuola.
Non solo. Se un insegnante sta frequentando un corso di abilitazione al Clil, il livello richiesto si abbassa ulteriormente a B1, quello fissato alla fine del biennio delle superiori.
C'è, poi, la questione del mancato riconoscimento del merito. Motivo per cui docenti di materia non linguistica (es. storia) che già avrebbero le competenze linguistiche necessarie per insegnare in Clil hanno scelto di non farlo, perché sarebbe solo un impegno aggiuntivo senza riconoscimento della propria specializzazione. Del merito, appunto.