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Due ragioni opposte si trasformano in due torti

Nessun giovane appena uscito dalle aule universitarie potrà parteciparvi e sarà solamente una seconda via per i tanti precari che in questi anni hanno faticato e accumulato posizioni in graduatoria per ottenere finalmente una cattedra

26/09/2012
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l'Unità

MARCO CASTAGNA

PURTROPPO LE INDISCREZIONI SULCONCORSO PER GLI INSEGNANTI VOLUTO DAL MINISTRO PROFUMO SONO STATE CONFERMATE. Nessun giovane appena uscito dalle aule universitarie potrà parteciparvi e sarà solamente una seconda via per i tanti precari che in questi anni hanno faticato e accumulato posizioni in graduatoria per ottenere finalmente una cattedra. Viene confermato così il teorema tipico della seconda Repubblica, in base al quale dietro ogni grande proclama si nasconde sempre una mezza misura. Ma le ansie mediatiche prevedono solo compromessi al ribasso e non veri processi di riforma. L’apertura ai giovani si è rilevata l’ennesimo grimaldello per ottenere un titolo sui giornali, e non per scardinare la segregazione generazionale che vede i nostri giovani fuori da ogni porta. Se il concorso si rileva solamente un rimescolamento delle graduatorie degli insegnanti precari, non è troppo lontano dal vero chiamarlo concorso truffa. Se è così è inutile farlo, meglio risparmiare qualche soldo da utilizzare per ristrutturare una scuola o assumere qualche insegnante di sostegno in più. L’esigenza di aprire la porta alla nuova generazione e di portarla finalmente dietro le cattedre era sacrosanta così come quella di riconoscere le esperienze di chi dietro una cattedra ci sta già da tanti anni senza nessuna garanzia. Ma il ministro Profumo rischia così di trasformare le due ragioni in due torti: la beffa per i precari, la pacca sulle spalle per i giovani. Due categorie sempre al centro di ogni impegno, tanto nominati quanto penalizzati. Questo concorso non valorizza l’insegnante italiano, demotivato, malpagato, abbandonato seppur pieno di buona volontà. L’onda di entusiasmo e di impegno con cui il mondo della scuola sempre ci sorprende, andrebbe invece sostenuta. Potrà capitare che rompa qualche argine, ma renderà fertile il terreno di un’Italia che fatica a ritrovare la speranza. 


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