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Ds on line: Colpi di coda negli enti di ricerca

Comunicato stampa di Walter Tocci

02/05/2006
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Maggio 2006
COLPI DI CODA NEGLI ENTI DI RICERCA

Si aggrava la situazione negli Enti di Ricerca. Gli effetti negativi della politica morattiana si fanno ancora sentire come colpi di coda.
In particolare il Presidente del CNR sfrutta la zona d’ombra determinata dall’assenza di controlli parlamentari per portare a termine scelte dannose per la qualità di ricerca.
Sono incredibili i criteri seguiti per la organizzazione della rete scientifica. Vengono premiati gli istituti che hanno il maggior numero di personale. Con questa regola in teoria se un laboratorio è composto di fannulloni viene valorizzato purché i fannulloni siano numerosi. E questa la chiamano managerialità.
Un altro titolo di merito è la quantità di risorse che l’Ente assegna al singolo Istituto. In tal modo il Presidente si trova a valutare un parametro che dipende solo dalle sue decisioni ed è indipendente dall’efficacia dei laboratori.
Infine, si prende in considerazione la quantità di risorse acquisite dall’esterno. Questo parametro è certamente utile, ma essendo l’unico riferito all’attività dell’Istituto produce gravi distorsioni. Infatti, un laboratorio che opera su ricerca fondamentale o su settori a scarsa domanda esterna viene penalizzato anche se svolge ricerca di qualità
Tutti questi criteri escludono l’unico approccio valido a livello internazionale che è la valutazione della produzione scientifica.
A Pistella non è bastato la brutta figura del curriculum falso, ci riprova adottando assurdi metodi di valutazione che stanno determinando ulteriore sconcerto nella comunità scientifica internazionale.
Dietro queste manovre c’è però l’intento di controllare politicamente l’attività di ricerca. Infatti, tale riorganizzazione è servita come pretesto per bandire i concorsi per 67 direttori di Istituto. Ma con regole nuove e assolutamente discrezionali. Infatti, la Commissione di esame del concorso coincide di fatto con il c.d.a. dell’Ente. In questo modo anche il direttore di istituto viene sottratto alla valutazione scientifica e rientra nei canoni della discrezionalità politica. Inoltre, si stabilisce una competenza del c.d.a. nella procedura concorsuale che è in contrasto con l’ordinamento della pubblica amministrazione italiana, nella quale da tanto tempo sono state separate le funzioni degli organi politici dalle competenze specialistiche.
Tutto ciò porta a dequalificare l’attività del CNR. Sarà compito del governo di centrosinistra ripristinare al CNR criteri di merito scientifico e di terzietà della valutazione.
Anche all’ENEA prosegue la tendenza alla involuzione burocratico amministrativa perseguita dal vecchio governo. E’ stato approvato da Scaiola, utilizzando una procedura affrettata e inappropriata, un regolamento che congela l’Ente nell’attuale configurazione, che è incompatibile con il rilancio programmatico, e che interpreta in modo ancor più rigido il già discutibile decreto legislativo. In concreto si compromette qualsiasi flessibilità programmatica e organizzativa, propria di un Ente di ricerca al servizio di politiche di sviluppo. C’è il pericolo che, sulla base di questo regolamento, gli attuali organi dell’Ente si apprestino ad approvare frettolosamente nuovi organigrammi. Sarebbe una scelta molto negativa che congelerebbe di fatto l'attuale situazione dell’Ente, incompatibile con il processo di riavvio.
Il nuovo governo sarà costretto a cancellare il regolamento ministeriale, non per scriverne un altro, ma solo per restituire all’Ente la piena autonomia statutaria e ordinamentale. Infatti è un’aberrazione stabilire con legge dello Stato come si deve organizzare l’Enea. Solo un centrodestra statalista e burocratico poteva proporre tale irrigidimento normativo.
Il centrosinistra, invece, definirà precisi obiettivi e valuterà i risultati raggiunti secondo principi di efficacia ed efficienza rispetto agli obiettivi delle politiche pubbliche, restituendo però piena autonomia organizzativa alle strutture della ricerca.
Segnali gravi arrivano anche dall’INAF con una centralizzazione burocratica che determina il blocco delle attività della rete degli Osservatori e dei laboratori.
Si susseguono circolari che danno ordini, successivamente smentiti, in una confusione generale che conduce alla paralisi delle strutture operative.
E tutto ciò accade in un Istituto che prima della cura Moratti raggiungeva i risultati migliori tra tutti gli Enti secondo la valutazione CIVR. Si trattava di consolidare una buona struttura piuttosto che di stravolgerla.
In questa frenesia di accanimento burocratico gli organi degli Enti si occupano di tutto tranne che del problema più urgente. Migliaia di giovani sono fuori dalla porta degli Enti senza prospettive e con contratti a scadenza anche ravvicinata.
E’ urgente rinnovare i contratti di ricerca che scadono prima dell’estate in modo da consentire al nuovo governo di aprire una fase nuova con un programma straordinario per l’accesso dei giovani nella ricerca pubblica.
I Democratici di Sinistra auspicano un senso di responsabilità da parte degli organi degli Enti.
Non si proceda ad ulteriori sconvolgimenti nel momento in cui non è insediato il nuovo governo.
Non si creino ostacoli ulteriori alla politica di rilancio degli Enti pubblici.
La notte è finita. Ora comincia un giorno nuovo per la ricerca italiana.


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