Dottorati: addio a VQR e regole più semplici. Con un tocco di “neolingua”.
Una spiegazione c’è ed è rivelatrice di cosa sta accadendo dietro le quinte.
Addio alla VQR: è questa probabilmente la novità di maggior rilievo nelle linee guida 2019 per l’accreditamento dei dottorati. Una novità non da poco. Infatti, era grazie al requisito introdotto nel 2014 sugli indicatori R e X del collegio dei docenti che la VQR, da valutazione aggregata delle strutture, si era trasformata in valutazione degli individui. In molti casi, chi aveva rimediato brutti voti non solo ha dovuto fare outing, ma, più o meno gentilmente, è pure messo alla porta per non compromettere l’accreditamento del collegio di cui faceva parte fino al giorno prima. L’altra novità è che le nuove linee guida sono più semplici: non solo ci sono meno regole, ma esse sono verificabili in modo relativamente semplice. Tutto bene allora? Non del tutto. Le linee guida sono uscite tardi e c’è stata una paradossale interpretazione ex-post tramite FAQ di cosa voglia dire “superare”. Un altro paradosso, a cui cercheremo di dare spiegazione, è il template messo a disposizione da ANVUR per valutare la Qualificazione del collegio dei docenti, attraverso gli Indicatori R e X1 dell’ultima VQR. Che senso ha riesumare questi indicatori, se essi sono spariti dalle linee guida? Una spiegazione c’è ed è rivelatrice di cosa sta accadendo dietro le quinte.
1. VQR: un addio senza rimpianti
Il primo febbraio 2019 il MIUR pubblica e invia le Nuove linee guida per l’accreditamento dei corsi di dottorato. Per molti versi, le nuove linee guida semplificano le procedure di accreditamento. In particolare elimina, per quanto riguarda la composizione del collegio l’indicatore, calcolato su R+X della VQR. Un’operazione senza dubbio sensata, apprezzata anche dal CUN nel suo documento del 13 febbraio 2019.
Ma andiamo per ordine. Prima di arrivare al requisito A4, quello dove si registrano i maggiori cambiamenti, le nuove linee guida introducono altre semplificazioni, rendendo meno articolati -e quindi di più facile verifica- i requisiti per dottorati in collaborazione con Università e/o Enti di ricerca italiani o stranieri e in collaborazione con imprese (Dottorato industriale). Inoltre, anche la verifica del requisito A2 (Tematiche del dottorato ed eventuali curricula) diventa meno occhiuta e sospettosa. È infatti stata tolta la frase
Nel caso di ambiti di ricerca tematici relativi a problemi complessi, caratterizzati da una forte multidisciplinarità e al fine di garantire la presenza di tutte le competenze necessarie, sarà verificata la coerenza della produzione scientifica del collegio.
Ulteriori benvenute semplificazioni riguardamo il Requisito A7 (Strutture operative e scientifiche) dove sparisce il riferimento alla SUA-RD.
Ma, come già detto, il pezzo forte è il Requisito A4 (Qualificazione del collegio dei docenti). Scompaiono i riferimenti alla VQR e all’indicatore I, che dipendeva dal numero di soglie ASN superate dai componenti del collegio. Nelle nuove linee guida, per far parte del collegio bisogna soddisfare a livello individuale entrambi i seguenti requisiti:
(a) Ciascun componente del Collegio ha pubblicato almeno tre prodotti scientifici dotati di ISBN/ISMN/ISSN o indicizzati su “Web of Science” o “Scopus” negli ultimi cinque anni.
(b) Settori bibliometrici: ciascun componente supera il primo indicatore ASN [n. articoli in 5 anni] per l’abilitazione di II fascia.
Settori non bibliometrici: ciascun componente supera la terza soglia [n. Libri in 10 anni] per l’abilitazione di II fascia oppure la prima soglia per l’abilitazione di II fascia [N. articoli e contributi 5 anni]
Per i settori cosiddetti “bibliometrici”, il requisito (A) è (quasi) sempre assorbito dal requisito (B) che diventa pertanto l’unica condizione da soddisfare. Per i settori “non bibliometrici”, il requisito (A) impone una produttività minima negli ultimi 5 anni anche a chi superasse, per esempio, la terza soglia ASN (n. libri 10 anni), ma avesse pubblicato meno di tre lavori nell’ultimo quinquennio.
Ai fini del confronto con le precedenti linee guida, vale la pena di riportare il precedente requisito richiesto a tutti i componenti del collegio:
3. Indicatore quantitativo di attività scientifica. Tutti i componenti del collegio devono aver pubblicato i) nei settori bibliometrici, negli ultimi cinque anni un numero di prodotti pubblicati su riviste scientifiche contenute nelle banche dati internazionali “Scopus” e “Web of Science” almeno pari alla soglia fissata per i professori associati nel proprio settore concorsuale; ii) nei settori non bibliometrici, negli ultimi dieci anni un numero di articoli in riviste di classe A almeno pari alla soglia fissata per i professori associati nel proprio settore concorsuale.
Un’ulteriore semplificazione riguarda la verifica annuale del Requisito A4, che viene subordinata a cambiamenti del coordinatore e/o della composizione del collegio:
Il requisito A.4 viene annualmente verificato in relazione agli eventuali cambiamenti del coordinatore e/o della composizione del collegio dei docenti
e all’esame della produzione scientifica del collegio negli anni che seguono l’avvenuto accreditamento.
In conclusione, oltre alla scomparsa di R, X e indicatore I (eliminati anche come criterio per qualificare i Dottorati innovativi di tipo Interdisciplinare), sparisce pure il criterio sul numero di articoli in riviste di classe A, che aveva introdotto una discriminazione particolarmente odiosa, capace di escludere anche gli autori di impegnative monografie, se negli anni precedenti non avevano pubblicato articoli nelle sedi accreditate come “eccellenti” dalla agenzia di stato.
Un passo in avanti, senza dubbio, che però non impedisce alcuni paradossi come il caso di docenti che superano le soglie (espresse su periodi 10 e 15 anni) per essere sorteggiabili come commissari ASN, ma sono ritenuti degni di fare parte di un collegio dei docenti perché non hanno pubblicato abbastanza articoli negli ultimi 5 anni. È stato il CUN nel suo commento a suggerire un possibile rimedio ovvero chiedere il possesso ”di uno qualsiasi dei valori soglia previsti per l’abilitazione alla seconda fascia”.
Ricordiamo che le soglie ASN sono l’evoluzione delle mediane del 2012. Pertanto, anche nelle nuove linee guida sopravvive il pregiudizio che la metà dei professori associati attualmente in servizio siano inadeguati dal punto di vista della produttività. Non si giustificherebbe altrimenti la richiesta di superare una soglia sotto la quale si posiziona la metà della popolazione attualmente in servizio.
2. Neolingua: per superare basta uguagliare
Non si può fare a meno di menzionare il problema di interpretazione sorto in merito al Requisito A4. Abbiamo già visto che al punto (B) il requisito specifica
Per i settori bibliometrici: ciascun componente supera il primo indicatore ASN per l’abilitazione di II fascia …
Per i settori non bibliometrici: ciascun componente supera la III soglia per l’abilitazione di II fascia oppure la I soglia per l’abilitazione di seconda fascia …
Che accade? Le strutture che ricevono il documento si interrogano sul significato del verbo superare. Alcuni, ribellandosi alla direttiva ermeneutica generale accolta dall’art. 12 delle preleggi, sostengono che “superare” non significhi superare la soglia, ma integrare il requisito numerico identificato dalla soglia, e che quindi basti che la soglia definita sia stata raggiunta. Altri, invece, interpretano l’indicazione nel modo più ovvio: superare la soglia significa avere un valore in più di quello fissato per l’indicatore ASN. Che, altrimenti, i verbi messi a disposizione dalla lingua di Dante al regolatore ministeriale non sarebbero mancati: “raggiungere”, “integrare”, “possedere”, “esibire”, “dimostrare il rispetto della”, etc
Il 13 febbraio con grande tempestività il CUN pubblica il suo commento alle linee guida in cui rispetto al requisito A4 si dice:
Per il requisito A4, “qualificazione del collegio dei docenti”, si prevede al punto b) per i settori bibliometrici il superamento del primo indicatore ASN per l’abilitazione alla seconda fascia, e per i settori non bibliometrici il superamento della terza oppure della prima soglia per l’abilitazione alla seconda fascia. Il Consiglio Universitario Nazionale rileva che sarebbe stato preferibile, sia per i settori bibliometrici sia per i settori non bibliometrici, richiedere il “possesso” di uno qualsiasi dei valori soglia previsti per l’abilitazione alla seconda fascia. Il CUN auspica altresì che, come avviene per l’abilitazione scientifica nazionale, sia precisato anche a questi fini che è richiesto il raggiungimento e non il superamento delle soglie.
Passa un po’ di tempo, durante il quale le scuole e i collegi di dottorato lavorano alacremente per definire chi, secondo le nuove regole, può stare dentro e chi deve invece uscire. A fine febbraio escono le FAQ del MIUR:
Il superamento deve essere inteso come “valutazione positiva rispetto all’indicatore” (“primo indicatore ASN per l’abilitazione di II fascia”, per quanto concerne i settori bibliometrici e “terza soglia per l’abilitazione di II fascia oppure la prima soglia per l’abilitazione di II fascia”, per i settori non bibliometrici). Di conseguenza, i singoli componenti devono superare o eguagliare l’indicatore. Al riguardo, si precisa che si deve far riferimento al Decreto Ministeriale n. 589 dell’8 agosto 2018 recante la “Determinazione dei Valori-Soglia degli indicatori di cui agli allegati C, D ed E del D.M. 7 giugno 2016, n. 120”. Si rappresenta altresì che il calcolo viene effettuato sui soli docenti accademici.
Quindi un mese dopo l’uscita delle linee guida, un periodo di tempo in cui le scuole e i collegi di dottorato hanno progettato, escluso o incluso persone, pensando che tutti parlassimo la stessa lingua, il MIUR rivela che la sua neolingua ha un significato diverso. Da un Ministero dell’Università e della Ricerca si può ottenere che i documenti vengano almeno riletti prima di essere diffusi? Si può ottenere una attenzione alle conseguenze che un linguaggio sommario e impreciso può avere per i destinatari delle regole in termini di tempo dedicato a riunioni, calcoli, programmazione e progettazione?
Anche se marginali, ci sono altri punti inutilmente opachi. Per i settori bibliometrici, si parla di ASN, per i non bibliometrici di abilitazione, come se si trattasse di due esercizi diversi. Per i settori bibliometrici si parla di indicatore, per i non bibliometrici di soglia. Dettagli frutto di distrazione o rivelatori di qualcos’altro? Sorge il dubbio che la versione finale, essendo frutto di un estenuante tira e molla tra chi voleva semplificare e chi opponeva resistenza, abbia risentito dell’intervento di molte, troppe mani. Un punto su cui torneremo alla fine del post.
3. I requisiti sul coordinatore
Veniamo ora ai requisiti richiesti al coordinatore.
4. Qualificazione scientifica del coordinatore. Deve essere un professore a tempo indeterminato la cui La valutazione viene effettuata sulla base del curriculum del medesimo, che ne garantisca la qualificazione e la capacità organizzativa in campo scientifico. A tal fine vanno accertati i seguenti requisiti:
a. possedere almeno due dei valori soglia previsti per i Commissari all’Abilitazione scientifica nazionale ai sensi del DM 120/2016;oppure:
B. Soddisfare almeno 2 delle seguenti condizioni:1. aver diretto per almeno un triennio comitati editoriali o di redazione di riviste scientifiche di classe A (per i settori non bibliometrici) o presenti nelle banche dati “Web of Science” o “Scopus” (per i settori bibliometrici);
2. aver svolto il coordinamento centrale di gruppi di ricerca e/o di progetti nazionali o internazionali competitivi.
3. aver partecipato per almeno un triennio al Collegio dei docenti di un Dottorato di ricerca.
Cosa è cambiato rispetto alle precedenti linee guida? Mentre il requisito A è rimasto immutato, il requisito B ha subito diverse modifiche. Eccco la versione precedente:
b. Soddisfare almeno 2 delle seguenti condizioni:
i. La partecipazione a comitati di direzione o di redazione di riviste A/ISI/Scopus;
ii. L’esperienza di coordinamento centrale o di unità di gruppi di ricerca e/o di progetti nazionali o internazionali competitivi negli ultimi 10 anni;
iii. Per i settori bibliometrici, l’h index a 15 anni del coordinatore deve essere uguale o superiore alla soglia ASN per il ruolo di commissario nel Settore Concorsuale (o SSD) di appartenenza. Per i settori non bibliometrici il numero di lavori pubblicati su riviste in classe A negli ultimi 15 anni deve essere uguale o superiore alla soglia per i commissari del Settore Concorsuale (o SSD) di riferimento dell’ultima ASN. Tali soglie si applicano indipendentemente dal fatto che il coordinatore abbia qualifica di professore ordinario o associato.
Nella precedente versione delle linee guida, i titoli specificati nei punti (i) e (ii) dovevano essere “freschi” (essere membro di un comitato di direzione o di redazionea) o avevano una data di scadenza (ultimi 10 anni). Infine, il riferimento all’H-index (settori bibliometrici) e al superamento della soglia per i commissari dei lavori pubblicati in riviste in classe A (settori non bibliometrici) è stato sostituito dalla semplice partecipazione triennale a un collegio di dottorato.
4. ANVUR come i giapponesi nella giungla?
Nei primi giorni di marzo 2019 ANVUR, sul piano operativo, ha reso disponibile il template per richiedere la simulazione dei requisiti relativi alla Qualificazione del collegio dei docenti – Indicatori R e X1 dell’ultima VQR (A4.1) per l’Accreditamento dei Corsi di Dottorato del XXXV Ciclo.
È lecito domandarsi che senso abbia simulare dei requisiti che sono scomparsi dalle linee guida. Ecco una possibile spiegazione. A quanto pare, non è stato facile far digerire ad ANVUR le semplificazioni introdotte dalle nuove linee guida. Ma l’agenzia non si è data per vinta. Se è vero che R e X1 della VQR sono scomparsi dall’accreditamento, essi sopravvivono nelle modalità di riparto dei fondi destinati agli atenei per il finanziamento dei dottorati, come prontamente osservato dal CUN:
Il Consiglio Universitario Nazionale auspica peraltro che sia precisato in quali termini risultino ancora applicabili le modalità di riparto dei fondi destinati agli Atenei per il finanziamento dei Dottorati come sono ora definite nella Tabella 7 del DM 587 del 8 agosto 2018, recante “Criteri di riparto FFO Università Statali 2018
In attesa che arrivi la precisazione invocata dal CUN, ecco cosa scrive l’ANVUR agli atenei:
__________________________________
Da: Dottorato [mailto:dottorato@anvur.it]
Inviato: martedì 12 marzo 2019 12:12
Oggetto: R: Nota ANVUR: Servizio di pre-valutazione sui collegi di dottorato
Gentilissimi,
Nelle nuove Linee guida per l’accreditamento dei dottorati non sono più
previsti i requisiti A1 e A4.1 (indicatori VQR). Al fine di consentire
un adeguato monitoraggio dei collegi, l’Agenzia si rende disponibile a
svolgere le simulazioni del criterio “Qualità della ricerca svolta dai
membri del collegio dei docenti” – Indicatori R e X1 dell’ultima VQR – ,
utilizzati nel decreto 587 del 8 agosto 2018 per la distribuzione del
fondo post-Laurea del FFO. Per effettuare le simulazioni, oltre al
template compilato correttamente, abbiamo bisogno che gli Atenei ci
inviino anche una lettera in cui si specifica che tutti i docenti per i
quali ci vengono inviati i dati personali sono stati informati che tali
informazioni sono fornite all’ANVUR:
La lettera dovrà essere firmata dal Rettore o da Suo delegato per i
corsi di dottorato; le invio a questo proposito la lettera da noi
predisposta.
Una volta ricevuta la richiesta così formulata procederemo al più presto
con le simulazioni.
Cordiali saluti
/ANVUR – Sezione Dottorati/
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Non è difficile decifrare il messaggio: anche se le linee guida non vi costringono, continuate a tenere sotto controllo R e X1 perché se non lo fate potreste venir penalizzati nella distribuzione dell’FFO. Uno spauracchio agitato ad arte, se si considera che, persino per quanto riguarda la parte di quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario che è basata sulla VQR, il risultato finale non si discosta troppo da una distribuzione a pioggia basata sul solo numero dei docenti. Tra l’altro, l’ANVUR è consapevole del fatto che queste “simulazioni” di R e X1 contribuiscono a erodere la riservatezza dei voti VQR individuali, tanto è vero che mettono le mani avanti. Nell’email, l’ANVUR ricorda che, per richiedere le simulazioni, bisogna dichiarare “che tutti i docenti per i quali ci vengono inviati i dati personali sono stati informati che tali informazioni sono fornite all’ANVUR“, secondo quanto riportato nella “lettera di trasmissione template“:
Si comunica altresì che, ai sensi della normativa vigente in materia di trattamento dei dati personali, i docenti hanno ricevuto l’informativa circa l’eventualità che l’Ateneo possa utilizzare i dati personali in questione per acquisire le simulazioni richieste da parte di ANVUR che utilizzerà i suddetti dati personali esclusivamente per le suesposte finalità.
Hiroo Onoda è stato uno degli ultimi “soldati fantasma” giapponesi che a decine di anni di distanza dalla resa del Giappone rifiutavano di deporre le armi. Nel 1974, per convincere Onoda fu necessario l’ordine del suo superiore del tempo che, ormai pensionato, dovette recarsi appositamente nell’isola in cui il soldato si nascondeva.
Non è da escludere che una parte del Consiglio direttivo di Anvur stia seguendo le orme di Onoda. Bisognerà richiamare uno degli ex Presidenti, Fantoni o Graziosi, per convincerli a desistere?
Scherzi a parte, l’episodio del template per valutare i collegi dei dottorati anticipa una battaglia ben più importante. È ipotizzabile che i consiglieri Anvur prossimi alla scadenza faranno tutto il possibile per mettere i loro successori davanti al fatto compiuto per quanto riguarda la struttura e i criteri della prossima VQR 2015-2019. Il tempo stringe, perché in ottobre scade il mandato di ben quattro consiglieri su sette. È questa la vera partita che si sta giocando dietro le quinte.