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DocentINclasse: Intervista a Enrico Panini

di Gianfranco Giovannone

09/07/2007
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Enrico Panini, segretario generale della FlcCGIL
D.
Partiamo dall’attualità. Dopo il primo incontro all’ ARAN del 31 maggio per l’avvio delle trattative contrattuali la Flc-Cgil ha diffuso un comunicato che mi ha favorevolmente sorpreso soprattutto dove dichiara che occorre “ spostare la discussione sulla valorizzazione degli insegnanti a settembre, ma su un tavolo politico con il Governo con risorse aggiuntive, partendo dal presupposto che la scuola italiana ha degli ottimi insegnanti e che tutti sono da valorizzare”. Le chiedo: si tratta di dichiarazioni rituali o di una posizione politica rilevante che tende a chiedere uno sforzo finanziario straordinario per avvicinare gli stipendi degli insegnanti italiani alle medie OCSE?
R. Io penso che il tema del riconoscimento retributivo e professionale di una funzione fondamentale come quella dell’insegnante debba essere affrontato e non solo evocato, come da troppo tempo accade.
Ho parlato di tavolo politico perché ritengo che occorra preliminarmente verificare la volontà del Governo di confrontarsi davvero su questo tema; di risorse aggiuntive, perché non è pensabile che a questo fine vengano utilizzate le attuali risorse per il rinnovo contrattuale che coprono (a mala pena) l’inflazione programmata; di ottimi insegnanti, perché non solo è vero che la qualità degli insegnanti italiani è ottima ma perché, per me, occorre aver chiaro che affrontare il tema della carriera dei docenti significa ragionare su tutti i problemi evitando scorciatoie sbagliate (sintetizzabile nella formula “bravo/non bravo”).
D.
Che io ricordi l’unica volta che si è tentato di porre seriamente la questione dello status degli insegnanti è stato ai tempi del governo Amato, quando il ministro Tullio De Mauro propose realisticamente di avviare a soluzione il problema attraverso due leggi finanziarie – io direi che ne occorrono almeno tre – perché se si arriva alla scadenza contrattuale senza che sia stata presa una decisione politica il risultato saranno i soliti cento euro lordi. C’è questa consapevolezza dietro le dichiarazioni della CGIL che ricordavo?
R.
Sì, la stessa consapevolezza che ci portò il 15 dicembre del 2000 – a proposito delle dichiarazioni del Ministro De Mauro da lei richiamate che sono del settembre 2000 - all’Intesa fra il Governo Amato e le Confederazioni Cgil, Cisl e Uil dalla quale derivarono le due Finanziarie alle quali lei fa riferimento. Al riguardo, ricordo, però, che mentre la prima Finanziaria (quella per il 2001) le risorse le ha stanziate, la seconda (a firma del Presidente Berlusconi) non ha stanziato risorse aggiuntive oltre a quelle già previste con effetto dal 2002 dallo stesso Amato.
Ha ragione, è evidente che stiamo parlando di investimenti consistenti che non sarà mai possibile affrontare con una Finanziaria sola.
D.
Anche affermare che “tutti gli insegnanti sono da valorizzare” mi sembra dimostri una consapevolezza nuova, che non può che ricondurci all’infelice vicenda del “concorsaccio” berlingueriano che pose in modo frettoloso, sbagliato e anche offensivo la questione del riconoscimento del merito. La questione del merit pay è spinosa ,come dimostra l’esperienza dei paesi che hanno provato ad attuarlo e che spesso sono tornati indietro perché sembravano scaturirne più svantaggi che vantaggi. Il problema non può essere ridotto a slogan, come fa ad esempio Attilio Oliva dell’associazione TREELLLE, con il quale ho discusso più volte in radio e alla televisione. Dicendo che gli insegnanti sono tutti da valorizzare la CGIL intende affermare che qualunque discussione sul merit pay deve essere preceduta da un innalzamento degli stipendi di tutti gli insegnanti a livello almeno dignitoso. O sbaglio?
R.
Guardi, io penso che i diversi aspetti che riguardano le retribuzioni (tanto per intenderci: a) come innalzare le retribuzioni di tutti gli insegnanti; b) come riconoscere in modo trasparente e condiviso una progressione di carriera che vada oltre al mero scorrere del tempo) debbano essere affrontati contemporaneamente se non vogliamo ragionare su tempi molto lunghi che risulterebbero, a mio avviso, insostenibili. Le dirò di più: io penso che i sindacati dovrebbero definire una o più proposte al riguardo, discuterle attentamente ed in modo capillare con gli insegnanti, metterle in votazione mediante referendum vincolante con l’utilizzo di urne, costituire commissioni elettorali di garanzia. La stessa procedura dovrà essere seguita in caso di accordo contrattuale su questa materia, sempre con un mandato a firmare vincolante.
Se non si prende il problema di petto e per tempo, a partire da una proposta largamente condivisa e validata con una procedura certa ed inoppugnabile, il rischio evidente è che gli insegnanti diventino sempre più poveri, che il problema venga continuamente accantonato, che la soluzione venga di fatto delegata al Ministro o al Parlamento di turno.
Infine, io non sono d’accordo con il merit pay.
D.
Infine una questione solo apparentemente secondaria. Nell’ambiziosa “Intesa per un’azione pubblica sulla conoscenza” firmata il 27 giugno 2007 si afferma che, nell’ambito della valorizzazione degli insegnanti occorre “ studiare forme di esenzione e agevolazione che consentano ai docenti e al personale della scuola di usufruire di modalità non formalizzate di formazione, connesse a spese per servizi culturali onerosi (musei, mostre, libri, etc)”. E’ la questione dei benefits, che a noi di docentinclasse sta molto a cuore. Nell’ultima finanziaria è stata introdotta una norma sulla defiscalizzazione per i docenti che acquistano un PC. A ottobre, parlando con il viceministro Mariangela Bastico, che mi aveva preannunciato la misura, si era parlato appunto della possibilità di ampliare il discorso all’intera questione dei benefits. Poi, nel tormentato iter della legge di bilancio è rimasto solo il PC. La CGIL intende impegnarsi concretamente su questo punto?
D.
La questione dei benefits è fondamentale per una professionalità complessa come quella degli insegnanti. Il tema è stato posto da noi anche con i precedenti Governi (se ne discute almeno dal 1998) ma senza alcun risultato.
Lavoreremo perché con la Finanziaria per il 2008 si riesca a dare concretezza agli impegni sottoscritti nell’Intesa per la conoscenza del giugno scorso, consapevoli che sono necessarie soluzioni che in modo significativo dovranno essere predisposte dal Ministero dell’Economia, come nel caso della defiscalizzazione.
Grazie.
Gianfranco Giovannone


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