Didattica a distanza: solo un prof su tre ha raggiunto tutti i suoi studenti
Lo studio della Sapienza sulle lezioni a casa della scorsa primavera. La Cgil: la dad non può essere la soluzione se mancano i traporti. La scuola si fa a scuola
Gianna Fregonara
Si torna a parlare di chiudere le scuole superiori e di ricorrere alla didattica a distanza. Ma com’è realmente andata la grande sperimentazione della scorsa primavera, imposta dall’emergenza sanitaria e dalla chiusura delle scuole decisa il 9marzo dal governo? Finora non ci sono stati dati ufficiali se non uno scarno monitoraggio del ministero dell’Istruzione che aveva diffuso soltanto i dati delle scuole in cui almeno una classe fosse in Dad. Ovvio che il risultato superasse l’80 per cento ma poco diceva di come e quante lezioni e in che condizioni.
Pochi dati finora
A parte qualche sondaggio tra gli studenti, i professori e anche i genitori, la Fondazione Di Vittorio della Cgil insieme alle Università La Sapienza di Roma e l’Università di Teramo ha presentato un primo studio di come gli insegnanti hanno vissuto l’esperienza delle lezioni da casa. Tra le varie risposte elaborate dallo studio emerge che meno di un professore su tre è riuscito a raggiungere l’intera classe con le lezioni da casa. La media si alza per i professori dei licei, ma non cvosì per i loro colleghi degli istituti tecnici, che per il 40 per cento hanno conservato l’intera classe anche nelle lezioni a distanza. Ma per il resto, dalle scuole dell’infanzia agli istituti tecnici, i problemi non sono stati superati.
La scuola si fa a scuola
Il segretario della Cgil scuola Francesco Sinopoli ha bocciato l’ipotesi di tornare alla didattica a distanza, di cui si è parlato in questi giorni: «Ci sono state risorse per le scuole per noi non sufficienti ma comunque ci sono st. La didattica a distanza all’inizio è stata presentata come la soluzione di ogni problema, ma poi si è capito che non poteva sostituire la didattica in presenza. Ma la scuola per noi si fa in presenza - ha insistito - e abbiamo lavorato perché si riprendesse in presenza. La scuola si fa a scuola anche se sappiamo che la didattica digitale integrata, come viene chiamata adesso, è già una realtà in questi primi giorni di scuola».