Diario del web: Scuola, Università e Ricerca in sciopero contro la riforma Gelmini
L’astensione è stata indetta dalla FLC CGIL per protestare contro le riforme del sistema scolastico e del sistema universitario promosse dal Ministro dell’Istruzione
ROMA - L’organizzazione sindacale FLC CGIL ha proclamato per il giorno 8 ottobre 2010 uno sciopero nazionale in tutti i comparti della conoscenza. Lo sciopero riguarderà tutto il personale docente, educativo, ATA e dirigente del comparto Scuola; tutto il personale docente, tecnico-amministrativo, i lettori/CEL del comparto Università, tutti i ricercatori e il personale tecnico-amministrativo degli Enti Pubblici di Ricerca, tutti i docenti e il personale tecnico-amministrativo del comparto dell’Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM).
L’astensione è stata indetta dalla FLC CGIL per protestare contro le riforme del sistema scolastico e del sistema universitario promosse dal Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, On. Mariastella Gelmini.
La riforma della scuola primaria e secondaria di primo grado e della scuola secondaria di secondo grado è stata realizzata: con il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 (recante «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria») convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133; con il decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137 (recante «Disposizioni urgenti in materia di istruzione università») convertito nella legge 30 ottobre 2008, n. 169; con i successivi regolamenti attuativi della riforma.
Mentre la riforma della scuola primaria e secondaria di primo grado è entrata in vigore a partire dall’anno scolastico 2009-2010, la riforma della scuola secondaria di secondo grado ha preso avvio a partire dall’attuale anno scolastico 2010-2011.
La riforma della scuola superiore ha previsto, in primo luogo, un riordino sistematico e razionalizzato degli indirizzi dei licei e degli istituti tecnici. Secondo le nuove disposizioni legislative, i licei avranno soltanto sei indirizzi (artistico, scientifico, classico, delle scienze umane, linguistico, musicale-coreutico), gli istituti tecnici avranno undici indirizzi (Amministrativo, finanza e marketing; Turismo; Meccanica, meccatronica ed energia; Trasporti e logistica; Elettronica e elettrotecnica; Informatica e telecomunicazioni; Grafica e comunicazione; Chimica, materiali e biotecnologie; Sistema moda; Agraria e agroindustria; Costruzioni, ambiente e territorio) suddivisi in due settori (economico e tecnologico), mentre gli istituti professionali avranno sei indirizzi (Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale; Servizi socio-sanitari; Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera; Servizi commerciali; Produzioni artigianali e industriali; Servizi per la manutenzione e l’assistenza tecnica) suddivisi in due settori (dei servizi, industria e artigianato).
In tutti i corsi di studio ci sarà una riduzione dell’orario scolastico: la riforma ha previsto 27 ore settimanali di lezione nel primo biennio per i licei classici, quelli scientifici, quelli linguistici e per il liceo delle scienze umane (che sostituisce il liceo socio-psicopedagogico) e 30 ore di lezione settimanali al triennio; 32 ore di lezione settimanali nel liceo musicale-coreutico (di nuova introduzione); 34 ore di lezione settimanali nel primo biennio dei licei artistici e 35 ore di lezione settimanali al triennio; 32 ore di lezione settimanali negli istituti tecnici e professionali. Attualmente, l’orario settimanale di lezione per quasi tutti gli indirizzi oscilla tra le 32 ore e le 36 ore di lezione.
La riforma ha previsto anche un riordino delle materie di insegnamento. È stato infatti potenziato lo studio delle materie scientifiche e delle lingue straniere a discapito dello studio del latino, dell’italiano e della storia.
La riforma, che secondo le stime delle organizzazioni sindacali taglierà 17mila cattedre in appena due anni (2010-2011 e 2011- 2012), verrà applicata, per l’anno scolastico 2010-2011, alle sole prime classi delle scuole superiori.
La riforma del sistema universitario è invece oggetto del disegno di legge n. 1905 recante «Norme in materia di organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario», presentato dal Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, On. Mariastella Gelmini, approvato dal Senato lo scorso 29 luglio e ora all’esame della Camera. Il provvedimento riforma l’intero sistema universitario creando una forte precarizzazione della ricerca e introducendo tagli ai finanziamenti delle Università.
Una delle questioni più dibattute riguarda la figura del ricercatore universitario, essenziale per l’organizzazione degli atenei, in quanto attualmente i ricercatori ricoprono il 40% della didattica. Nel disegno di legge Gelmini, invece, il ricercatore viene completamente escluso dagli organi di governo degli atenei e dalle commissioni di valutazione. Inoltre il provvedimento abolisce la figura del ricercatore a tempo indeterminato, da sempre presente nel sistema organizzativo universitario. Per i ricercatori, infatti, l’art. 21 del presente disegno di legge prevede esclusivamente contratti a tempo determinato, in due modalità: contratti di durata triennale, prorogabili per soli due anni, per una sola volta, previa valutazione delle attività didattiche e di ricerca svolte; o contratti triennali non rinnovabili riservati esclusivamente ai candidati che hanno usufruito della prima modalità di contratti indicata. In quest’ultimo caso, il contratto potrà essere stipulato solo con regime di tempo pieno, mentre i contratti di durata triennale prorogabili per due anni possono prevedere sia il regime di tempo pieno sia il tempo definito. Al termine del contratto triennale, se il ricercatore sarà ritenuto valido dall’ateneo, previo conseguimento dell’abilitazione nazionale scientifica per il suo ruolo, sarà confermato a tempo indeterminato come professore associato tramite chiamata diretta dello stesso ateneo. In caso contrario, il ricercatore chiuderà il rapporto di lavoro con l’università, pur avendo maturato però titoli preferenziali nell’ammissione ai concorsi nella Pubblica Amministrazione. Fino ad oggi, invece, il ricercatore per accedere al ruolo di professore associato doveva conseguire una abilitazione nazionale e poi vincere un concorso di valutazione comparativa.
Si deve infine rilevare che la manovra finanziaria correttiva dei conti pubblici varata dal governo lo scorso 31 maggio (Decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 recante «Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività», convertito nella legge 30 luglio 2010, n. 122) ha disposto il congelamento degli scatti di anzianità nel pubblico impiego (e dunque anche per gli insegnanti e i professori universitari) per il triennio 2011-2013.
Lo sciopero proclamato dalla FLC CGIL per il giorno 8 ottobre 2010, della durata di un’ora, verrà realizzato nella prima ora di lezione per i docenti della scuola, nella prima ora di qualunque attività istituzionale per i docenti universitari e per i ricercatori, nella prima ora di servizio per il personale ausiliario tecnico-amministrativo appartenente ai comparti interessati dall’astensione. Lo sciopero potrà essere effettuato anche nell’ultima ora di lezione o di servizio nelle scuole in cui le attività si protraggono in orario pomeridiano.
La organizzazione sindacale FLC CGIL ha criticato duramente sia la riforma della scuola pubblica che la riforma del sistema universitario. Il Segretario nazionale della FLC CGIL Domenico Pantaleo ha dichiarato che «La battaglia per la liberazione dal precariato nei settori della conoscenza e per la difesa della qualità del sistema istruzione e formazione del nostro Paese proseguirà con iniziative di mobilitazione sempre più ampie ed incisive».
La FLC CGIL ha infatti previsto nuovi scioperi e iniziative di mobilitazione fino al prossimo dicembre.