Decreto scuola, tutto rinviato
Sì al blocco del contratto, via libera al rinnovo normativo. Riesplode la questione gradoni
di Alessandra Ricciardi
Se ne parlerà a fine agosto, giusto in tempo per l'avvio del nuovo anno scolastico (il che consentirebbe anche di avvalorare l'urgenza dell'intervento attraverso decreto legge). E poi, le misure sulla scuola (anticipate in esclusiva da ItaliaOggi martedì scorso), ed è la seconda novità, saranno scorporate dal testo unico sul pubblico impiego messo a punto dal ministro della funzione pubblica, Gianpiero D'Alia, per confluire in un provvedimento ad hoc.
Sì è concluso così il primo round del confronto in consiglio dei ministri sul decreto pa e scuola. Un confronto in cui hanno giocato negativamente, sul versante Miur, il peso finanziario delle misure messe sul tavolo dal ministro dell'istruzione, MariaChiara Carrozza, (circa 400 milioni di euro) oltre ai dubbi giuridici su alcuni articoli, ed è il caso della sanatoria dei concorsi a dirigenti a partire dal 2004. Sta di fatto che alla fine è stato rinviato tutto: il pubblico impiego, con l'autorizzazione a stabilizzare i precari con contratti oltre i tre anni alle spalle (a condizione che ci siano le condizioni finanziarie per bandire i concorsi), e le misure scuola. Nei prossimi giorni, i tecnici di viale Trastevere dovranno rivedere la bozza di articolato e snellirlo: secondo quanto risulta a ItaliaOggi, dovrebbero sopravvivere le norme sull'assunzione dei docenti di sostegno e sull'avvio delle reggenze per i soli dirigenti messi fuori gioco, in Lombardia, dalle sentenze di annullamento della magistratura amministrativa. Sono a forte rischio, invece, le misure sul pensionamento con i requisiti ante riforma Fornero e la soluzione per i docenti inidonei.
Il consiglio dei ministri della scorsa settimana ha invece varato definitivamente il decreto di blocco dei contratti pubblici: nessun aumento fino a tutto il 2014, sì al rinnovo della sola parte normativa. E i sindacati sono già sul piede di guerra: Cgil, Cisl e Uil sono pronti alla mobilitazione in autunno. Per Cobas e Usb è già sciopero.
Si tratta di un dpr che nasce sul finire del governo Monti in attuazione di una precisa norma della legge di stabilità. Il consiglio dei ministri presieduto da Enrico Letta, rispetto all'articolato originario, ha previsto che resta il blocco economico ma si può trattare sull'assetto normativo. Un'apertura che consentirà di ridisciplinare organizzazione del lavoro, mobilità, esuberi e fasce di merito, riportandoli nell'ambito delle competenze contrattuali a cui la riforma Brunetta le aveva sottratte. Nello specifico della scuola, significa anche che, oltre al blocco degli stipendi di base, ritornano a ballare anche gli scatti di anzianità. «La scuola ancora una volta è stata penalizzata, insieme al lavoro pubblico, con il rinvio del contratto e con un nuovo intervento sugli scatti di anzianità», dice Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola. Promette un autunno caldo la Flc-Cgil di Mimmo Pantaleo, «se non ci sarà una inversione di tendenza, già a partire dai primi giorni dell'inizio del nuovo anno scolastico ci faremo sentire». Agguerrita la Gilda degli insegnanti guidata da Rino Di Meglio: «Il governo decide non solo il blocco del contratto ma addirittura di prendere le risorse finanziarie già stanziate per gli scatti di anzianità nella scuola». Parla di «una decisione inaccettabile», il segretario della Uil scuola, Massimo Di Menna, che annuncia l'avvio di una mobilitazione unitaria, «che solo per rispetto a famiglie e studenti non riguarderà il primo giorno di scuola».