Decreto scuola, sindacati contro il governo: «Via alla mobilitazione»
«Intese non rispettate». I sindacati contestano al governo l’esclusione dal concorso straordinario dei DSGA (i direttori amministrativi) senza titolo di laurea
Sindacati sul piede di guerra per la versione definitiva pubblicata ieri in Gazzetta Ufficiale del decreto salva precari bis: quello, per intenderci, che sblocca finalmente l’assunzione di quasi cinquantamila nuovi prof fra concorso ordinario aperto a tutti, precari e neo laureati, e concorso straordinario a crocette riservato ai supplenti con più di tre anni di servizio. Due le novità principali nella legge firmata dal presidente Mattarella martedì sera. Da un lato vengono ammessi al concorso facilitato i supplenti delle scuole paritarie: non potranno concorrere a uno dei 24 mila posti in palio, che sono riservati ai supplenti della scuola statale, ma se passeranno la prova scritta con una votazione di almeno 7/10 potranno ottenere l’abilitazione, che serve ad avere la precedenza nelle assegnazioni di supplenze lunghe. Una battaglia politica portata avanti in queste ultime settimane dalla vice ministra pd Anna Ascani e dall’ex sottosegretario Gabriele Toccafondi (Italia Viva), che i sindacati almeno a posteriori dicono di condividere. Dall’altro invece resteranno tagliati fuori da un analogo concorso straordinario i direttori amministrativi (in burocratese: DSGA) che in questi anni hanno esercitato la delicata funzione di contabili delle scuole in alcuni casi anche senza il necessario titolo di studio, cioè la laurea. La procedura si farà, «in subordine» al concorso ordinario che è già partito, ma potranno partecipare solo i laureati, diversamente da quanto prevedeva l’intesa firmata dai rappresentanti dei lavoratori con il ministro Lorenzo Fioramonti lo scorso primo ottobre che ammetteva i «facenti-funzione anche in deroga al requisito della laurea».
La lettera
«Con la pubblicazione del Decreto Legge sulle misure urgenti per la scuola in Gazzetta Ufficiale, constatiamo con rammarico che il Governo disattende gli impegni assunti», scrivono i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda in un comunicato congiunto che si conclude con una chiamata alla «mobilitazione il prossimo 11 novembre, con un’iniziativa a Roma nel pomeriggio e diversi presìdi concomitanti in altre città». Resta da chiedersi come mai i sindacati abbiano atteso tanto ad alzare la voce visto che l’esclusione dei Dsga senza titolo di studio era già scritta nero su bianco nello schema di decreto licenziato dal Consiglio dei ministri ormai quasi tre settimane fa.
La mobilitazione
Nel loro comunicato, oltre a protestare contro l’esclusione dei facenti funzione senza laurea, i sindacati contestano anche lo stallo del governo sulla questione dei cosiddetti Pas, i percorsi abilitanti speciali che erano previsti nella primissima versione del salva-precari - quella approvata dal governo giallo-verde quest’estate - ma che già nell’accordo del primo ottobre erano stati rinviati a un apposito disegno di legge, col placet dei rappresentanti dei lavoratori. Infine chiedono con urgenza di «dare seguito all’accordo del 18 ottobre sui diplomati magistrali», circa tremila insegnanti di scuola materna e elementare assunti con riserva, che avrebbero dovuto essere licenziati durante l’anno scolastico, quando i giudici amministrativi recepiranno la sentenza del Consiglio di Stato che vieta loro di insegnare in quanto privi di laurea. L’accordo raggiunto - un contratto di supplenza fino al 30 giugno che consentirà loro di restare al proprio posto anche dopo la sentenza - richiede un apposito strumento normativo che non è stato ancora trovato.