De Nicolao: «La VQR serve a realizzare il progetto che voleva Giavazzi»
Nel 2010 Francesco Giavazzi lodava la riforma Gelmini perché «riconosce che i corsi devono essere ridotti, le università snellite, alcune chiuse».
Nel 2010 Francesco Giavazzi lodava la riforma Gelmini perché «riconosce che i corsi devono essere ridotti, le università snellite, alcune chiuse». Giavazzi è stato accontentato: i dati OCSE del 2015 mostrano che, come percentuale di laureati nella fascia 25-34 anni, l’Italia ormai è ultima. Siamo stati superati dal Cile e dalla Turchia. Qual è la risposta di Renzi? La risposta di Renzi non è quella di garantire i diritti sul territorio nazionale, ma quella di promettere l’uomo “quasi immortale”, dando soldi a IIT, una fondazione di diritto privato; nascondere dietro un velo di opacità i soldi dei cittadini, mettendoli a disposizione di qualcuno che ne può disporre senza troppi controlli. In tutto ciò si inserisce il gioco della valutazione. Qual è lo scopo della VQR? È stato spiegato nel 2012 da un membro del Consiglio Direttivo dell’ANVUR: «quando la valutazione sarà conclusa, avremo la distinzione tra researching university e teaching university» la serie A e la serie B. Soltanto che la serie A sarà concentrata in una parte dei paese e la serie B sarà quasi tutta in nel Centro-Sud. «E qualche sede dovrà essere chiusa» si aggiungeva. Ma questo è proprio quello che chiedeva Giavazzi. Ecco lo scopo: la VQR serve a realizzare il progetto che voleva Giavazzi.
Intervento di Giuseppe De Nicolao (video e slide) nel corso dell’incontro “#STOPVQR il futuro passa per una migliore valutazione della ricerca”, organizzato da M5S presso la Sala Tatarella del Palazzo dei Gruppi della Camera dei Deputati (via Uffici del Vicario 21), mercoledì 16 marzo, dalle ore 15 alle 17.
«Questo è possibile perché si ritiene che l’università non sia importante. Questo parte da lontano e qui ho una citazione da Francesco Giavazzi, che è un opinionista che ha avuto un certo peso, il quale loda la riforma Gelmini, ma per una ragione particolare, perché «la legge riconosce che i corsi devono essere ridotti, le università snellite, alcune chiuse». Quindi, l’idea era che in Italia c’era troppa università.
A proposito del fatto che c’era troppa università, questi sono dati Eurostat … c’è un documento Europa 2020 in cui il governo [Berlusconi] ha preso degli impegni. L’obiettivo Europeo sarebbe 40% [di laureati nella fascia 30-34 anni], ma noi siamo tra quelli che hanno chiesto uno sconto. Abbiamo detto “non ce la facciamo a fare il 40% e abbiamo detto che faremo il 26-27%, che è la percentuale più bassa di tutta l’unione europea … L’andamento blu è quello della Turchia, che ho estrapolato, e si vede che – questo l’ho fatto nel 2013 – ci si aspettava che nel 2016 la Turchia ci raggiungesse.
In realtà, le cose sono andate meglio. Per la Turchia, però. Nel senso che hanno fatto il sorpasso già nel 2015. I dati del 2015 mostrano che nella percentuale di laureati nella fascia 25-34 anni l’Italia ormai è ultima. Siamo stati superati dal Cile e dalla Turchia. Quindi, da un certo punto di vista, Giavazzi è stato accontentato. […]
E qual è la risposta di Renzi? La risposta di Renzi è l’uomo “quasi immortale”, l’investimento in Human Technopole. E qui, come ha detto Elena Cattaneo, che direi è una fonte abbastanza attendibile, siamo al pifferaio, siamo alle favole del pifferaio. La risposta non è quella di garantire i diritti sul territorio nazionale, ma quella di promettere l’uomo “quasi immortale”, dando soldi a una fondazione di diritto privato che, tra l’altro, seppure sullo statuto c’è scritto che deve pubblicare i bilanci, non pubblica i bilanci. Quindi, nascondere dietro un velo di opacità i soldi dei cittadini, mettendoli a disposizione di qualcuno che ne può disporre senza controlli.
Ecco, in tutto ciò si inserisce il gioco della valutazione. Perché noi abbiamo voluto bloccare la VQR come mezzo per rivendicare un recupero di diritti negati e anche come un mezzo per segnalare queste cose che ho appena raccontato: all’università sta succedendo qualcosa che non era mai successo prima e che impatta in maniera fortissima sui diritti dei giovani e della popolazione e sul territorio. Perché un territorio senza università si impoverisce. Ecco, come si inserisce la valutazione? Da un lato, l’abbiamo presa in ostaggio dicendo “non facciamo la valutazione” per dare un segnale visibile che non ci stiamo a questa svolta del paese.
Dall’altro, la valutazione gioca anche un ruolo in sé in questi meccanismi. Perché sono le regole della valutazione che hanno consentito anche di spostare i finanziamenti e di creare quell’impoverimento che vi ho appena mostrato. Ecco, qual è lo scopo della VQR?
È stato spiegato nel 2012 da Sergio Benedetto, un membro del Consiglio Direttivo dell’ANVUR. Dice: «Tutte le università dovranno ripartire da zero. E quando la valutazione sarà conclusa, avremo la distinzione» tra le università che fanno ricerca e quelle che fanno solo didattica, la serie A e la serie B. Soltanto che la serie A sarà concentrata in una parte dei paese e la serie B sarà quasi tutta in un’altra parte. E comunque gran parte del paese finirà in serie B, quando parliamo del Sud e delle Isole. “E qualche sede dovrà essere chiusa”. Quindi, questa è la risposta a Giavazzi: la VQR serve a realizzare il progetto che voleva Giavazzi.
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Quindi, ci danno meno del necessario e una fetta viene assegnata in base a una gara, che come vedremo è una gara abbastanza truccata – e di questo parlerà Alberto Baccini – e però questa gara serve semplicemente a dire chi dovrà morire prima.
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La posta in gioco è troppo alta. È una posta di dignità – come dice Carlo Ferraro – ma anche una posta di diritti civili del paese. E quindi, se noi non diciamo “basta!”, le cose andranno avanti così e lo scenario è quello che stiamo vedendo.