DdL Scuola, ecco cosa può accadere nei prossimi giorni
Sarà una settimana di fuoco, determinante per la legislatura e soprattutto per verificare la capacità di Renzi di portare a casa, entro la fine di luglio, il via libera non solo sul disegno di legge della scuola, ma anche della riforma costituzionale da parte della Camera, così come si era prefissato.
Andrea Carlino
La prossima settimana sarà uno dei momenti più importanti per la maggiornza che sostiene il governo Renzi. Infatti saranno due i fronti 'caldi': quello della riforma della scuola e il pronunciamento del parere della giunta per le immunità sulla richiesta di arresto nei confronti del senatore Ncd, Antonio Azzollini. Due situazioni diversi, ma che si intrecciano nel delicato gioco di equilibri all'interno della maggioranza.
La dura presa di posizione di Renzi di martedì scorso a 'Porta a Porta', l'accelerazione impressa alla riforma, con la predisposizione di un maxiemendamento su cui porre la questione di fiducia, sposta decisamente il piano da quello del confronto a quello, politico, dell'aut aut: prendere o lasciare con esiti imprevedibili per la maggioranza.
I parlamentari riuniti in mattinata a palazzo Chigi, si sono ritrovati davanti qualcuno di molto simile al "Renzi 1", che non ha esitato a mettere sul tavolo l'arma della fiducia. E allora l'appuntamento è per martedì, quando i relatori (non il governo) presenteranno in commissione Istruzione del Senato un maxiemendamento che comprenderà anche le modifiche da tempo concordate con la minoranza del partito, chiedendone l'appoggio e il ritiro delle altre proposte di modifica. Allo stato attuale questo sembra molto difficili visto le prese di posizione molto nette già sollevate in primis da M5S, Sel e Scelta civica nel corso della giornata.
Si vedrà, inoltre, l'atteggiamento dei due commissari "ribelli" del Pd, Corradino Mineo e Walter Tocci. Se, come sembra probabile, i sub emendamenti saranno comunque una valanga, si sceglier la via del passaggio in Aula senza mandato al relatore, troncando dunque il lavoro in commissione. Dunque, come rivela askanews, la commissione non darebbe il mandato ai relatori e il testo verrebbe portato in aula, con tutti i suoi 3mila emendamenti. A questo punto sarà inevitabile la presentazione di un maxiemendamento che riprenderà i testi dei relatori e su cui, nella stessa settimana, si esprimerà l'aula con il voto di fiducia.
Perchè il vero problema, a quanto si apprende, è solo la commissione (15 voti a 12 per la maggioranza con Mineo, Tocci e Rubbia in dubbio e in caso di pareggio al Senato la maggioranza 'va sotto', ndr), ma in Aula i numeri sono diversi, dato che con la minoranza Pd l'accordo già c'è, assicurano fonti all'interno del PD, grazie alle modifiche che saranno apportate con il maxiemendamento. Ma soprattutto "nessuno si prenderà la responsabilità di mettersi contro 100mila assunzioni: finalmente si stanno muovendo anche i precari, e in questi giorni, quando il rischio del rinvio è emerso nella sua concretezza, è partito il 'mailbombing' ai parlamentari per chiedere l'approvazione della riforma", spiegano fonti dal Senato.
Lo stesso Tocci, riferisce ancora askanews, "ha già fatto sapere che la fiducia la voterebbe, pur con tutte le sue riserve sul provvedimento". Mentre un "soccorso azzurro" potrebbe manifestarsi nella forma di assenze in Aula al momento della chiama da parte di diversi senatori forzisti. Il piano elaborato in mattinata sembra dunque poter funzionare, a giudizio di chi era a palazzo Chigi.
La mossa di Renzi dovrebbe consentire ai dissidenti interni al Pd una discreta via d'uscita (starà a loro scegliere se non partecipando al voto, o decretando platealmente una rottura dall'esito politico imprevedibile), mentre all'alleato Ap (Ncd-Udc) resterà un'arma spuntata. L'alternativa del non appoggio sarebbe infatti il far venir meno la maggioranza e l'apertura di una crisi che non sembra proprio convenire a nessuno.
Ma se anche il clima dovesse deteriorarsi al punto da mettere a rischio il governo, la soluzione sarebbe quella minacciata dal premier a Porta a Porta: "Non è che ci andiamo a schiantare contro il muro...", spiega un parlamentare Pd. In quel caso, "riforma nel congelatore, assunzioni addio, ma con i responsabili che saranno chiari a tutti con nome e cognome". Che la situazioni precipiti viene comunque ritenuto improbabile, tanto che nello stato maggiore del Pd si è già fissato l'obiettivo successivo, ovvero l'ok del Senato alla riforma costituzionale entro l'estate.