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Dazebao.org: Francia. Un “test di etica” ai concorsi dei prof. E’ sollevazione generale

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17/06/2010
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Dazebao.org

PARIGI – Lo chiamano test di «etica» e sarà affrontato nei concorsi per l'insegnamento pubblico. La “prova” introdotta in sordina dal governo ha provocato una vera e propria sollevazione dei docenti universitari e delle scuole medie e superiori, al punto che in tanti minacciano le dimissioni.

Il test sarà introdotto a partire dal 2011 e il candidato avrà 20 minuti di tempo per rispondere a un quesito orale che servirà a valutare la sua capacità di «agire da funzionario dello Stato, in modo etico e responsabile». Una dimostrazione della propria compatibilità con la funzione pubblica.

Il ministero dell'Educazione ha elencato una breve lista di domande possibili, tra cui, per esempio, sul comportamento da tenere di fronte a uno studente indisciplinato o violento, ma anche nel caso dello scoppio di una rissa tra i ragazzi o di un alunno disabile.

L’idea fa però gridare allo scandalo il mondo dell’istruzione d’Oltralpe, a partire dai 5.300 filosofi che hanno firmato una petizione per l'abolizione della prova che per loro «tende a ridurre l'etica all'applicazione meccanica e servile delle regole apprese», mentre le regole etiche, dicono, sono frutto di «decisioni personali e intime», che maturano con l'esperienza in cattedra. I filosofi, il cui testo della petizione («No al controllo della morale dei futuri insegnanti») è stato pubblicato dal quotidiano Liberation, minacciano di dimettersi da membri della giuria del concorso se la prova verrà confermata. «Non possiamo accettare - dice la petizione - che un certificato di buona morale sia richiesto per svolgere il lavoro di insegnante. In virtù di quali principi? di quali criteri?». «Questa pericolosa disposizione - continua il testo - suggerisce un controllo sulle coscienze, estraneo alla nostra tradizione repubblicana». Al fianco dei filosofi, i docenti e studiosi delle materie umanistiche che, in un'altra petizione, lanciata dai giurati del concorso in lettere moderne, giudicano il test «contrario ai valori del concorso». In riposta alla minaccia di dimissioni, la direzione delle risorse umane del ministero dell'Educazione si è limitata a commentare che «nessuno è obbligato a far parte di una giuria se non è d'accordo con le prove». Intanto, c'è ancora silenzio da parte del ministro della Cultura, Frederic Mitterrand, che è stato più volte sollecitato sulla questione.


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