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Davanti al ministero dell’Istruzione la protesta degli studenti contro la didattica a distanza

el nuovo "Dpcm" in arrivo in classe con la mascherina dai 6 anni in su. «Dad» al100% nelle superiori

04/11/2020
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il manifesto

Roberto Ciccarelli

Stamattina a Roma, in Viale Trastevere, sulle scalinate del ministero dell’Istruzione ci sarà la clamorosa protesta degli studenti contrari alla didattica a distanza e alla chiusura delle scuole. Porteranno computer, tablet e cellulari per svolgere le loro lezioni a distanza. «La Dad è una sconfitta per tutti, non permette l’accesso universale all’istruzione e non garantisce il diritto allo studio».
Continua la raccolta firme contro la chiusura delle scuole lanciata dal movimento «Priorità alla scuola». Ieri sera aveva raggiunto quota 8100. «Questa chiusura è un enorme fallimento, di cui la classe dirigente italiana dovrebbe rendere conto di fronte a tutti e soprattutto alle giovani generazioni. Le scuole sono una garanzia contro la diffusione del virus, applicano protocolli rigidi.si devono potenziare la medicina scolastica e i servizi di trasporto pubblico». Il movimento annuncia nuove mobilitazioni nelle prossime settimane.

Stando a una bozza del nuovo «Dpcm» diffusa dal governo ieri, le superiori saranno chiuse al 100% e tutti andranno in «didattica a distanza». Stessa sorte toccherà, nelle «zone rosse» che saranno definite dal Dpcm, anche le ultime due classi delle Medie nelle «zone rosse» che saranno definite dal «Dpcm». Le prime classi delle Medie, la scuola primaria e quella dell’infanzia garantiranno le attività «in presenza». Ma tutto dipenderà dall’andamento dell’indice «Rt». Se andrà fuori controllo nelle regioni, o nei territori che saranno sezionati dal governo in fasce tricolori (verde-arancione-rossa), allora saranno chiuse e docenti e bambini andranno tutti online. Salvo che non lo decidano prima i presidenti delle regioni come hanno già fatto De Luca in Campania e Emiliano in Puglia. Hanno usato un potere concesso dal governo Conte di emettere ordinanze più restrittive rispetto alle decisioni prese a livello nazionale.
Nelle altre fasce arancione e quella verde dovrebbero invece vigere, almeno nel caso della scuola, le indicazioni nazionali che sono già note da giorni e saranno formalizzate dal provvedimento: dunque passaggio totale alla didattica a distanza per le superiori.
Le mascherine saranno obbligatorie per chi continuerà a andare in classe dai sei anni su, dunque alle elementari e alle medie. Il governo fa così marcia indietro rispetto a mesi di speculazioni sul «metro buccale» tra gli studenti che avrebbe dovuto evitare di tenere la mascherina da seduti in classe. Su questa misura era stato calcolato anche il fabbisogno dei famosi banchi con e senza rotelle e gli spazi aggiuntivi. Misure, al momento, inutili. Una dopo l’altra le scuole stanno chiudendo in tutto il paese. Probabilmente manca un altro «Dpcm» per raggiungere un obiettivo che a settembre il governo aveva escluso, compiacendosi di avere aperto le scuole.«Il paese deve imparare a lavorare sulla prevenzione, e non sull’emergenza» ha detto ieri la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Un vasto programma, in generale. Amplissimo se riferito al proprio governo.


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