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Dai prof alle palestre arriva online la pagella che dà i voti alle scuole

Non servirà più il passaparola: le famiglie prima di iscrivere i figli potranno conoscere ogni dettaglio sugli istituti. E in alcuni casi anche sulle singole classi Pubblici anche i risultati dei test Invalsi

04/11/2015
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Il ministero dell’Istruzione rende le scuole più trasparenti. Da ieri, le famiglie possono conoscere ogni dettaglio degli istituti frequentati dai propri figli o di quelli in cui intendono iscriverli. E in alcuni casi anche della singola classe. Con la pubblicazione del Rapporto di autovalutazione — il cosiddetto Rav — la piattaforma del Miur “Scuola in chiaro” si arricchisce con le informazioni sul contesto socio-economico della scuola, sulle performance degli alunni nei test Invalsi, sull’uso delle risorse e sulle strategie che preside e insegnanti intendono intraprendere per migliorare l’azione educativa negli anni a venire. Con la possibilità per le famiglie di fare confronti con le altre scuole del territorio e le medie provinciali, regionali e nazionali. I Rapporti analizzano, anche per singole classi, lo status socio economico e culturale delle famiglie soffermandosi sulla percentuale di alunni svantaggiati. Navigando sul sito è possibile conoscere l’età media degli insegnanti — 4 su dieci over 55 — e lo stato di conservazione dell’edificio scolastico dell’istituto che interessa. Pochi quelli con tutte le certificazioni in regola. E ancora: è possibile sapere il tasso di precariato degli insegnanti — attorno al 16 per cento a livello nazionale — per farsi un’idea del numero di supplenti che cambierà nel corso dell’anno il proprio figlio. Ma forse l’informazione più interessante riguarda gli esiti dei test Invalsi, che le pagelle d’istituto pubblicano per tutte le classi in cui si svolgono annualmente: la seconda e la quinta elementare, la terza media e la seconda superiore. Un dato, quello dei risultati dei test Invalsi per la singola classe, finora top secret. Per queste classi vengono riportati i punteggi medi in Italiano e Matematica e le famiglie potranno farsi anche un’idea, numeri alla mano, di quanto siano bravi i rispettivi docenti. Informazioni che, fino a poco tempo fa, venivano raccolte attraverso il passaparola e le chiacchierate telefoniche con amici e parenti. Dai Rapporti stilati dalle scuole si scopre che la rappresentanza maschile fra gli insegnanti si è ridotta al 12 per cento. E che non sempre il docente assente viene sostituito da un supplente. Al superiore, nel 30 per cento dei casi va in classe un’insegnante interno alla scuola che non viene retribuito e nel 35 per cento delle volte la classe resta incustodita, entra qualche ora dopo o esce in anticipo.

Da ieri, le scuole mettono a disposizione delle famiglie i dati sulle risorse economiche dove emerge che il contributo volontario costa in media 12 euro alle famiglie delle elementari e delle medie e 55 euro al superiore. Ma emerge pure che i genitori partecipano poco alla vita scolastica dei figli.
Spulciando tra i numeri della piattaforma messa in piedi per supportare le famiglie nelle loro scelte, è possibile sapere se in una scuola gli insegnanti si assentano troppo: basta cliccare sull’apposita icona e confrontare il tasso di assenze dei docenti con quello delle altre scuole o con la media nazionale, che è di 19 giorni all’anno. Stesso discorso sulla percentuale di bocciati, che permette di dedurre se gli insegnanti sono severi o di manica larga. I risultati dei Rapporti di autovalutazione presentati ieri a Roma rappresentano un’utile guida anche in vista delle prossime iscrizioni. Ma non solo. Perché, in vista della valutazione ormai alle porte, gli istituti si sono attribuiti un voto: in una scala da 1 a 7, si sono dati una media di 4. Una sufficienza piena. «Le scuole — sottolinea il ministro Stefania Giannini — hanno dato prova di grande maturità e responsabilità mettendo in trasparenza i propri dati. Siamo di fronte ad uno strumento potente che ci porta all’avanguardia in Europa». «Gli istituti scolastici — aggiunge il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone — hanno confermato quello che il governo afferma da tempo: la valutazione è uno strumento fondamentale per intervenire per appianare le differenze e
potenziare le eccellenze».

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