da Proteo FAre Sapere-Natale in famiglia-di Vittorio Lodolo D'Oria
Natale: prole in affido Buon Natale a tutti ed in particolare alle famiglie di Beslan, all'intera comunità, alla scuola. E poi ancora buon anno nuovo a tutti noi; ma anche buon compleanno a ques...
Natale: prole in affido
Buon Natale a tutti ed in particolare alle famiglie di Beslan, all'intera comunità, alla scuola. E poi ancora buon anno nuovo a tutti noi; ma anche buon compleanno a questa rubrica che spenge la prima candelina in questi giorni. Tempo di bilanci dunque per ripartire con nuovo slancio verso nuove mete, lasciandoci la stanchezza e le delusioni alle spalle.
Il 2005 ci porterà alcune novità sul fronte della lotta al disagio mentale negli insegnanti. In Aprile finalmente uscirà il tanto agognato (dal sottoscritto s'intende) testo dal titolo "Scuola di follia" grazie ad Armando Editore. La presentazione sarà ad opera di due nomi importanti nei settori della medicina e della scuola: Giovanni Bollea (neuropsichiatra infantile) e Tullio De Mauro (ex ministro del MIUR). Due mondi dunque s'incontreranno: quello scolastico e quello medico. Parleranno tra loro e si scopriranno funzionali e indispensabili l'uno all'altro. Ma torniamo a noi.
La cronaca quotidiana ce lo conferma. Il disagio mentale di chicchessia - non può essere contrastato a colpi di sanzioni, verbali, trasferimenti, conflitti, censure, sospensioni, insulti e nemmeno con gli scaricabarile. Proviamo ancora a sfogliare i giornali e a leggere tra le righe.
Milano Cronaca di Repubblica del 14.12.04 - sempre a firma della solita Teresa Monestiroli - tratta dell'episodio che vede protagoniste 3 ragazzine, ree di aver bigiato la scuola rispettivamente per 15, 30 e 40 giorni senza che nessuno se ne accorgesse (le famiglie) e senza che nessuno (insegnanti) lo segnalasse alle famiglie. Vediamo le reazioni dei protagonisti e proviamo a capire dove stanno le responsabilità ed a chi vengono attribuite. Viene interpellato l'ineffabile direttore scolastico regionale che stavolta sostiene: "Questa situazione ha dell'incredibile. Quando ho letto la notizia sul giornale sono rimasto molto sorpreso. Non mi capacito che i professori, dopo tanti giorni di assenza, non si siano preoccupati. Non posso dare un giudizio sull'episodio, perché prima voglio capire meglio come sia potuto accadere. Per questo ho chiesto al preside una relazione scritta". E ancora: "La posizione del genitore (che ha scritto al Provveditorato irritato con la scuola per la mancata segnalazione delle assenze della figlia alla famiglia) è del tutto ragionevole e comprensibile. Anch'io trovo inaccettabile che sia successa una cosa del genere. Tutti i regolamenti d'istituto prevedono, in diverse modalità, che la scuola avvisi le famiglie in questi casi. Bisogna capire come mai questa prassi non è stata applicata". E se del caso verrà richiesta un'ispezione a scuola. Ma certo: la soluzione sta nelle quattro parole magiche pronunciate dall'alto dirigente: "relazione scritta, regolamento, prassi e ispezione". La pensava così anche il dottor azzeccagarbugli che ne faceva sempre una questione di codici e codicilli. Ma veniamo al secondo protagonista: Claudio, il padre di una delle ragazze. Egli scrive al provveditore scolastico provinciale per denunciare un "inammissibile caso di leggerezza degli insegnanti". E ancora: "L'istituzione scolastica ha evidentemente fallito", aggiungendo che "per fortuna mia figlia ha confessato prima di cacciarsi in un brutto pasticcio altrimenti forse le conseguenze sarebbero state peggiori. Trovo gravissimo che una scuola che ha in carico dei minorenni non provveda ad avvisare le famiglie dopo tanti giorni di assenza". E conclude dicendo: "Mi fido di mia figlia e sono sicuro che dice la verità". Si, perché la ragazza terza protagonista - a proposito della banda di balordi che avevano concupito per così tanti giorni le innocenti pulzelle, aveva appena affermato: "Non ho mai ceduto alle loro richieste, non ho mai preso pasticche, né fatto uso di droghe". Tantomeno ha ceduto alle proposte sessuali in cambio di regali costosi (particolare piccante che stuzzica il voyeurismo dell'opinione pubblica e di conseguenza non sfugge all'appetito del giornalista). Beata innocenza quella della vispa Teresa. Ma papà Claudio? Che dire di questo cittadino modello che riceve pure il plauso dal direttore scolastico regionale in coppia ricordano proprio Stanlio e Ollio - nell'affermare che l'istituzione ha fallito? Avrà mai l'intelligenza di domandarsi se anche il genitore e non solo l'istituzione ha una qualche responsabilità nella condotta della figlia? Non è per caso - caro papà Claudio che i tuoi metodi educativi e soprattutto la comunicazione con la tua prole non siano un po' claudicanti (omen nomen dicevano i latini)? Non è finita qui perché c'è il quarto protagonista, il colpevole. Anzi i colpevoli, perché sono tanti in fondo non si tratta di una scuola materna ma di un liceo. Sono loro, ancora loro, gli insegnanti. Eppure sull'articolo non c'è una sola dichiarazione resa dalla folta schiera di colpevoli. La circostanza ha un ché di strano. La giornalista in fondo ha dimostrato di sapere il fatto suo aggiungendo un pizzico di sesso, droga e dubbio alla storia (sarà stata sincera la ragazza?). Perché i professori non esercitano il diritto di difesa o almeno quello di replica, per lo meno di fronte alla petulanza di Claudio? Ci piace pensare che abbiano ammesso in silenzio le loro responsabilità, a differenza di Stanlio e Ollio, e siano rimasti ammutoliti di fronte a un sistema che ha oramai definitivamente archiviato la famiglia come nucleo della società delegando ogni sorta di compito all'istituzione.
Facciano pertanto attenzione quei genitori che la pensano come lo "zoppo", perché sono cominciate le vacanze di Natale, l'istituzione scolastica chiude, i balordi circolano liberamente e non resta che la soluzione "dell'affido" fino all'Epifania. Quando la rubrica riprenderà.
vittorio.lodolodoria@fastwebnet.it