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Covid, tra le ipotesi del Governo mini-proroga fino all’11 aprile, allentamento su scuole infanzia e primarie

I due ministri lo hanno ripetuto più volte anche al premier Mario Draghi e ai colleghi di governo, l'ultima volta nel Consiglio dei ministri di venerdì: le scuole devono essere le prime a riaprire, al più presto, in condizioni di sicurezza

24/03/2021
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Il Sole 24 Ore

A quanto apprende l'Adnkronos, una delle ipotesi a cui lavora il governo - alle prese, tra le altre cose, con le misure anti-Covid che scadranno il prossimo 6 aprile - è quella di una 'mini-proroga' della stretta anti contagio in atto di una sola settimana, ovvero dal 6 all'11 aprile.

Parallelamente, si spingerà sull'acceleratore del piano vaccinale, per avanzare con la copertura il più possibile. Una possibile eccezione, spiegano fonti di governo all'Adnkronos, la riaperture della scuola dell'infanzia e delle primarie nelle zone rosse. Proprio ieri sul tema c'è stata una riunione a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi, il ministro della Salute Roberto Speranza e i vertici del Cts.

Comunque, tra palazzo Chigi e i ministeri competenti - in primis, quello dell'Istruzione retto da Patrizio Bianchi e quello della Famiglia di Elena Bonetti - si lavora su come riprendere le lezioni in presenza fino alla quinta elementare o alla prima media. «Lavoriamo giorno e notte per poter riaprire», ha assicurato Bianchi in una videoconferenza con Anci e Upi.

I due ministri lo hanno ripetuto più volte anche al premier Mario Draghi e ai colleghi di governo, l'ultima volta nel Consiglio dei ministri di venerdì: le scuole devono essere le prime a riaprire, al più presto, in condizioni di sicurezza, «a partire dai più piccoli che devono essere i primi a poter tornare».

«L'idea che abbiamo anche con il ministro Bianchi - ha ribadito ieri Bonetti intervenendo a un convegno - è che le decisioni sulle scuole vadano commisurate allo stato reale e scientificamente provato del virus. Alla luce dei nuovi dati, si sta valutando se permettere la riapertura in zona rossa per i primissimi anni di scuola».

Questo perché con il sistema dei colori e lo scattare della zona rossa appena superata la soglia critica di 250 casi ogni 100mila abitanti - che dovrebbe rimanere anche oltre la scadenza dell'attuale decreto fissato al 6 aprile - si perderebbero ancora giorni di lezioni dal vivo, con ripercussioni su tutta la famiglia - in particolare sulle donne - nel conciliare la cura dei figli con il proprio lavoro.

L'obiettivo dunque è permettere anche in zona rossa il ritorno in classe di nidi, scuole dell'infanzia, elementari e prima media, mentre in zona arancione dovrebbero tornare nelle classi, con percentuali dal 50% al 75%, anche seconda e terza media e superiori: un'eventualità quest'ultima che potrebbe riguardare alcuni territori dove gli indici sono in miglioramento già la prossima settimana.

Questo sempre al netto della possibilità per le singole Regioni di adottare misure più restrittive, come fatto per esempio dalla Campania.

Nel frattempo, l'Associazione nazionale presidi lancia un altro allarme: «In alcuni territori non sono ancora iniziate neppure le vaccinazioni per le persone over 16 con fragilità e disabilità in situazione di gravità».


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