Covid, scuola chiuse, studenti a casa e prof in aula: è polemica sulla decisione del ministero
Gli insegnanti devono fare lezione da scuola salvo che il preside decida diversamente. E intanto la Puglia chiude tutte le scuole
Gianna Fregonara
Anche la Puglia si arrende all’emergenza e il governatore Michele Emiliano annuncia la chiusura di tutte le scuole ad esclusione di quelle dell’infanzia: «Nelle scuole primarie abbiamo numeri pesantissimi, abbiamo verificato che l’aumento dei contagi è coinciso con la riapertura delle scuole». La sua decisione si aggiunge a quella presa dal governatore della Campania dieci giorni fa e, in nome dell’emergenza, ignora che il ministro Francesco Boccia ha annunciato impugnative per qualsiasi ordinanza che si discosti dalle previsioni del Dpcm: il governo ha previsto lezioni da casa solo per gli studenti delle superiori. Al ministero dell’Istruzione c’è irritazione: «Non si possono scaricare i ritardi delle Asl sui ragazzi e nel caso del primo ciclo sulle famiglie».
Il paradosso della Dad
Più facile a dirsi che a farsi, la didattica a distanza in modo sistematico. Intanto non sono chiare le regole per le scuole e cioè se i professori per collegarsi con i loro alunni a distanza devono andare comunque in classe: gli edifici scolastici restano aperti anche con pochi o nessun studente in presenza, devono garantire i laboratori e la possibilità di frequentare agli studenti disabili o con bisogni speciali. La decisione dovrebbe spettare alle singole scuole e infatti non è stata regolamentata nelle norme sulla Dad, che fanno parte di un’integrazione del contratto dei docenti che finora è stata firmata solo da Cisl e Anief.
Confusione
Ma la circolare che il ministero dell’Istruzione ha inviato tre giorni fa alle scuole anticipando le modifiche contrattuali che introducono l’obbligo per i professori — in caso di sospensione della didattica in presenza — di fare la Dad almeno fino alla fine dello stato di emergenza il prossimo 31 gennaio, ha creato una certa confusione. Precisa infatti che «le scuole continuino ad essere aperte e il personale docente e Ata opera in presenza». È vero che il testo spiega anche che è «previsto che la dirigenza scolastica adotti particolari e differenti disposizioni organizzative», ma questo non ha evitato tensioni tra presidi e docenti, specie dove è previsto che tutti gli studenti siano a casa e che si limitino gli spostamenti sui mezzi pubblici.La circolare contiene anche alcune altre novità che riguardano le lezioni a distanza: le scuole possono decidere di ridurre i moduli da 60 minuti a 45-50 per evitare l’affaticamento dei ragazzi al computer e prevedere pause più lunghe tra una lezione e l’altra.