Cosa perdiamo con la controriforma
www.scuolidea.iti (lettera firmata) Anno Scolastico 2002/03 Da molti anni insegno nel Circolo di via Martinengo. Ho 26 anni di servizio iniziati nella scuola speciale. La scuola speciale, come e...
www.scuolidea.iti (lettera firmata)
Anno Scolastico 2002/03
Da molti anni insegno nel Circolo di via Martinengo. Ho 26 anni di
servizio iniziati nella scuola speciale.
La scuola speciale, come era strutturata 26 anni fa, era organizzata per
gruppi di lavoro; non esistevano i voti ma i giudizi e il lavoro dell'aula
convegno e delle classi era concordato con gli altri insegnanti del gruppo
(la parola "team" ancora non esisteva); già allora si facevano riunioni
di programmazione e l'orario scolastico era dalle 8.30 alle 16.
Poi alla fine degli anni '70, in seguito alla legge 517, hanno cominciato
ad inserire i bambini con handicap nelle scuole di zona e anche noi li
abbiamo seguiti e abbiamo cominciato a lavorare nelle scuole.
Nelle scuole cosiddette "normali" c'erano classi di Tempo Pieno e molte di
Tempo Normale. Gli insegnanti che ci lavoravano credevano fermamente nel
TP e si battevano per ottenere i posti dal Provveditorato che ne concedeva
pochi.
Allora avevamo 24 ore di insegnamento settimanali quindi gli insegnanti si
trovavano fuori orario per programmare le attività che erano molteplici
fra cui le ore di laboratori, classi aperte e gruppi di livello.
Anche noi insegnanti di sostegno facevamo parte della programmazione e
avevamo i nostri gruppi, oppure a volte svolgevamo la lezione curricolare
mentre le titolari si occupavano degli alunni con h.
Si trattava di classi a volte molto difficili, sia perché io personalmente
ho insegnato spesso in scuole disagiate o addirittura in scuole "di
trincea" sia perché allora molti alunni affetti da disturbi
dell'apprendimento o del linguaggio non venivano considerati come persone
portatrici di handicap.
Negli anni '80, con la riforma Falcucci, il TP non è più sperimentale ma
si consolida e viene ufficializzato; aumentano le classi e le richieste da
parte delle famiglie che necessitano di avere i figli a scuola anche il
pomeriggio perché le mamme lavorano.
Negli anni '90 il T Normale pian piano va in via di estinzione e per legge
nasce il Modulo quindi ogni scuola si organizza per strutturare parte
della scuola a Modulo; ma poiché in quel periodo a Milano erano diminuite
le classi per il calo delle nascite, non si riusciva quasi mai a fare un
modulo in orizzontale, sia perché le richieste del TP erano alte sia
perché appunto diminuivano le classi. Il risultato è stato che siamo stati
costretti ad aprire Moduli in verticale prima/seconda.
Le classi a modulo erano state pensate per risparmiare (legge finanziaria)
poiché su due classi gli insegnanti non erano più 4 ma 3 e l'orario di
frequenza scendeva a 30 ore settimanali senza l'obbligo della mensa (nel
TP la mensa è un momento didattico- educativo e quindi obbligatoria): gli
alunni frequentavano solo al mattino con due rientri pomeridiani, ma il
grosso disagio del modulo era la totale mancanza di compresenze; si
vedevano quindi gli insegnanti che terminata la lezione, ogni due ore si
salutavano sulla porta e si scambiavano le classi. Arrivati in quinta gli
alunni superavano gli esami e la loro classe non esisteva più, quindi il
modulo diventava in orizzontale e a scavalco tra due scuole, costringendo
i docenti a fare acrobazie per organizzare gli orari e gli spostamenti.
A Milano il modulo è miseramente fallito soprattutto perché i genitori
hanno la necessità di inserire i figli non in un parcheggio ma in una
scuola di qualità.
Ora sopravvive fuori dalle grosse città e nei paesi disagiati dove
addirittura può diventare un modulo 5 insegnanti su 4 classi con le
pluriclassi. Non c'è limite alla fantasia pur di risparmiare soldi.
In quegli anni è nato anche il TP modulare nel quale due insegnanti erano
fissi e due ruotavano sulle classi.
Ci sono state molte esperienze diversificate perché il TP è versatile e ci
permette di adattarlo alle situazioni ambientali, valorizzando anche le
competenze di ciascun insegnante, senza contare il valore pedagogico e
sociale delle 40 ore di frequenza obbligatoria.
In questi ultimi anni oltretutto siamo in controtendenza per la fortissima
immigrazione straniera, soprattutto nelle zone di periferia. Per far
fronte a tutte le difficoltà di inserimento e di adattamento, questo tipo
di scuola è l'unica che ci permette lavorare proficuamente su vari
livelli: difficoltà di apprendimento, difficoltà di adattamento,
difficoltà di comprensione e conoscenza della lingua italiana e di
educazione alla convivenza, alla tolleranza, alla multiculturalità: in
poche parole "integrazione".
Voglio sottolineare anche il valore del lavoro di team che permette di
sviluppare la professionalità di ogni singolo insegnante e non ultimo
l'addestramento dei precari o dei neo assunti alle prime esperienze, che
sentono di far parte di un gruppo e programmano insieme a chi ha più
esperienza.
Vorrei sottolineare anche l'importanza della programmazione (22+2: 22 ore
di insegnamento e 2 di programmazione) che si svolge una volta alla
settimana dove vengono stabiliti gli obiettivi didattici e le prove di
verifica di circolo.
Ormai con l'autonomia le scuole lavorano su progetti che devono essere
opportunamente stilati con precisione per poter avere i finanziamenti.
La nostra scuola in particolare ( Circolo Martinengo) lavora sul progetto
ambiente ("Il giardino") e sull'intercultura ( "Il mondo in un piatto di
feste" che prevede laboratori all'interno delle classi in preparazione dei
vari festeggiamenti : capodanno cinese, festa africana, fiesta del sol
peruviana e il menù etnico a scuola).
Per il sostegno invece è in atto il progetto sulla dislessia, il lavoro di
gruppo sull'handicap grave e sulla comunicazione, in particolare
sull'autismo che in passato comprendeva anche un corso di abilità
sociali.
Certo che la precocità dell'inserimento degli alunni e la velocizzazione
degli apprendimenti come ce la impone la Moratti, è impensabile in un tipo
di scuola nella quale i programmi sono calibrati su determinate età
mentali.
I genitori possono aver fretta di inserire i figli in anticipo nella
scuola perché è qualitativamente ad alto livello, ma per noi avere bambini
piccoli in età da materna e bambini grandicelli nella stessa classe vuol
dire essere costretti a lavorare per gruppi di livello, perché un gruppo
di alunni deve finire il programma del terzo anno di materna mentre
l'altro può iniziare ad un livello più avanzato.
I bambini non hanno tutti le stesse modalità di crescita e di
apprendimento, ognuno ha i suoi tempi e così il divario è enorme (
potranno iscriversi i bambini che compiono i 6 anni nell'anno in corso più
quelli nati dal 1 gennaio al 31 agosto dell'anno dopo- 12+8=20 mesi di
differenza!).
Pensiamo anche ai bambini del nidi inseriti a due anni e mezzo alla
materna!
In un momento di cambiamento sociale così forte abbiamo la necessità di
avere un organico fisso anche per gli specialisti, invece i posti in
organico di diritto sono pochi mentre vengono poi aggiunti in organico di
fatto e così coperti da supplenti annuali.
Nella scuola abbiamo anche la necessità dei precari che costituiscono le
nuove leve per il futuro, ma che ora vengono quasi aboliti con i tagli
degli organici ( quando sono assenti gli insegnanti non si trova più
nessuno per le sostituzioni) e i neo diplomati o laureati vanno incontro
al precariato a vita.
A noi sono stati tagliati 2 posti di lingua straniera e uno di
intercultura, ma questo è solo l'inizio.
Andiamo verso la mancanza di personale; i nostri progetti, anche quelli
già avviati, rischiano di non potersi concludere.
L'anno scorso ci ha spaventato la modalità del passaggio di informazioni
false e contradditorie su quello che sarà la riforma Moratti ( giornali,
TV, notizie sentite in giro.), per questo motivo abbiamo cominciato ad
informarci.
Intanto fa rabbia il fatto che non siamo stati consultati, poi l'utilizzo
della legge delega ci toglie di fatto la possibilità di esprimere
qualsiasi forma di contestazione.
Abbiamo dovuto metterci a studiare per renderci conto di ciò che stava
succedendo e ci stiamo muovendo per ottenere ulteriori risorse a
vantaggio della scuola pubblica e non della privata (nella pubblica
taglieranno 34.000 posti in tre anni. ma con l'avvento del maestro
prevalente saranno molti, molti di più).
Ci ripropongono il "Tempo Normale" che oggi non si può più mettere in atto
perché un insegnante non è in grado di svolgere da solo i nuovi programmi
che sono più complessi e articolati; questo fa parte delle falsità che ci
hanno raccontato giornali e telegiornali perché in realtà non si tratta di
tornare al "Tempo Normale" ma di avere un insegnante che vale di più e che
coordina gli insegnanti pomeridiani, che non solo valgono meno ma
insegnano le materie considerate meno importanti. Bruttissima e pericolosa
idea quella di separare le materie del "sapere" e del "pensare" svolte al
mattino da quelle del "fare" svolte al pomeriggio ( vedi decreto sulla
sperimentazione).
Ci hanno detto che bloccando la riforma Berlinguer ( che non piaceva molto
agli insegnanti, ma era una riforma) tutto sarebbe ritornato come prima,
ma è falso, questa "contro-riforma" è molto peggio di prima perché
lentamente toglie risorse alla scuola pubblica svuotandola di contenuti e
ideali e una classe docente scontenta lavora malvolentieri e con fatica.
Tolte le risorse potrebbe finire anche quell'entusiasmo che si ha nel
creare nuove attività.
Non dimentichiamoci che in tutto questo non sono gli insegnanti o i
genitori i veri protagonisti della scuola, ma sono le bambine e i bambini,
le ragazze e i ragazzi e ogni scelta DEVE essere pensata in funzione loro,
del loro benessere e della loro crescita.
C'è un grosso dibattito nel mondo della scuola perché tutti sono rimasti
sconvolti da questa riforma che toglie risorse e pensa di dare più qualità.
Gli insegnanti sono insorti ( pare che il 98 % dei docenti sia contrario
come risulta dai sondaggi via internet).
Noi abbiamo fondato la Rete di Resistenza in Difesa della Scuola Pubblica,
al di là delle sigle sindacali, proprio per dare voce a questo malcontento
generale che si sta diffondendo in tutta Italia man mano che la gente si
informa e comincia a leggere.
La nostra mailinglist è nata proprio per favorire il passaggio di
informazioni e raccogliere le voci che ovunque si levano indignate: non ce
n'è una favorevole.
Questa contro-riforma ha scontentato tutti in particolare gli operatori
della scuola che si rendono conto del pericolo e solo uniti ai genitori
saranno in grado di contrastarla.