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Corriere-"Voti di latta? No, giudizi più seri con la riforma"

LA LETTERA / Il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti: il punteggio agli esami di Maturità è in linea con gli a...

03/08/2005
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Corriere della sera

LA LETTERA / Il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti: il punteggio agli esami di Maturità è in linea con gli altri Paesi europei
"Voti di latta? No, giudizi più seri con la riforma"
Caro Direttore, l'articolo di Gaspare Barbiellini Amidei "Quei voti bugiardi", pubblicato sul Corriere della Sera del 28 luglio, che ancora una volta giustamente solleva il problema delle votazioni degli esami di Stato, richiede alcune puntualizzazioni. Anzitutto non sarei così pessimista, non è vero che si tratta di "voti di latta": infatti la rilevante percentuale dei diplomati è dovuta soprattutto alla consistente selezione che ancora si registra nei primi due anni della secondaria superiore, nella fascia d'età 14-15 anni, proprio quella sottoposta all'indagine Ocse-Pisa.
In secondo luogo, l'alta percentuale di diplomati tiene conto non soltanto dei punteggi riportati dallo studente alle prove scritte e orali dell'esame, ma anche del credito scolastico maturato nell'ultimo triennio, che incide per un quinto sul punteggio finale. Si tratta, pertanto, non di voti, ma di punti assegnati alla carriera scolastica e alle prove d'esame dello studente, sulla base di una scala di punteggi nella quale gli spazi affidati alla discrezionalità dei valutatori sono piuttosto limitati.
Dobbiamo inoltre tener presente che, nella sessione da poco conclusa, il 40 per cento ha ottenuto il punteggio minimo o poco più, mentre soltanto il 10 per cento ha avuto un punteggio compreso tra 90 e 100. Questi risultati, in ogni caso, allineano l'Italia ad altri Paesi europei quali Austria, Spagna, Belgio, Olanda.
Per quanto riguarda le disparità registrate nelle diverse aree del Paese, esse, oltre che a ragioni di natura sociale ed economica, si legano principalmente agli effetti derivanti dalla mancanza, negli anni scorsi, di un Servizio nazionale di valutazione. È proprio per questo che ho provveduto ad istituire uno specifico servizio di valutazione di sistema - che si affianca alla valutazione degli insegnanti - previsto dalla legge 53/2003 sulla riforma della scuola e affidato all'Invalsi, attraverso il quale si assegna alla valutazione periodica e annuale dello studente un ruolo fondamentale nel processo educativo fin dalla scuola primaria. Il nuovo sistema prevede che gli studenti che non hanno acquisito le competenze richieste, al termine di ogni biennio vengano fermati e non proseguano, come invece accade oggi, portandosi fino all'esame di Stato debiti formativi rimasti insoluti. Le scuole però sono tenute a predisporre le necessarie azioni didattiche per il recupero degli apprendimenti dei singoli studenti.
Una novità assoluta è costituita dall'introduzione dell'obbligo di frequenza individuale dello studente - almeno tre quarti dell'orario complessivo - ai fini della validità dell'anno scolastico e della valutazione, superando così un generico obbligo di frequenza per la classe. In tale contesto si inserisce anche il ripristino del voto in condotta, che costituisce un elemento significativo per la valutazione del comportamento dello studente. Al fine di rendere l'attività valutativa più incisiva, in linea con quanto avviene nei migliori sistemi scolastici europei, abbiamo previsto il portfolio delle competenze individuali, che accompagnerà lo studente dal suo ingresso nella scuola primaria fino all'esame di Stato documentando la sua partecipazione al processo formativo e le competenze via via acquisite.
Per concludere, l'esame sarà l'ultimo tratto di un processo educativo, formativo, culturale e professionale, da valutare sulla base di dati oggettivi e ben documentati lungo tutto l'iter scolastico.
Sono certa che il nuovo sistema di valutazione, i cui risultati complessivi si vedranno tra qualche anno, contribuirà - come auspica Barbiellini Amidei - a garantire pienamente ai nostri diplomati competenze e conoscenze, in modo che possano positivamente sostenere il confronto europeo.
* Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca


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