Corriere: Vertecchi: vantaggi per i ricchi Agli altri non resterebbe che la tv
IL PEDAGOGISTA
ROMA — «L'Italia non è la Francia, da noi sarebbe un disastro ». Il pedagogista Benedetto Vertecchi si schiarisce la voce e invita alla calma.
Perché sarebbe pericoloso, secondo lei, imitare la riforma annunciata da Parigi?
«Ne guadagnerebbero i bambini che vivono in condizioni privilegiate: grande città, genitori con buon livello di cultura e di reddito. Avrebbero più tempo per fare equitazione e studiare il pianoforte. Ma questa è solo un'élite».
E per gli altri?
«Immaginate il mio piccolo paese della Valnerina, Colmotino. I bambini avrebbero solo più tempo per abbrutirsi davanti alla tv e ai videogiochi».
E non sarebbe così anche in Francia?
«No, perché la loro storia dell'educazione è diversa. Lì la scolarizzazione di massa è partita molto prima ed è un elemento fondante della Repubblica: i genitori dei bambini che sono adesso alle elementari hanno un livello culturale molto più alto dei nostri. Hanno meno possibilità di abbrutirsi con la tv».
Sta dicendo che i tempi non sono ancora maturi.
«Sì, e non so se lo saranno mai. Questi processi non sono facilmente prevedibili».
Crede che maestri e sindacati farebbero resistenza?
«Probabile, ma va detto che processi del genere non si possono imporre con una circolare. In Francia ci sono arrivati dopo una grande consultazione sullo sviluppo culturale, guidata da Jacques Delors. Da noi sulla riforma Moratti nessuno ha potuto dibattere davvero».