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Corriere: Una «nomination» per i ricercatori

Una proposta per rinnovare il reclutamento nelle università

28/07/2006
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Corriere della sera

ROMA - Invece dell’italica raccomandazione una «nomination» secondo la tradizione anglosassone, ossia una lettera di presentazione sigillata con la quale un autorevole scienziato, meglio se straniero, illustra i meriti dell’aspirante prof universitario e se ne assume la responsabilità. Un’incredibile fuga in avanti, dalle logiche amministrative e burocratiche delle selezioni tradizionali a una logica improntata a un elevato stile accademico. È il punto più innovativo di un’ipotesi di reclutamento di nuovi ricercatori, firmata da una commissione dell’Accademia dei Lincei formata da Giorgio Parisi, presidente, Enrico Alleva, Salvatore Califano, Ernesto Carafoli, Giorgio Careri, Gianfranco Chiarotti, Antonio Gambaro, Alessandro Roncaglia, Giorgio Salvini e Salvatore Settis. «I concorsi universitari? Una Torre di Babele». Il ministro Fabio Mussi non ripone molta fiducia nei meccanismi fin qui adottati dal mondo accademico per selezionare i giovani più promettenti. «Se le commissioni avessero tirato a sorte, forse avremmo ottenuto risultati migliori», ama ripetere. In effetti negli ultimi decenni sono state sperimentate diverse soluzioni, ma nessuna sembra aver raggiunto l’obiettivo. Concorsi nazionali con commissari eletti, con commissari eletti e sorteggiati, con commissari eletti su una lista di sorteggiati. Concorsi locali con un idoneo, con due idonei. La materia è complicata.

Così Mussi, che ha come obiettivo principale quello di assumere dai 1.000 ai 2.000 giovani studiosi l’anno per un decennio, soprattutto in ragione della materia grigia, al fine di «elevare il Paese all’altezza delle sfide», si è rivolto all’Accademia dei Lincei. Con la speranza che il sodalizio di scienziati che annovera tra i fondatori Galileo Galilei riesca a trovare un vaccino contro nepotismi e favoritismi. Inoltre ha allertato il Comitato universitario nazionale e la Conferenza dei rettori.

La risposta, in estrema sintesi, è un mix di internazionale, locale e nazionale. Vediamo meglio. Si parte dalla presentazione, dalla nomination. Poi gli atenei scelgono e motivano la scelta con una relazione in italiano e inglese. Infine una commissione nazionale, designata e non eletta, con una forte componente straniera, prende in esame le scelte degli atenei, in genere due per ogni posto, e stabilisce chi è il vincitore. In buona sostanza, spiegano i Lincei, se le scelte locali sono buone, vengono premiate subito. In caso contrario, sono respinte dalla commissione nazionale. Inducendo così le commissioni locali a lavorare meglio. Qualcosa del genere esiste negli Stati Uniti.

G. Ben.


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