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Corriere: Tutti esperti nell'uso di Facebook o Twitter ma analfabeti di tecnologia

Agli adolescenti, abilissimi nell’uso di ogni tipo di dispositivi e programmi, capire che cosa «c’è dietro» ai prodotti tecnologici sembra interessare poco o nulla

31/12/2009
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Corriere della sera

Carlo Formenti

I maggiori quotidiani americani lanciano un grido di allarme: il numero degli studenti delle medie superiori che si iscrivono ai corsi di computer science sta calando, al punto che molte scuole hanno deciso di chiudere i corsi, dirottando i docenti su altre materie. Agli adolescenti, abilissimi nell’uso di ogni tipo di dispositivi e programmi, capire che cosa «c’è dietro» ai prodotti tecnologici sembra interessare poco o nulla. L’amministrazione Obama risponde con nuovi investimenti per promuovere l’educazione scientifica e tecnologica dei giovani. Le ragioni di tale scelta sono chiare: una riduzione dei livelli di diffusione delle competenze tecnologiche nella popolazione lavorativa significa perdere competitività nei confronti dei Paesi emergenti, sempre più agguerriti su questo fronte.

E in Italia? Agli occhi di chi abbia occasione di valutare la cultura e la preparazione di centinaia di studenti universitari, si presenta il seguente scenario: i ragazzi sanno tutto su Facebook, YouTube, Twitter, così come padroneggiano discretamente i software per l’elaborazione di testi e immagini, ma ben pochi sono in grado di capire come funzionano certe applicazioni (o addirittura di adattarle alle proprie esigenze individuali), e quei pochi lo devono al proprio talento di autodidatti.

Cambiare questa situazione non servirebbe solo a farci risalire qualche posizione nelle classifiche internazionali che misurano il contributo dei vari Paesi all’innovazione globale, servirebbe anche e soprattutto a garantire adeguati sbocchi professionali alle nuove generazioni. Non esistono più campi lavorativi in cui le tecnologie digitali non svolgano un ruolo strategico: non solo meteorologi, biologi, medici, ingegneri, fisici, ma anche sociologi, politologi, esperti di pubblicità e di marketing devono affinare le proprie competenze informatiche e, in prospettiva, l’eccellenza in tutti questi settori verrà definita dalla capacità di un lavoratore di sviluppare autonomamente nuove applicazioni per arricchire la propria cassetta degli attrezzi. Per creare le condizioni perché questo avvenga, bisogna aumentare i fondi per la scuola, l’università e la ricerca.


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