Corriere: Test errati, ministero occupato Mussi: violenti. An: non è reato
Slogan contro il ministro. La vice presidente della Camera Meloni: le occupazioni illegali sono quelle dei centri sociali
Scontro sulla manifestazione di Azione universitaria
ROMA — Le dimissioni del ministro Fabio Mussi e nuove modalità nei test di accesso ai corsi di laurea. È quanto chiedono i ragazzi di Azione universitaria, la destra studentesca, che ieri mattina hanno occupato l'atrio del Miur, il ministero dell'Università e la ricerca. Centocinquanta giovani, secondo gli organizzatori, 52 secondo i funzionari del dicastero che hanno assistito alla scena, hanno oltrepassato i tornelli eludendo la sicurezza e per venti minuti hanno cantato slogan contro il ministro Mussi. Sugli striscioni c'era scritto: «Test sbagliati, concorsi truccati, caste e baronati... Studenti incazzati». Poco diverso il registro dei cori: «Con Mussi e Bersani per noi non c'è domani », «O ministro taglia la tua testa».
Durante l'occupazione Mussi non era presente, si trovava a casa sua. Ma il ministero non ha tardato a diffondere una nota: «Tutti nel nostro Paese hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni. Ma nessuno ha il diritto di usare metodi e modi prevaricatori e violenti ».
Diversa la versione dei manifestanti, che hanno negato provocazioni e scontri (né risultano alla polizia). La loro
performance è stata piuttosto una reazione al recente scandalo delle prove di ammissione a Medicina e alla concessione ai rettori «di poter alzare le tasse di un altro 25%». «L'ennesima dimostrazione del marciume e del caos nel quale versa il sistema universitario, che noi denunciamo da anni», ha spiegato Giovanni Donzelli, presidente nazionale di Azione universitaria. La sua proposta: «Stilare e pubblicare in Gazzetta Ufficiale a 20 giorni dalla prova decine di migliaia di domande da sorteggiare in modo casuale e informatizzato per preparare schede differenti per ogni candidato ». E poi, naturalmente: «Le dimissioni di Mussi».
Gli attestati di sostegno non si sono fatti attendere. «Non c'era nulla di violento nella manifestazione al Miur», ha detto la vicepresidente della Camera Giorgia Meloni (An). E all'obiezione che invadere il suolo privato è un reato, ha replicato: «È un reato nella misura in cui si occupa uno stabile per non liberarlo, questo era soltanto un gesto simbolico. Il richiamo alla legalità funzionerebbe se in Italia non avessimo fior fiore di occupazioni abusive, a cominciare da quelle dei centri sociali ». E se domani un drappello di giovani di sinistra occupasse simbolicamente Montecitorio? «Non sono così faziosa, li rispetterei. Certo, se venissero per fare un colpo di Stato sarebbe diverso».
Anche i colleghi di partito Maurizio Gasparri e Gianni Alemanno sono intervenuti in difesa della protesta di piazza Kennedy. «La rabbia degli studenti contro Mussi è altissima. Se a guidare queste proteste non fossero i ragazzi di A.U., ma i centri sociali guidati dai compagni e parlamentari Farina e Caruso, oggi le nostre città sarebbero a ferro e a fuoco», ha sbottato Gasparri.
A chiedere le dimissioni di Mussi è stata anche l'associazione di consumatori partenopea «Noiconsumatori.it». Comunisti italiani, Prc, Verdi e Sinistra democratica, hanno scelto la giornata di ieri per chiedere l'abolizione dei test.