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Corriere-Supplenze e inglese, i tagli della scuola

Supplenze e inglese, i tagli della scuola SCUOLA E UNIVERSITA' ROMA - Contenimento della spesa per le supplenze e un diverso utilizzo delle maestre elementari specializzate in li...

28/11/2004
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Corriere della sera

Supplenze e inglese, i tagli della scuola

SCUOLA E UNIVERSITA'

ROMA - Contenimento della spesa per le supplenze e un diverso utilizzo delle maestre elementari specializzate in lingua inglese. Risultato: 300 milioni di euro risparmiati dalla scuola. Il ministro Moratti ha dovuto minacciare le dimissioni: "Se lo fate sarà la sconfitta di tutta la mia riforma". Ha trascorso momenti di forte tensione: "Voglio vederci chiaro, la mia riforma non può essere affossata così". Le parole sono trapelate da una concitata trattativa, presenti il premier, il sottosegretario Letta, il Ragioniere generale dello Stato Grilli, che ha fatto slittare la riunione del governo. Alla fine l'ha spuntata. "Non c'è il blocco del turnover nella scuola, né c'è la riduzione degli organici - ha affermato il ministro all'indomani della battaglia sui tagli alla scuola -. Questi sono fatti e non parole". "Soddisfazione" è stata espressa anche dal presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), Piero Tosi, per l'esclusione del blocco delle assunzioni del personale universitario e l'incremento dei finanziamenti. Incassato il risultato, a Viale Trastevere si lavora per perfezionare il meccanismo dei risparmi. La parte più cospicua delle economie verrà dal contenimento del budget delle supplenze. Si tratta del fondo che di anno in anno viene assegnato in parte agli istituti e in parte agli uffici amministrativi periferici. La soluzione individuata dai vertici del ministero dell'Istruzione consentirebbe di ricavare almeno 90 milioni di euro nel primo anno e cifre superiori nel secondo e terzo anno. Il budget delle supplenze, spiegano i tecnici, risulta sovradimensionato. In soldoni, le scuole non riuscirebbero a spendere i soldi che lo Stato mette a loro disposizione. Negli ultimi anni sono state introdotte norme che riducono la possibilità di sostituire con un docente esterno il prof che si assenta: niente supplenze sotto i 15 giorni alle medie e superiori e sotto i 5 giorni alle elementari. In questi casi si utilizza un insegnante interno. Inoltre, per le supplenze di durata superiore lo Stato prevede un fondo abbastanza generoso, col quale è possibile far fronte a situazioni di emergenza, ad esempio più maternità nello stesso anno tra i prof di uno stesso istituto.
Non si tratta di poca cosa. Lo stanziamento è di centinaia di milioni di euro. Ogni scuola, in ragione del numero dei prof, riceve dai 30 ai 50 mila euro l'anno per coprire i "buchi". Nelle elementari e materne i soldi si esauriscono prima. Alle medie e superiori può accadere che lo stanziamento non venga speso per intero. I ragionieri di Viale Trastevere sono conviti di poter "tagliare" su questa voce senza produrre danni. Ma non la pensano tutti così. Per Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi (Anp), il ministero "sta riducendo sempre più gli spazi dell'autonomia delle scuole". "È in atto - dice - una vera controriforma strisciante: si decide tutto al centro".
Una supplenza costa 1.600 euro circa al mese: quattro o cinque maternità possono azzerare lo stanziamento di qualsiasi istituto e mandare in rosso il bilancio prima della fine dell'anno. E sono eventi da mettere sempre in conto, sottolineano gli esperti. "Ammesso che vengano ridotti i fondi per le supplenze - commenta Paolino Petrolino, del direttivo dell'Anp - il numero dei casi in cui le scuole non potranno far fronte alle loro necessità crescerà e quindi crescerà anche il ricorso ai fondi di compensazione che sono disponibili presso gli uffici periferici dell'amministrazione, con il rischio che questi si esauriscano e che quindi anche lunghi periodi di assenza dei prof restino scoperti". "Fare risparmi sulle supplenze - osserva Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola - significa fare previsioni di risparmio del tutto virtuali".
Giulio Benedetti

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