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Corriere-Superiori: 10000 studenti lasciano al primo anno

MILANO - Lasciano gli studi durante l'anno. Abbandonano del ... MILANO - Lasciano gli studi durante l'anno. Abbandonano del tutto la scuola o, nel migliore dei casi, decidono di iscriversi ...

25/02/2005
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Corriere della sera

MILANO - Lasciano gli studi durante l'anno. Abbandonano del ...

MILANO - Lasciano gli studi durante l'anno. Abbandonano del tutto la scuola o, nel migliore dei casi, decidono di iscriversi a un corso di formazione professionale. Studenti lombardi al primo anno di superiori: oltre novemila ragazzi, circa il 3,2 per cento del totale degli iscritti, l'anno scorso hanno deciso di interrompere le lezioni (oltre il 5 per cento negli istituti professionali). Nel 2000-2001 la percentuale si fermava al 2,6 per cento.
Un dato allarmante, che preoccupa gli esperti della formazione e che farà discutere genitori e insegnanti durante l'Expo dell'Educazione e del Lavoro, il salone del mondo scolastico in programma in Fiera dal primo al quattro marzo. Secondo i dati dell'ufficio scolastico regionale elaborati dai tecnici dell'expo, il passaggio dalle medie alle superiori rimane la fase più critica anche dal punto di vista del successo formativo: solo il 76,9 per cento degli alunni lombardi termina l'anno con la promozione. La situazione migliora negli anni successivi, con l'84 per cento di promossi delle seconde e terze classi e con l'88,9 per cento delle quarte.
"I ragazzi che lasciano - spiega il direttore scolastico regionale, Mario Giacomo Dutto - sono soggetti deboli che, con il passare degli anni, continueranno ad avere problemi. Per combattere questo fenomeno sono necessari attenzione ed impegno".
Tanto più che il caso della Lombardia è singolare, spiegano gli esperti, "perché solo qui c'è dispersione da ricchezza". Vale a dire che il sistema produttivo regionale è talmente vasto da richiedere figure professionali anche non preparate. "Se non ci fossero queste possibilità - continua Dutto - probabilmente la dispersione avrebbe numeri inferiori".
Anche a Milano gli abbandoni raggiungono cifre allarmanti. Circa il 4,5 per cento degli iscritti al primo anno di superiori lascia. Lo sottolineano i volontari di Galdus, associazione non profit che si occupa del successo formativo dei ragazzi.
Ecco l'identikit dello studente che diserta gli studi: ha tra i 14 e i 18 anni, ma lascia anche a 11 e 12 anni, già al primo e secondo anno delle medie. "E non si tratta - spiega Paola Missiana, direttore dei processi formativi dell'associazione - solo di figli di extracomunitari. Anzi. Molti provengono da situazioni di forte disagio, ma sempre più spesso il fenomeno riguarda adolescenti di estrazione borghese fino a coinvolgere i "figli di papà". I numeri sono in crescita. E poco importa se si tratta di scuola dell'obbligo: questi ragazzi sfuggono al controllo delle forze dell'ordine".
Commenta Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi. e organizzatore dell'expo: "Lo sviluppo di un Paese passa attraverso l'investimento sulle persone. Questa consapevolezza riguarda tutti: istituzioni e sistema scolastico fino alle università e ai master, associazioni delle imprese, operatori del lavoro. Ecco perché è fondamentale che il sistema scolastico sia considerato un investimento e non una spesa".
E mentre si cercano strategie per diminuire il numero degli abbandoni, mentre si studiano percorsi di recupero e l'ufficio scolastico prepara un'anagrafe di tutti gli studenti lombardi, l'assessore provinciale all'Istruzione, Sandro Barzaghi, precisa: "La dispersione scolastica ha dati più ampi: in alcuni istituti di Milano e Provincia raggiunge anche il 30-40 per cento degli iscritti. In ogni caso, non è possibile istituzionalizzare l'abbandono in un canale di serie b, cioè quello della formazione professionale con i corsi triennali della Regione. Serve, invece, un serio progetto di orientamento e riorientamento per reinserire a scuola, nel sistema dell'istruzione, il maggior numero di giovani".


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