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Corriere: Studenti in 80 piazze. Gelmini: slogan vecchi In 300 mila contro la riforma.

Tensioni a Milano. Nei cortei anche i ricercatori

09/10/2010
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Corriere della sera

ROMA — Gli studenti dicono che è stata un successo la protesta di ieri contro i tagli alla scuola e contro la riforma, il «No Gelmini day». Almeno 300 mila manifestanti in piazza, negli ottanta cortei che si sono svolti in tutta Italia. Trenta mila solo a Roma, 20 mila a Milano e a Palermo, 70 mila in Campania tra Napoli e gli altri capoluoghi di provincia, 10 mila a Bari. Migliaia anche a Torino e Firenze.

Nella capitale la giornata di protesta è cominciata all’alba. Alle sei e mezza sono comparsi due striscioni davanti al ministero dell’Istruzione: «Voi l’incubo, noi la sveglia» recitava uno, «La paura fa 90... cortei in tutta Italia» l’altro. Slogan e proteste, e momenti di tensione.

A Milano, due poliziotti sono stati feriti: uno c on l o spray urticante che gli è stato spruzzato sul viso. E ci sono stati scontri e cariche, in alcuni casi gli agenti erano in divisa antisommossa. Denuncia il vicesindaco Riccardo De Corato: «Centri sociali, anarchici e no global si mischiano agli studenti per alimentare le tensioni contro le forze dell’ordine». C’è stato qualche lancio di fumogeni, di oggetti e di petardi contro gli agenti, e poi sputi, spintoni e lo spray urticante. «Ecco il vero volto del No Gelmini day», conclude De Corato. A Firenze in piazza erano 5.000, ma la manifestazione non era stata preavvisata. Parecchia tensione quindi tra studenti e poliziotti, cariche e decine di denunce.
«Bisogna avere il coraggio di cambiare — commenta il ministro Gelmini alla fine dei cortei —. Questa protesta mi pare riproporre vecchi slogan di chi vuole mantenere lo status quo. Evidentemente a molti dà fastidio che la scuola, finalmente, non sia più proprietà privata della sinistra».

«Non ha visto bene», gli rispondono gli studenti, che respingono anche le accuse di aver organizzato una giornata di guerriglia urbana. L’Uds (Unione degli studenti, tra le sigle in piazza ieri) replica: «La Gelmini non può limitarsi a dirci che abbiamo vecchi slogan». E sugli scontri: «Non accettiamo che si parli di nuova strategia della tensione. Chi agisce in modo violento è fuori dal nostro movimento. A Roma eravamo in 30 mila e non è successo nulla».

Accanto agli studenti c’erano anche i ricercatori universitari, molti precari e in tutto il Paese, in un incrocio voluto di proteste, c’è stato lo sciopero dei docenti della Cgil e di Unicobas (i primi hanno scioperato un’ora, gli altri l’intera giornata) che, a quanto affermano le organizzazioni sindacali, è stato anche questo un gr a nde s uccess o. Molte l e scuole con i cancelli chiusi per la prima ora di lezione. «Le manifestazioni di oggi sono il primo passo di una mobilitazione che si estenderà nei prossimi giorni nelle scuole, negli atenei, negli istituti di ricerca pubblici — dice Mimmo Pantaleo della Cgil —. I professori hanno aderito per non meno del 70 per cento, con punte di 90». Ma dal ministero dell’Istruzione arriva una nota: non più del 5,5 per cento il dato dei partecipanti allo sciopero, tra dirigenti, docenti e personale Ata.

E la responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi si rivolge direttamente al ministro: «Ascolti il disagio espresso da questi studenti che a migliaia hanno affollato i centri cittadini, invece di continuare a negare l’evidenza perché se qui c’è qualcuno che abusa di vecchi slogan è proprio il ministro quando parla di luogo di indottrinamento della sinistra. Quale indottrinamento se mancano persino le aule».


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