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Corriere-Stanchezza e depressione, insegnanti con il "mal di cattedra"

Scarsa retribuzione, troppe responsabilità, scontri con colleghi e genitori: dalle materne alle superiori aumentano lo stress e la perdita di autocontrollo Stanchezza e depressione, insegnanti ...

21/03/2005
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Corriere della sera

Scarsa retribuzione, troppe responsabilità, scontri con colleghi e genitori: dalle materne alle superiori aumentano lo stress e la perdita di autocontrollo
Stanchezza e depressione, insegnanti con il "mal di cattedra"
Indagine su mille docenti milanesi: rispetto agli altri dipendenti pubblici raddoppiato il rischio di patologie psichiatriche e tumori
Sono stanchi, apatici, hanno disturbi relazionali e soffrono di affaticamento mentale e fisico. Si ammalano di laringite e sono esposti al rischio di neoplasie. E sì che vengono accusati di lavorare poco. Insegnanti sotto stress. Perché a soffrire di mal di scuola non solo i bambini e gli adolescenti. Anzi. I docenti sono i più colpiti dalla sindrome del burn out tra i dipendenti della pubblica amministrazione. Lo rivela lo studio "Golgota" della Fondazione Iard che ha messo a confronto circa mille professori milanesi con altre tre categorie professionali (impiegati, personale sanitario, operatori manuali). Risultato, gli insegnanti sono i più soggetti alle psicopatologie psichiatriche (il rischio è doppio rispetto agli altri lavoratori).
A spiegare le ragioni di questo fenomeno è Vittorio Lodolo D'Oria, responsabile dell'area scuola e sanità della Fondazione Iard e ideatore dello studio "Golgota". "Il vero problema - dice - è che la famiglia è stata smantellata e tutte le responsabilità, ormai, pesano sulle spalle degli insegnanti. Alla scuola viene delegata l'intera crescita dei ragazzi, dalla prima infanzia all'adolescenza".
Altre cause del burn out , la retribuzione insoddisfacente, il precariato, la conflittualità tra colleghi, il susseguirsi di riforme, la bassa considerazione sociale da parte dell'opinione pubblica, l'alleanza genitori-figli a danno dell'asse genitori-insegnanti. Tutti fattori che portano ad affaticamento, a un atteggiamento distaccato nei confronti della classe, alla diminuzione dell'autocontrollo.
Non solo problemi psichiatrici, però. Le patologie laringee si verificano nei professori venti volte di più rispetto agli altri lavoratori e alta è la frequenza di tumori nei docenti (14,2 per cento) rispetto a impiegati (9,2) e agli operai (7,2). "Dove c'è ansia e depressione forte - continua il medico - c'è anche un forte abbattimento delle difese immunitarie e un maggiore emergere di tumori".
Secondo lo studio, il burn out colpisce gli insegnanti di tutti i livelli, dalle materne alle superiori. Uomini e donne, poi, soffrono di patologie psichiatriche nella stessa percentuale. "Vuol dire - continua Lodolo D'Oria - che il fattore insegnamento è così forte che azzera le differenze tra i due generi".
Milena Ancora, professoressa di lettere allo scientifico Vittorini, racconta la sua esperienza: "Anche a me è capitata qualche laringite, fa parte dei mali della professione. È vero che c'è poco riconoscimento per il nostro lavoro. E che è faticoso più di quanto la gente immagini".
Guido Panseri, docente di storia e filosofia al liceo classico Berchet, sottolinea un paradosso: "La scuola è spesso pensata come luogo che dà soluzione a tutto, mentre il docente verifica lo scompenso tra i troppi compiti che deve svolgere e le aspettative nei confronti dell'istituzione scolastica sviluppando patologie legate alla disaffezione. La cura? Bisogna riuscire ad acquistare coscienza della propria professionalità e avere la capacità di ridiscutere il ruolo di insegnante".
È d'accordo Laura Colombo, maestra all'elementare Dante Alighieri di via Mac Mahon: "Si è sempre sotto stress. Le famiglie delegano molto, ma se non si risponde alle loro esigenze sono pronte a metterti alla gogna. Rispetto a quando ho cominciato questo mestiere all'insegnante vengono chieste sempre più competenze, dall'educazione stradale al computer. Ma non possiamo essere tuttologi. Serve molto equilibrio e solidità, altrimenti il nostro è un lavoro veramente duro".
asacchi@corriere.it
Annachiara Sacchi


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