Corriere-Siamo in piazza per una scuola migliore
In trentamila alla manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil. I ragazzi: dobbiamo essere uniti contro chi minaccia la qualità "Siamo in piazza per una scuola migliore" Professori, studenti...
In trentamila alla manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil. I ragazzi: dobbiamo essere uniti contro chi minaccia la qualità
"Siamo in piazza per una scuola migliore"
Professori, studenti e genitori in corteo contro i tagli degli insegnanti. Chiuse metà delle elementari
MILANO - C'erano tutti. Le maestre e le mamme. I bambini e i ragazzi. I prof e i bidelli. E pure qualche preside. "Perché qui non si manifesta per lo stipendio, ma per tutta la nostra scuola". In particolare contro il taglio delle cattedre deciso dal governo, meno 1.185 solo per la Lombardia. In generale, contro tutta la riforma Moratti. E gran parte della scuola lombarda ha protestato ieri mattina. In tutta la regione, con lo sciopero regionale organizzato da Cgil, Cisl e Uil, cui ha aderito quasi il 50 per cento dei docenti. A Milano con la manifestazione. In trentamila, dicono gli organizzatori, in diecimila per le forze dell'ordine. Comunque tanti, partiti alle 10 in corteo da piazza Diaz, davanti alla sede dell'Ufficio scolastico regionale. Un serpentone colorato di striscioni e bandiere che si è snodato lungo via Larga, largo Augusto, via Durini, corso Europa fino in piazza Santo Stefano, concluso con un comizio dei sindacati. Tanti i docenti nella sfilata, soprattutto maestre di elementari e materne. Loro infatti le più numerose ad aver aderito allo sciopero, il 58,79 per cento. E loro le più arrabbiate contro tagli e riforma, che per prima dovrebbe toccare proprio le loro classi. "Non siamo qui a difendere il posto di lavoro, ma i progetti qualificanti della nostra scuola, come il tempo pieno, per il quale abbiamo combattuto negli anni '70", dice Nives dell'elementare di via Clericetti, vestita da Cappuccetto rosso, ma con la maschera da lupo, "come la Moratti, che fa proposte da Cappuccetto rosso, ma dietro c'è il lupo".
Tanti slogan contro l'anticipo a due anni e mezzo alla materna, "non siamo preparati ad avere bambini così piccoli - si arrabbia Antonella, maestra d'asilo di Mariano - e poi eliminano anche le cattedre?". Ma, continua la sua collega Nadia, "come facciamo a tenere classi con 28 bambini di due anni?".
In piazza anche studenti di tutte le età. I più piccoli con un cartellone in mano che diceva "Moratti, perché ci freghi gli insegnanti?". Altri ancora, quelli della elementare di via Russo, con lo striscione "Tagliamo la Moratti, prima che tagli noi". E quelli delle scuole di via Clericetti, Romagna e Tajani, con maschere di leoni arrabbiati fatte da loro, che indossavano anche le mamme, "perché è un problema di tutti e non solo delle maestre". Tanto che anche i ragazzi delle superiori hanno partecipato. Quelli dell'Uds, con lo striscione "Noi ci siamo e vogliamo contare", ma anche tanti arrivati insieme con i loro prof. Jonathan dello scientifico Volta, ad esempio, "mi sembra giusto che tutte le parti della scuola siano unite e io sono qui a dare un contributo nel mio piccolo". O Martina e Anna del Virgilio che sulla pancia hanno scritto "Ho fame di cultura, ma questa riforma mi toglie la fame".
E i sindacati applaudono. Uniti sul palco montato in piazza Santo Stefano ricordano che "la scuola lombarda è una scuola di qualità", che è stata "penalizzata dagli indicatori economici", che ha "subìto un taglio negli organici molto più alto di altre regioni italiane con meno alunni". Pirelli si rivolge poi al ministro: "Il successo della manifestazione di oggi è un messaggio esplicito che il nostro non è un problema di natura sindacale, ma di qualità del servizio offerto, che coinvolge e interessa tutti". Il prossimo appuntamento è il 23 marzo a Roma per la manifestazione nazionale della Cgil. Già pronti a partire dalla Lombardia quasi 20 pullman di insegnanti e professori.
Claudia Voltattorni