Corriere-Se l'ignoranza si mette "a nudo"
Se l'ignoranza si mette "a nudo" Sembra davvero il fatto del momento, la lettera di quel preside sugli ombelichi scoperti, se ogni sera vi si imbastiscono servizi tv sulle nuove tendenze giovan...
Se l'ignoranza si mette "a nudo"
Sembra davvero il fatto del momento, la lettera di quel preside sugli ombelichi scoperti, se ogni sera vi si imbastiscono servizi tv sulle nuove tendenze giovanili in fatto di moda. Ma il problema - al di là del fatto più o meno estetico anche per via di certi salsicciotti - è un altro.
Ci si preoccupa, televisivamente e giornalisticamente, di pantaloni a vita bassa, e si passa praticamente nel dimenticatoio il fatto che in altri settori scolastici ci si trovi di fatto "in mutande", se non addirittura "senza". E penso all'ennesima notizia - data come scoop, anziché come grave avvertimento - che ribadisce quanto si sa, e non si rimedia: il sempre più basso livello di preparazione della gioventù. Oggi tocca alla matematica (addirittura preoccupante, a sentire certe risposte date da studenti di ingegneria); ma ieri era il turno della storia; l'altro ieri della geografia; mentre non ha bisogno di rilevazione alcuna la presa d'atto dell'ignoranza dell'italiano: qui basta seguire la tv, per essere avvolti da bisticci grammaticali (e anche ortografici, in certi sottotitoli).
Insomma, sembra quasi che l'unico campo cui possa adattarsi la figura geometrica della piramide sia ormai la "costruzione programmata dell'ignoranza", sempre più tesa allo specifico (in ogni ordine di scuola), dimenticando i fondamenti. Par divenuto quasi umiliante insegnare il classico buon "leggere, scrivere, far di conto". Si promuovono iniziative mediatiche, e poi non si sa più tener la penna in mano o distribuire la punteggiatura: perché intanto ci pensa il computer a correggere. Tre più due uguale a zero recita un recente pamphlet su una riforma universitaria "da Berlinguer alla Moratti", sempre più avvilente la preparazione reale (Garzanti, pp. 190, euro 13.50). Che quello del titolo sia il solo giusto calcolo per la scuola odierna?