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Corriere-Se funziona la riforma

Se funziona la riforma. A SCUOLA DI CIVILTA' Solo attraverso la sua pratica attuazione si potrà verificare, consapevolmente, se la riforma della scuola elementare e media saprà essere una buona ri...

17/03/2004
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Corriere della sera

Se funziona la riforma.
A SCUOLA DI CIVILTA'
Solo attraverso la sua pratica attuazione si potrà verificare, consapevolmente, se la riforma della scuola elementare e media saprà essere una buona riforma o no, o meglio se potrà diventarla nel tempo, grazie all'impegno di maestri e professori. Per ora possiamo fare solo qualche considerazione generale (e necessariamente astratta) sul nuovo progetto didattico, lasciando da parte le (legittime) prese di posizione ideologiche. Dunque, nella sostanza, si promette un incremento nello studio dell'italiano e della matematica, un ridimensionamento della storia, l'inserimento dell'informatica, dell'inglese e (per le medie) di una seconda lingua straniera, dell'"educazione all'affettività" (versione pudica per "educazione sessuale"), nonché il ripristino dell'educazione civica e dell'economia domestica. Ma soprattutto si punta a uno svecchiamento all'insegna dell'attualità: il che vuol dire non solo introdurre nella scuola la navigazione in Rete e rafforzare la lettura dei giornali, ma persino analizzare i talk show televisivi. Questa è una brutta notizia per chi è affezionato all'idea di una scuola attenta soprattutto allo studio del passato, per cui è facile prevedere lo scatenarsi di una lunga e accesa discussione, forse sterile, perché dipenderà dagli insegnanti correggere il tiro e coniugare tradizione e modernità con buon senso. Ma vorrei spostare l'attenzione su altri aspetti, apparentemente più marginali, che possono invece diventare importanti, specie per bambini e ragazzi di grandi aeree metropolitane. L'educazione "ai principi fondamentali della convivenza civile", se saprà essere qualcosa di organico e ben costruito, potrà essere determinante in una scuola che è ormai multietnica, specie per una città come Milano, dove già ha un grande sviluppo il volontarismo giovanile in senso lato: da quello dedicato alla solidarietà e all'integrazione, a quello rivolto all'ambiente e all'ecologia.
Anche il ripristino dell'educazione domestica (nonostante la dicitura démodé) mi pare buona cosa per bambini e ragazzi di una metropoli, che possono così recuperare il gusto della manualità, il piacere dell'uso di veder nascere oggetti dal paziente lavoro delle loro mani. E' un recupero che farà bene anche alla salute mentale, se saprà creare uno sviluppo di una capacità di concentrazione alternativo a quello della concentrazione puramente intellettuale. Ma soprattutto questo recupero potrebbe diventare un correttivo decisivo al pericolo maggiore a cui va incontro la nostra futura scuola, che sembra divinizzare il computer e Internet. Certo, l'alfabetizzazione informatica è oggi necessaria. Ma rendere il pc protagonista nell'insegnamento mi pare utopistico e insieme rischioso. Utopistico perché difficilmente si troveranno i fondi indispensabili per un continuo aggiornamento degli strumenti e dei programmi. Rischioso perché una frequentazione eccessiva con il mondo virtuale di Internet potrebbe alla lunga snaturare la conoscenza diretta del mondo reale.

di GIORGIO DE RIENZO"


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