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Corriere: Scuole, il governo taglia i fondi» Pd all'attacco. La Gelmini: falso

La scuola fu multata nel 2006 perché la documentazione sulla sicurezza era incompleta

25/11/2008
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Corriere della sera

Torino, si indaga sulla ditta dei lavori ai bagni. «Altre aule a rischio»

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

TORINO — «Non è fatalità, ma miopia politica» protesta Antonio Di Pietro, Italia dei Valori. Rincara la dose Dario Franceschini, vicesegretario del Pd: «È sbagliato dire che è stata una fatalità. C'è una responsabilità politica, non su quell'incidente, ma sul fatto di aver tagliato le risorse alla scuola». E due parlamentari del Pd, Manuela Ghizzoni e Mariangela Bastico, fanno i conti: «Cancellati 22,8 milioni su 100». Ma la maggioranza replica e accusa la sinistra di «vampirismo» e di raccontare «menzogne». E il ministro Mariastella Gelmini: «Tagli? Non è così, anzi. L'edilizia scolastica è tra le infrastrutture strategiche».
Intanto ieri a Roma, in un liceo classico, è caduto l'infisso di una finestra sui banchi, senza provocare feriti. Sull'argomento è intervenuto anche Jovanotti: «È stata una disgrazia, una tragedia ». Mentre i politici si accapigliano con scambi d'accuse, a Torino prosegue invece l'inchiesta per far luce sul perché sabato mattina sia crollato il controsoffitto della IV G al liceo scientifico Darwin di Rivoli. I vigili del fuoco hanno già presentato una relazione dalla quale emerge una situazione allarmante: ci sono altre 13 classi nella scuola in condizioni simili a quella crollata. Tra soffitto e controsoffitto sono infatti accatastati tubi, mattoni e impianti di ogni genere e quello che è successo in IV G avrebbe potuto accadere in altre aule. Non solo.
Nella classe dove è morto Vito Scafidi sono state notate delle piccole differenze. Sembra che siano stati tolti dei mattoni e poi rimessi, forse per intervenire su perdite d'acqua. Se questo possa aver contribuito al crollo saranno i magistrati a stabilirlo. Il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello ha già affidato una consulenza tecnica a tre ingegneri del Politecnico. Il loro compito sarà chiarire cause del crollo e idoneità dei materiali.
Ci si chiede come mai un controsoffitto tanto pesante fosse sostenuto da «tondini di ferro» e perché il tubo in ghisa dimesso non fosse stato portato in discarica durante i lavori ai bagni del 1994. La ditta che se ne occupò è già stata identificata. Altro capitolo sono i lavori di manutenzione: l'intercapedine dove era appeso il tubo di ghisa è alta un metro e venti, raggiungibile attraverso una botola. La situazione precaria del soffitto era ben visibile a chi si occupava di controlli. La scuola fu multata nel 2006 con 4.000 euro perché la documentazione sulla sicurezza era incompleta.
Lo stesso anno l'Asl, dopo un sopralluogo, aggiornò però il documento di valutazione dei rischi, rilevando che non c'erano problemi, neanche strutturali.
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Cristina Marrone


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