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Corriere-"Scuola senza regole, intervenga il prefetto"

D'Elia: non possiamo svolgere il nostro lavoro. Indinimeo: eppure non dobbiamo cedere. I ragazzi del Berchet: collaboriamo per trovare i responsabili dei danni "Scuola senza regole, intervenga il ...

21/12/2005
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Corriere della sera

D'Elia: non possiamo svolgere il nostro lavoro. Indinimeo: eppure non dobbiamo cedere. I ragazzi del Berchet: collaboriamo per trovare i responsabili dei danni
"Scuola senza regole, intervenga il prefetto"
Allarme dei presidi. Magistrelli: serve un tavolo istituzionale. Rossi: l'autogestione? Una grande bigiata
Il giorno dopo l'incendio si contano i danni. Ma il Berchet è ancora autogestito. E i presidi degli altri licei lanciano l'allarme: "Siamo soli, non abbiamo gli strumenti per frenare questa ondata di illegalità". Ieri mattina i contestatori del classico di via Commenda erano dal preside a offrire collaborazione per trovare i responsabili dell'atto vandalico di lunedì (due bagni bruciati e allagati) che costerà loro 3 mila euro. Perché saranno proprio loro a pagare. "Deciderà il consiglio di istituto - spiega Innocente Pessina, preside del Berchet - ma mi sembra giusto che gli organizzatori dell'autogestione si assumano questa responsabilità. Spero solo che non chiedano a papà di coprire la somma richiesta".
Previste altre punizioni: tre classi di liceo salteranno la gita (in Grecia e in Italia). "Gli studenti di quelle sezioni - continua il preside - sono stati assenti per giorni. Non hanno protestato, hanno solo fatto vacanza. Devono recuperare le ore perse. Non è una ritorsione". Decisione contestata dal professor Guido Panseri: "Troppo affrettata".
Resta il fatto che l'incendio al Berchet ha aperto un nuovo caso: la "mancanza di legalità" nelle scuole. Nell'ultima settimana alcuni ragazzi hanno occupato e insultato un preside, vandali hanno dato fuoco ai bagni del liceo e li hanno allagati, "esterni" sono entrati negli istituti indisturbati, studenti si sono presi a pugni per fare lezione. "Cosa sta succedendo?", si chiedono gli insegnanti. Clara Magistrelli, preside del Caterina da Siena: "Serve un tavolo istituzionale per discutere del problema. Subito. Con gli enti locali, la direzione scolastica, la prefettura".
Il più duro è Michele d'Elia, preside dello scientifico Vittorio Veneto: "I governi degli ultimi trent'anni hanno distrutto la scuola. Non ci sono più gli esami a settembre e l'ammissione alla maturità, e il 7 in condotta è poco più di un buffetto sulla guancia. I ragazzi non conoscono il rispetto delle regole e i presidi non sono in grado di svolgere il loro lavoro". Sotto accusa lo statuto degli studenti. "Sono state abolite tutte le punizioni - continua D'Elia - questi giovani fanno quello che vogliono. Noi abbiamo le armi spuntate, non possiamo intervenire". Nessuna possibilità di controllo durante l'autogestione. "Finché non ci sono fatti gravi - aggiunge Giovanni Gaglio, dirigente dell'Agnesi - la polizia non interviene. Non c'è nessuna volontà di stroncare la forza antidemocratica di alcuni studenti che pensano di fare quello che vogliono". Una componente trasgressiva che "ha raggiunto la follia", commenta Rodolfo Rossi del Giorgi: "È venuto a mancare il rispetto delle regole. Oltretutto questi ragazzi non sono in grado di fare politica e trasformano l'autogestione in una grande bigiata".
Annamaria Indinimeo, preside del Kandinsky, parla di responsabilità: "Possiamo impedire che gli esterni entrino solo se sono i ragazzi a non volerli. Ma anche noi presidi non possiamo lasciar perdere". Luigi Barbarino, dirigente del classico Manzoni: "Queste autogestioni non esprimono nessun sentimento politico. Sono rituali vuoti". Ma c'è anche chi parla di disagio giovanile. "Il malessere c'è - conclude D'Elia - perché mancano punti di riferimento". E mentre la preside Magistrelli chiede telecamere almeno nei cortili e sulle facciate degli istituti superiori "per controllare gli ingressi", il direttore scolastico Mario Dutto conclude: "Siamo preoccupati. Sono fatti nuovi rispetto al recente passato. Il problema è capire le ragioni di quello che è successo. Sono comunque episodi isolati. Speriamo che rimangano tali".

Annachiara Sacchi


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