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Corriere: Scuola, sciopero il 30 Lite sulla paga dei prof

Veltroni contro Brunetta: assurdo dire che i docenti guadagnano troppo

10/10/2008
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Corriere della sera

Si fermano anche gli statali. Sì al decreto Gelmini

Polemica in Aula sulla Costituzione. Sì alla distribuzione gratuita nelle scuole, ma la Lega si oppone

ROMA — La «riforma» Gelmini ottiene il sì della Camera. E i sindacati, inviperiti anche dalle affermazioni del ministro dell'Innovazione Brunetta («i prof lavorano poco e sono ben pagati») confermano lo sciopero generale della scuola per il 30 ottobre. Con l'obiettivo di una dimostrazione di consenso tale da far riaprire i tavoli con un ministro indebolito.
Ieri il governo ha incassato l'approvazione alla Camera del decreto del ministro dell'Istruzione (maestro unico, ritorno ai voti decimali, bocciatura con 5 in condotta, lotta al caro- libri di testo, ritorno dell'educazione civica). Ora il provvedimento andrà al Senato. E questo mentre scoppia la polemica sugli stipendi degli insegnanti tra Brunetta e Veltroni.
La risposta dei sindacati dei prof non si è fatta attendere. Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, per la prima volta insieme dopo tantissimo tempo, hanno confermato lo sciopero generale della scuola per il 30 ottobre, con manifestazione a Roma. «Sarà una manifestazione storica », promette Rino Di Meglio, segretario generale della Gilda. I sindacati di base, invece, incroceranno le braccia il 17. Cobas, Cub e le altre sigle — con l'eccezione degli Unicobas che hanno scelto il 30 ottobre — intendono fare le cose altrettanto in grande: sciopero e sfilata a Roma. Anche gli altri statali si preparano a riempire le piazze. Per ora ci sono tre giornate di sciopero (rispettivamente Nord, Centro con le isole e Sud). Le hanno annunciate i sindacati confederali al termine dell'incontro all'Aran. Senza escludere lo sciopero generale.
La finanziaria prevede tagli di posti di lavoro e riduzione delle ore di lezione. Tra il 2009 e il 2012 verranno soppressi oltre 87 mila posti di docente e 44 mila 500 di amministrativi e assistenti (blocco turn-over). «Non comprendo le ragioni di questa protesta — è stato il commento del ministro Gelmini —. Non credo che scendere oggi in piazza possa portare vantaggio né al paese, né alle famiglie, né agli studenti, né agli insegnanti che oggi hanno stipendi bassi». Il governo fa quadrato. «Quello che sta facendo è sacrosanto — ha affermato Brunetta —. Vorremmo tutti degli insegnanti a tempo pieno, preparati, pagati bene. Attualmente sono tanti, selezionati purtroppo non benissimo. E per il lavoro che fanno lo stipendio non è male». «Il governo sembra essere veramente contro la scuola — è stata la replica del segretario del Pd Walter Veltroni —. Ora si aggiunge anche la dichiarazione incredibile del ministro Brunetta, che ha detto che gli insegnanti italiani guadagnano troppo».


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