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Corriere-Scuola, riforma pronta per settembre

Sì della Commissione cultura, oggi tocca al bilancio. La Consulta cambia l'organizzazione del personale: spetta alle Regioni, non al ministero Scuola, riforma pronta per settembre Domani ...

22/01/2004
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Corriere della sera

Sì della Commissione cultura, oggi tocca al bilancio. La Consulta cambia l'organizzazione del personale: spetta alle Regioni, non al ministero

Scuola, riforma pronta per settembre

Domani ultimo passaggio al Consiglio dei ministri. Il via previsto per elementari e prima media

ROMA - Sì della Commissione cultura di Montecitorio al primo decreto di attuazione del progetto Moratti che riforma la scuola dell'infanzia e il primo ciclo (elementari e medie): al momento del voto l'opposizione ha deciso di abbandonare l'aula, mentre l'Udc ha votato a favore pur con qualche perplessità. Il prossimo passaggio è previsto per domani, quando approderà sul tavolo del governo. Salvo imprevisti dovrebbe finire sulla Gazzetta entro febbraio. In tempo utile per far partire la riforma alle elementari e in prima media a settembre. Il parere non vincolante è accompagnato dalla richiesta di varie modifiche. Tra queste il mantenimento dell'attuale organizzazione scolastica alle elementari che prevede un gruppo docente su più classi. Il via libera da parte della Commissione bilancio, sulla copertura finanziaria, è atteso per oggi. I sindacati Cgil, Cisl e Uil scuola, come preannunciato nei giorni scorsi, hanno depositato presso il Tar del Lazio il ricorso per l'annullamento della circolare relativa alle iscrizioni per il prossimo anno scolastico.

COMPETENZE DELLE REGIONI - La Corte Costituzionale ha stabilito che l'organizzazione del personale scolastico non spetta al ministero e ai suoi uffici decentrati, ma alle Regioni. La sentenza, la numero 13 del 2004, è importante. E c'è chi si domanda se non apra le porte a una rideterminazione del rapporto di lavoro del personale scolastico, come accade in alcuni Paesi europei. E la Consulta ha accolto il ricorso presentato dalla Regione Emilia-Romagna sulla legge finanziaria 2002. "Le dotazioni organiche - recita il comma giudicato illegittimo - sono definite... dal dirigente preposto all'ufficio scolastico regionale...". Vale a dire dal rappresentante locale del ministro. La sentenza ha ribadito il principio della competenza regionale per la programmazione degli organici del personale scolastico, secondo la ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni prevista dal titolo V della Costituzione. Fino a oggi quest'attività - determinazione del numero dei docenti e del personale ausiliario, distribuzione nelle scuole - è stata gestita dal centro. Le conseguenze pratiche del pronunciamento della Corte Costituzionale si avranno non appena le Regioni si saranno dotate degli strumenti necessari per gestire il personale scolastico. Un fatto sembra emergere con chiarezza sin da ora: il soggetto di riferimento, il responsabile del servizio scolastico, dal punto di vista organizzativo non può essere lo Stato, ma la Regione. E anche se il passaggio non è automatico, c'è chi ritiene che la Regione debba in prospettiva subentrare allo Stato anche nella qualità di datore di lavoro. E' tutto da vedere. Certamente la sentenza della Consulta rende ancora più pressante l'esigenza dell'attuazione del nuovo Titolo Quinto.

LA SENTENZA - "Si può assumere per certo - è scritto nella sentenza - che il prescritto ambito di legislazione regionale sta proprio nella programmazione della rete scolastica. E' infatti implausibile che il legislatore costituzionale abbia voluto spogliare le regioni di una funzione che era già ad esse conferita nella forma delle competenza delegata dall'articolo 138 del decreto legislativo numero 112 del 1998 (il decreto di attuazione della cosiddetta riforma Bassanini sul federalismo amministrativo, ndr)".
Il ministero dell'Istruzione ha reso noto che la sentenza non produrrà alcun effetto sulla Riforma. "Si apre una fase inedita nel mondo della scuola, perché la sentenza che afferma la competenza regionale sulla programmazione dell'offerta formativa sull'organizzazione e sulla gestione del personale della scuola, chiede a tutti una diversa responsabilità", è stato il commento di Dario Missaglia, segretario generale della Federazione formazione-ricerca della Cgil. Tra le prime reazioni quella dell'Adi, un'associazione professionale di docenti che da tempo si batte per il decentramento dell'Istruzione. "Ora si impongono due esigenze - ha dichiarato Alessandra Cenerini, responsabile dell'associazione -. Da un lato le Regioni dovranno legiferare sugli organici e gestirli al meglio in funzione dei bisogni del territorio, dall'altro gli insegnanti dovranno dotarsi di un quadro nazionale di riferimento attraverso il varo non più procrastinabile di un nuovo stato giuridico". Critico il portavoce dei Cobas Pietro Bernocchi: "Con questa sentenza c'è il rischio di venti scuole regionali. Non ci piace".
G. Ben.


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