Corriere-"Scuola, nessun taglio al tempo pieno"
"Scuola, nessun taglio al tempo pieno" Il sottosegretario Aprea: accordo con Comuni e Regioni. L'orario settimanale resta di 40 ore L'autunno caldo di insegnanti e famiglie, scesi in pia...
"Scuola, nessun taglio al tempo pieno"
Il sottosegretario Aprea: accordo con Comuni e Regioni. L'orario settimanale resta di 40 ore
L'autunno caldo di insegnanti e famiglie, scesi in piazza (l'ultimo appuntamento, il più partecipato, è stato quello bolognese del 29 novembre) in difesa del tempo pieno, sembrerebbe essersi concluso sotto un segno positivo. La notizia arriva dalla Conferenza unificata Stato-Regioni, città e autonomie locali di giovedì scorso, e dovrebbe trovare già oggi conferma nella pubblicazione di un documento a firma del ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia: il ministero ha garantito la gratuità del "tempo scuola", la Conferenza ha dato parere positivo a uno schema cui sono stati apportati significativi emendamenti. Il risultato ottenuto non basta, però, ai sindacati, che annunciano: i problemi rimangono, l'opposizione continua.
TEMPO GRATUITO - L'appuntamento di giovedì ha concluso una serie di tavoli tecnici e politici con il Coordinamento degli assessori regionali e con l'Anci, "gli enti locali - spiega il sottosegretario all'Istruzione Valentina Aprea - più interessati al riordino del primo ciclo". E anche, a quanto pare, tra i più preoccupati, tanto da proporre (e veder recepiti) alcuni importanti emendamenti. Tra questi la garanzia, nel capitolo che riguarda le ore facoltative annue (99 per la primaria e 198 per la secondaria, ma l'Anci ne avrebbe volute 198 in entrambi gli ordini di scuola), della gratuità della frequenza. Garantito anche nelle primarie il totale di 40 ore settimanali (la somma di ore obbligatorie, facoltative e di mensa), pari all'attuale tempo pieno. "Che non era mai stato messo in discussione - precisa la Aprea -. Anzi, la riforma garantisce alle famiglie una scelta rispetto al tempo scuola, con un'autonomia organizzativa nelle attività opzionali". "Ma le 40 ore - obietta Daniela Colturani, segretario generale della Cisl scuola - sono altro rispetto al tempo pieno. L'idea di limitare le materie fondamentali alle 27 ore del mattino, dedicando il pomeriggio a quelle facoltative, snatura un insegnamento che sviluppa il programma in tutto l'arco orario".
INSIEME A MENSA - Un altro punto criticato riguarda il tempo dedicato alla mensa, escluso dall'orario obbligatorio e facoltativo: a rischio, secondo le contestazioni, la presenza dei docenti. "Anche in questo caso - puntualizza la Aprea - non è mai stata esclusa la continuità con quanto avviene oggi, vale a dire il fatto che ci siano anche gli insegnanti durante i pranzi nelle mense. Del resto è stabilito dal contratto. Se abbiamo accettato di renderlo esplicito è perché si era creata ansia tra i genitori". Gli emendamenti proposti prevedono anche un monte ore per i pasti: fino a 330 ore annuali nella primaria (due al giorno, "per gli spostamenti, la pausa dopo il pranzo...") e 231 nella secondaria di primo grado. Si allontana lo spettro dei costi aggiuntivi: "Nei mesi scorsi - spiega la Colturani - ho parlato con molti sindaci, preoccupati perché non sarebbero mai stati in grado di pagare i dipendenti per sostituire i docenti. Sono stati proprio gli enti locali a rendersi conto che il problema è reale e a fare pressioni perché si trovasse una soluzione".
LA CONTESTAZIONE - I costi restano uno degli snodi della contestazione. Il sottosegretario assicura: "L'organico sarà consolidato: potranno addirittura esserci integrazioni, ad esempio per l'insegnamento dell'inglese". E i fondi? "Le risorse per le scuole del primo ciclo sono tante, si tratterà di utilizzarle meglio. Non mancheranno poi progetti nazionali, potenziamenti delle strutture". I sindacati però sono dubbiosi. Drastico Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola: "Gli emendamenti assicurano un orario più lungo, e questo è positivo. Ora però ne va messa in discussione la qualità. Si dice che verrà mantenuto il modello didattico e pedagogico del tempo pieno, ma la proposta del ministero prevede l'abrogazione della norma che lo regolava, con il doppio organico, le compresenze... Il rischio è di iscrivere i propri figli a un doposcuola". C'è poi il problema dei finanziamenti: "E' significativo il fatto che in Conferenza 8 Regioni abbiano votato contro, riconoscendo che il cambiamento è valido, ma non ci sono soldi per attuarlo". "Certo - aggiunge Fedele Ricciato, segretario generale dello Snals - l'emendamento è stato concordato, ma non abbiamo assicurazioni che sia stato percepito. Staremo a vedere. Se non dovesse essere così, torneremo alla lotta".
Gabriela Jacomella
Interni