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Corriere: Scuola, interviene Bossi «Per gli atenei bisogna trovare i soldi»

Il leader della Lega: mi sembra proprio il '68

02/11/2008
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Corriere della sera

ROMA — Alla vigilia di una settimana cruciale per il futuro dell'università italiana, visto che il progetto di riforma è quasi pronto e il ministro Mariastella Gelmini ha già fatto sapere che lo presenterà in Consiglio dei ministri, da Sesto Calende, provincia di Varese, a margine dell'inaugurazione di una sede della Lega Nord, ieri sera ha parlato Umberto Bossi, il ministro delle Riforme: «Bisogna intervenire sulle università — ha detto —. Occorre trovare i finanziamenti adatti perché l'università è una cosa importante ed è inutile far unire anche gli universitari alla protesta della scuola. Non serve proprio».

Insomma, quello di Bossi è sembrato molto più che un suggerimento alla sua giovane collega della Pubblica istruzione. Anzi, quasi un appello. E infatti, a proposito delle proteste studentesche di questi giorni, il leader della Lega, preoccupato, ha aggiunto: «Una volta che si fa partire il '68 poi i ragazzi litigano. A me sembra proprio il '68, stanno succedendo le stesse cose che avvennero allora». Il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, getta acqua sul fuoco: «Più che al ministro Gelmini, la battuta di Bossi mi sembra rivolta a Tremonti. Ma parliamoci chiaro: checché se ne dica, la questione dell'università sta molto a cuore a questo governo. L'università, in fondo, tra i comparti pubblici è quella meno toccata dai tagli. Però se a me, per esempio, venisse chiesto di mettere un cip, di fare un ulteriore sforzo, insomma di rinunciare ancora a qualcosa pur di aumentare le borse di studio a vantaggio dei ragazzi, ecco io direi senz'altro di sì». Il capogruppo dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, condivide: «Quella di Bossi è un'osservazione di buonsenso, nessuna polemica con la Gelmini. Il problema è oggettivo. L'importante sarà evitare l'uso di fondi a scopo clientelare com'è successo in molti casi fino a oggi». E Ignazio La Russa, ministro della Difesa: «Mi fido ciecamente della Gelmini. Questa volta, però, a fianco della buona qualità della riforma, bisognerà preparare anche un'adeguata comunicazione ». L'ex ministro della Pubblica istruzione del Pd, Giuseppe Fioroni, la vede però diversamente: «Ricordatevi — osserva — che fu sempre Bossi all'indomani della manifestazione del Pd al Circo Massimo a dire: "Noi del centrodestra dobbiamo ringraziare la Gelmini se abbiamo perso tutta la scuola..." Comunque, meglio tardi che mai. Eppure ancora non basta. Il governo fermi lo scempio. E si ricordi che l'università non è di destra né di sinistra ma dei nostri figli». L'ex presidente del Senato, Franco Marini, rilancia: «L'invito che faccio al governo è a riaprire il dialogo. Sui problemi della scuola non si va avanti per decreto...». Andrea Ronchi, ministro per le Politiche comunitarie, taglia corto: «Non è nel Dna di questo governo l'idea di indebolire il sapere. Purtroppo bisogna fare i conti con la crisi economica, ma lo sa Tremonti, lo sappiamo tutti, che occorrono più risorse e più spazi per la ricerca in Italia. Questo è un governo riformatore, non conservatore».

Fabrizio Caccia


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