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Corriere: Scuola, il ritorno dell'esame di riparazione

Decreto Fioroni: bocciato a settembre chi non salderà i debiti. E l'Unione si divide

04/10/2007
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Corriere della sera

ROMA — La sorte dei liceali che zoppicano in una o più materie, quelli con i «debiti», si deciderà a settembre. Proprio come una volta con gli esami di riparazione. Un decreto di Giuseppe Fioroni sospende lo scrutinio di quanti hanno una o più insufficienze fino al 31 agosto o ai giorni immediatamente successivi, nei quali avverrà la verifica definitiva. La mossa del ministro divide la maggioranza: «E' un provvedimento positivo — dice Andrea Ranieri, Ds — ma non consiste certo in un ripristino degli esami di riparazione ». «Così si torna al passato, con un'impronta punitiva», controbatte Giovanna Capelli, Prc. Per l'ex ministro Luigi Berlinguer, la politica di Fioroni è giusta, nel senso che i debiti vanno saldati. «Ma la scuola moderna — dice — è quella che controlla l'apprendimento dei ragazzi mese per mese e interviene subito, non quando potrebbe essere già tardi». Contrari gli studenti dell'Uds, favorevoli i genitori del Moige. L'opposizione attacca con Valentina Aprea, FI: «Fioroni scarica le responsabilità e i costi sulle famiglie o delegando a soggetti esterni alla scuola il recupero dei debiti».
Non è esattamente un ritorno al passato, ai rimandati a settembre scomparsi nel 1995 con il ministro D'Onofrio — sarebbe stata necessaria una legge vera e propria — ma qualcosa che gli assomiglia. Il risultato sarà simile: aumenterà un po' la selezione. «Quarantadue studenti su cento— ricorda Fioroni, che rivendica il suo passato da secchione — vengono ammessi con debito alla classe successiva, solo 1 su 4 lo recupera e gli altri vanno avanti comunque. Sarebbe imperdonabile prendere atto di questa situazione e non fare nulla. La scuola rischia di diventare come quelle banche coinvolte nella vicenda dei mutui subprime».
I corsi per saldare i «debiti» scolastici non sono mai stati efficaci. La promozione con un «sei rosso» considerata un fatto acquisito e l'assenza di sanzioni in caso di mancato recupero hanno fatto sì, ricorda Giorgio Rembado, presidente dell'associazione dei presidi, che «non si aveva nessuna certezza circa la possibilità che gli studenti avessero recuperato». Dopo gli scrutini intermedi le scuole cominceranno ad organizzare interventi didattico-educativi di recupero per gli studenti che hanno delle insufficienze. Saranno i consigli di classe a decidere come organizzare i corsi, che potranno svolgersi anche con la collaborazione «di soggetti esterni». I genitori decidono se far partecipare i propri figli ai corsi oppure avvalersi di altre modalità di recupero. Per fare fronte agli ulteriori impegni le scuole disporranno di nuovi fondi. Si comincia con 30 milioni di euro.
Basteranno per convincere i docenti e gli aspiranti prof, i precari, ad impegnarsi anche nei mesi estivi? Enrico Panini, leader della Cgil, teme un appalto dei corsi a «soggetti esterni», sul modello del Cepu. Ci sarà un ritorno generalizzato alle ripetizioni private gestite magari da associazioni di assistenza scolastica? Marco Paolo Nigi, segretario generale dello Snals ritiene sia venuto il momento di introdurre nelle scuole l'istituto dell'«intra moenia» dei docenti.


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