Corriere: Scuola, Fioroni fischiato per i tagli al tempo pieno
La contestazione a Bologna. E sul pagamento dei supplenti: sì, è emergenza
La contestazione a Bologna. E sul pagamento dei supplenti: sì, è emergenza
Il ministro: pochi fondi, dobbiamo aiutare anche chi parte da zero
DAL NOSTRO INVIATO
BOLOGNA — «Tempo pieno, ora e per sempre». Di bimbi in piazza, a manifestare con genitori e maestre, se n'erano già visti. Ma che quattro piccoli alunni varcassero le soglie di Palazzo Re Enzo per presentarsi, seri e compunti, in delegazione davanti al ministro Beppe Fioroni, a ripetere ciò che avevano appena finito di urlare in Piazza Maggiore, questo davvero non era mai capitato.
LA CONTESTAZIONE — A Bologna, ieri, Fioroni c'era arrivato per un convegno su scuola e impresa (presente anche il ministro Bersani), con i capi dipartimento Barbieri e Cosentino e il direttore del personale scolastico Fiori. In mattinata l'incontro con i sindacati, poi quello con il Coordinamento in difesa del tempo pieno e una delegazione di presidi. Intanto, fuori dal Palazzo, la contestazione prende forma: mamme e papà, insegnanti e bambini, si riuniscono in sit-in attorno alla fontana del Nettuno, sollevano cartelli, chiedono la grazia per il tempo pieno, «condannato» dall'ex ministro Moratti. Fioroni infila il portone, qualcuno lo nota, i circa 200 manifestanti si spostano all'unisono. La parola d'ordine cambia, non più «evviva il tempo pieno», ma «fuori, fuori». Si media. Alla fine i cancelli si aprono per lasciar entrare una microdelegazione: docenti, genitori, i piccoli Matilde, Dora, Giacomo ed Elena Sofia, dieci persone in tutto.
I TAGLI — L'incontro dura una ventina di minuti, il ministro spiega le sue ragioni. Il problema è sempre quello: i soldi che mancano, «siamo stati il fanalino di coda dietro Difesa e Protezione civile. L'emergenza per i pagamenti e i debiti delle supplenze è di circa 600 milioni, ereditati dal precedente governo». «Garantiremo lo standard esistente — promette Fioroni —, a Bologna il 60% delle classi ha il tempo pieno mentre in città come Palermo non esiste. Dobbiamo aiutare anche chi parte da zero». Il gruppo se ne va rassicurato, ma la vicenda non si chiude qui. Il pomeriggio si conclude con una nuova assemblea, affollatissima, alle primarie Zamboni, in centro città. Oltre un centinaio di mamme, papà e insegnanti. I sindacati parlano di «incontro deludente», dicendosi pronti a uno sciopero generale regionale. Annunciano un corteo, alle 18 di venerdì prossimo, (sarà il secondo giorno di permanenza a Bologna del presidente Napolitano). E chissà se Giacomo, Matilde, Dora ed Elena Sofia saranno ancora lì, a sorridere di una giornata particolare, e a cantare a squarciagola «evviva il tempo pieno» lasciandosi spruzzare dall'acqua della fontana.