Corriere: Scontro sulle maestre con il lutto in classe
La Cgil: le manifestazioni continueranno. Raccolte diecimila firme contro l'insegnante unico
Proteste in tutta Italia. Il ministro: vergognoso utilizzare i bambini
A Firenze le docenti interamente vestite di nero. Studenti con le orecchie da asino davanti al ministero
ROMA — Insegnanti e genitori con il lutto al braccio, sit-in, girotondi e manifestazioni in tutta Italia. A Roma una scuola elementare, la Iqbal Masiq, è stata persino occupata dalle famiglie.
Così è cominciato, tra le proteste, il primo giorno di scuola per gran parte degli studenti italiani. L'obiettivo è la riforma del ministro Mariastella Gelmini, soprattutto il maestro unico che rischia di «affossare la scuola italiana » e di «farci tornare indietro di trent'anni», come si è sentito dire ieri davanti ai cancelli.
Gli studenti hanno protestato anche fuori dalla sede del ministero a Roma in viale Trastevere, indossando orecchie da asino. A Firenze si è andati oltre il lutto al braccio: alcune maestre hanno accolto i bambini completamente vestite di nero.
«Trovo vergognoso — ha reagito la Gelmini — che si strumentalizzino i bambini per cavalcare proteste che sono solo politiche. Per tutti i bambini il primo giorno di scuola dovrebbe essere una festa, un momento di gioia e di allegria, non certo un'occasione per terrorizzarli». La difende il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi in persona. Lo fa da Bruno Vespa a «Porta a porta» sottolineando che le proteste sono «manifestazioni organizzate da minoranze» e che «il ritorno al maestro unico è una cosa importante, così come lo è la divisa «che toglie di mezzo le disuguaglianze».
Il progetto del ministro continua però a non convincere. Critiche sono venute anche dai piccoli comuni che hanno esposto striscioni con scritto «Scuola chiusa per tagli» riferendosi al suo annuncio di chiudere tutti quegli istituti che hanno un numero inferiore ai 100 alunni. Secondo i comuni e Legambiente, che ha collaborato alla protesta, sommando i dati di tutte le regioni le scuole coinvolte sarebbero il 77 per cento delle materne, il 41 per cento delle elementari, il 31 per cento delle medie e il 24 per cento delle superiori, «quasi la metà del sistema scolastico italiano».
Il ministro insiste: «La scuola non può essere utilizzata come luogo di battaglie politiche. Chi protesta difende una scuola al collasso. Le maestre in lutto sono un fatto grave e di cattivo gusto», e riceve in cambio un nuovo attacco frontale del sindacato, in testa la Cgil, il cui segretario generale per il settore scuola, Enrico Panini annuncia un «autunno molto caldo. Ci saranno tante iniziative per contrastare i piani del ministro Gelmini, che vuole ridurre ai minimi termini la scuola pubblica». I Cobas dal canto loro hanno iniziato una raccolta di firme (siamo già a 10 mila) contro il maestro unico. E se il portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone ha invitato «Veltroni a dissociarsi dalle manifestazioni di protesta che non si sono fatte scrupolo di usare i bambini a scopo di propaganda politica», il ministro ombra per l'Istruzione del Pd, Maria Pia Garavaglia ribatte alla Gelmini che è «vergognoso usare la scuola per una propaganda decisionista e per fare una politica di tagli. È ora di smetterla con gli slogan e parlare del merito». Anche Massimo D'Alema ha detto di condividere le preoccupazioni dei genitori mentre Maurizio Gasparri ha incitato il ministro ad andare avanti.
E infatti accuse e controaccuse non hanno fermato la Gelmini, che ieri ha annunciato entro il 2009 la riforma delle superiori («riprenderemo il sistema dei licei previsto dalla Moratti») e la cosiddetta «spesa standard », minimo indispensabile «per far andare a scuola uno studente, non un euro in meno, non uno in più».
M. Io.