Corriere: Scontro sulla classe di soli bimbi immigrati
Il direttore lombardo: non è integrazione. Ma la Lega difende la preside: scuola modello, intervenga la Gelmini
L'assessore Moioli: «Tra i banchi si impara a vivere insieme, tutte le realtà devono essere equamente presenti»
Fastidio, «perché una classe di soli stranieri è tutto il contrario della nostra idea di integrazione ». Preoccupazione, «per un precedente che può rivelarsi molto pericoloso». Confronto, «ci stiamo impegnando per risolvere il problema». Il direttore scolastico regionale, Annamaria Dominici, il provveditore, Antonio Lupacchino, l'assessore all'Educazione, Mariolina Moioli. Insieme per «salvare» la scuola di via Paravia, dove i bimbi italiani non si iscrivono più e in prima elementare, a settembre, ci saranno «solo» 15 extracomunitari. Linea dura: «Manderemo un'ispezione per vedere se le cose si potevano gestire diversamente». E un sostegno inaspettato: «Quel plesso — dice il leghista Matteo Salvini — è un modello, deve rimanere così com'è».
Contrari e favorevoli. I vertici della scuola lombarda, sostenitori del «la preside doveva fare qualcosa» e i docenti di frontiera convinti che «non si decidono i propri iscritti, non possiamo mandare via gli stranieri e rastrellare gli italiani». Un nodo difficile da risolvere. Ma Annamaria Dominici non ci sta: «Noi abbiamo avviato un importante progetto di integrazione con Ismu e Comune per evitare scompensi nella formazione delle classi». Stoccata alla dirigente di via Paravia: «Non condivido questa scelta di non mettersi in rete con le altre scuole come invece prevede il nostro piano». Da via Ripamonti sta per partire un'ispezione sulla vicenda: «Andremo a fondo, noi siamo per un'equa distribuzione degli immigrati e per la collaborazione con gli enti locali».
Evitare le classi ghetto, ecco l'obiettivo. Con il progetto
Start (255 corsi di alfabetizzazione) e con quattro scuole polo incaricate di orientare le famiglie straniere nella scelta dell'istituto. «Tra i banchi si impara a vivere insieme — dice Mariolina Moioli — , tutte le realtà devono essere equamente presenti ». Anche al provveditore Lupacchino la faccenda «non piace»: «Stiamo valutando una possibile soluzione». E c'è un altro spettro che incombe sulla scuola più straniera di Milano: «È nell'elenco dei plessi sottodimensionati, l'anno prossimo potrebbe rischiare di essere accorpata a un'altra direzione».
Destino difficile, quello di via Paravia. Ma — incredibile — una difesa all'istituto (e alla preside Agnese Banfi, che si difende con coraggio dall'accusa di isolare gli italiani in via Monte Baldo e gli stranieri in Paravia evidenziando la distanza tra i due plessi e la presenza di un 74 per cento di extracomunitari nel quartiere) arriva dal leghista Matteo Salvini: «Giù le mani da quella elementare "ponte". Teniamola aperta così com'è: ha ottimi insegnanti e bellissimi progetti. Ma che resti un unicum: sono convinto che in Italia le classi non debbano superare il 20 per cento di immigrati. Sul tema presenterò un'interrogazione parlamentare a Roma (oggi, ndr). Al ministro Mariastella Gelmini chiederò di lasciare quella scuola così com'è». Una voce isolata. Cui si aggiunge quella dei genitori di via Paravia. Italiani e stranieri: «Non chiudeteci». Annachiara Sacchi |