Corriere: «Sciopero Cgil, un successo» Epifani attacca il governo
Il sindacato: ha partecipato un milione e mezzo di lavoratori
L'esecutivo e Confindustria contestano i dati: poche adesioni |
Il segretario: il peggio deve ancora venire ma hanno il braccino corto. La Cisl: tanto rumore per nulla, bilancio modesto
DAL NOSTRO INVIATO
BOLOGNA — Sindacalmente solo e meteorologicamente bagnato, Guglielmo Epifani parla per mezz'ora alle decine di migliaia di ombrelli rossi che ondeggiano in piazza Maggiore, strapazzati da vento e pioggia.
«Duecentomila persone» secondo le fonti della Cgil. Abbastanza per scaldare il cuore del segretario, che disegna un futuro a tinte fosche per l'azienda Italia («Il peggio deve ancora venire »), boccia il piano anti-crisi del governo («Manca un progetto, non fanno nulla, hanno il braccino corto»), strattona Confindustria («Anche agli imprenditori interessa un'azione che aiuti gli investimenti»), facendo carta straccia delle promesse berlusconiane («Non si comporta così un buon padre di famiglia»).
Bologna risponde con treni speciali, 600 pullman da tutta la regione e una folla di pensionati, precari, giovani e cassintegrati allo sciopero solitario della Cgil. Ma Epifani, consapevole di dover fronteggiare anche l'inevitabile guerra di cifre sull'adesione alla mobilitazione, mette le mani avanti prima di infilarsi nell'ufficio di Sergio Cofferati, suo predecessore, ora sindaco sotto le Due Torri, vicino «con il cuore» alla crociata del sindacato rosso. «Avete visto che piazza straordinaria? — dice il segretario —. Le ragioni dello sciopero sono sacrosante, come conferma anche il dietrofront della Gelmini sulla scuola. Mi dispiace solo che Cisl e Uil non siano qui». Numeri grassi, a sentire la Cgil: «Le adesioni hanno superato il milione e mezzo, in molti casi sono state più del doppio rispetto al numero degli iscritti: 80 mila a Milano, 50 mila a Roma, 100 mila in Toscana, più del 55% dei dipendenti alla Fiat Mirafiori».
Lettura opposta dalle parti del centrodestra. Berlusconi, da Bruxelles, stronca alla radice lo sciopero: «È il contrario di quello che si doveva fare». I ministri Sacconi e Meloni parlano di «rito inutile». E il senatore Mario Ferrara, bollata la manifestazione come «un flop», arriva a chiedere le dimissioni di Epifani. Dai ministeri del Lavoro e della Scuola vengono puntigliosamente diramati comunicati zeppi di percentuali, che registrano un'affluenza «del 7% nel pubblico impiego» e «dell' 8% tra i docenti». Pure la Cisl prende le distanze: «Tanto rumore per nulla: il bilancio dello sciopero è modesto e a macchia di leopardo». E la Confindustria parla di «adesione contenuta». Animi sospesi nel Pd, dove ci si è mossi in ordine sparso.
Pierluigi Bersani e Anna Finocchiaro sono stati segnalati in piazza (il primo a Bologna, la seconda a Roma), mentre Veltroni, da Parigi, ha fatto proprie le ragioni della mobilitazione, rilanciando però la necessità «dell'unità sindacale». La protesta della Cgil si è saldata, a tratti, con quella studentesca contro la riforma Gelmini. A Roma e a Bologna ci sono stati attimi di elettricità tra giovani e forze dell'ordine: lanci di uova e cori in ricordo del giovane ucciso in Grecia. A Torino, bruciati pneumatici di fronte alla sede degli Industriali, al grido: «Questa è la puzza della crisi». |