Corriere-Roma-Tutti tutor gli insegnanti della Falcone
Tutti tutor gli insegnanti della Falcone La provocazione del direttore dell'elementare di Casal de' Pazzi: "Così applico la Riforma" Ad una delle pareti della sua stanza, Pasquale Molit...
Tutti tutor gli insegnanti della Falcone
La provocazione del direttore dell'elementare di Casal de' Pazzi: "Così applico la Riforma"
Ad una delle pareti della sua stanza, Pasquale Moliterni, il direttore della scuola, ha appeso il tricolore. Non uno qualunque, tuttavia: "Questo viene dall'Associazione nazionale reduci e combattenti: ce l'hanno regalato loro stessi", spiega. Scuola elementare Giovanni Falcone, tra la Nomentana e Casal de' Pazzi. Settantatreesimo circolo didattico di Roma: 750 bambini. E 78 docenti. Ciascuno dei quali è appena stato nominato tutor, con una mossa che se non venisse da un antico servitore dell'istruzione pubblica, con 32 anni di servizio (di cui gli ultimi 18 da dirigente), potrebbe sembrare una provocazione indirizzata a Letizia Moratti. L'uomo che ha promosso sul campo a rango di tutor l'intero corpo insegnante dice di averlo fatto per una sola ragione: "È l'unico modo di applicare la riforma". Non si tratta di un'interpretazione garibaldina del decreto ministeriale, assicura Moliterni. "Speriamo che non mi licenzino per questo", scherza. Non intende provocare una guerra, semmai scongiurarla. "Molte scuole sono in difficoltà o in conflitto con il ministero proprio per la questione del tutor. Non è un passaggio facile", dice. Ci vuole pazienza, magari un po' di fantasia. Sulla parete accanto, c'è un'altra bandiera tricolore, ma di una stoffa inconsueta, con tonalità diverse. "Questa è stata fatta dai bambini di una scuola brasiliana: un regalo per i loro compagni di scuola italiani". L'applicazione "Moliterni" della norma scaturisce da un'attenta lettura del testo della legge (e della definizione di tutor) unita alla pratica che deriva dall'esperienza. "La riforma prescrive 18 ore da destinare al lavoro di tutor, che viene definito come figura di supporto all'orientamento dei ragazzi, di cura delle relazioni con la famiglia, di redazione del profilo di carriera dello studente e altro", ricorda Moliterni. Un insegnante lavora 24 ore a settimana, si è detto. E allora (primo problema) dove le trova le 18 ore senza togliere tempo ai ragazzi? "Ma soprattutto: nominare un tutor significa introdurre una forma di gerarchia tra gli insegnanti che avrebbe riflessi su ciò che insegnano. A quel punto i ragazzi non sarebbero legittimati a trascurare le materie ritenute minori?"
Alla Falcone invece gli insegnanti sono tutti uguali. Tutor e docenti: "In questo modo viene salvaguardata la funzione del tutoraggio stesso: tutti gli insegnanti lavorano alla costruzione dei piani di studio personalizzati, predispongono indicatori di valutazione per le classi, si occupano delle relazioni coi bambini e i genitori. Di accoglierli, di rendersi disponibili a trattare i problemi, di orientarli", dice il diretore. Ma il tutoraggio così concepito non rischia di ridimensionare le responsabilità che la riforma assegna? "La responsabilità è qualcosa che si costruisce con pazienza, nel tempo, quella dei ragazzi e degli insegnanti. E una volta fatto questo, bisogna stare attenti a non buttare tutto dalla finestra".
Ilaria Sacchettoni
Cronaca di Roma