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Corriere-Roma-LE FALSE PARTENZE

In aula tra problemi irrisolti LE FALSE PARTENZE di ERALDO AFFINATI A due mesi dall'inizio dell'anno scolastico in molti istituti romani e della provincia non sono ancora stati nominati...

09/11/2004
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Corriere della sera

In aula tra problemi irrisolti
LE FALSE PARTENZE

di ERALDO AFFINATI

A due mesi dall'inizio dell'anno scolastico in molti istituti romani e della provincia non sono ancora stati nominati tutti i docenti: colpisce il dato specifico della nostra città dove tremila cattedre, di cui mille nelle elementari, risultano scoperte. La notizia, ancorché clamorosa, purtroppo non è nuova, visto che la deplorevole situazione degli organici ridotti, per una ragione o per l'altra, si ripete ogni autunno con disfunzioni amministrative più o meno gravi. Stavolta il ritardo rischia di protrarsi addirittura fin quasi in prossimità delle vacanze natalizie. Il che dovrebbe indurci a riflettere sullo stato pietoso in cui versa l'istruzione pubblica. Limitiamoci a segnalare le pesanti conseguenze che hanno sul sistema didattico queste puntuali partenze sfalsate. Innanzitutto non possono entrare in vigore gli orari definitivi: restando quelli provvisori, la programmazione di tutte le materie ne risulta alterata, dal momento che gli stessi professori già in cattedra si vedono costretti a improvvisare, ad esempio nell'utilizzazione dei laboratori linguistici, oppure se vogliono pianificare attività collettive. I consigli di classe, finché rimangono incompleti, non sono in grado di operare in modo effettivo e, se vengono ugualmente convocati, rivestono una funzione solo formale.
La medesima osservazione va fatta per quanto riguarda i collegi docenti. Le classi iniziali, cioè le prime elementari, medie e superiori, si trovano di fatto senza guida, proprio nel momento in cui ne avrebbero maggiore bisogno, visto che i docenti tappabuchi non possono avviare i programmi, né praticare nella maniera migliore la tanto decantata accoglienza nei confronti dei nuovi iscritti. Il caos organizzativo, anche se sapientemente mascherato dai dirigenti scolastici, i quali cercano d'arrangiarsi con le risorse disponibili, s'incide per sempre nella percezione dei ragazzi che, nei mesi di ottobre e novembre, per riempire le ore vuote giocano a carte e a dadi sui banchi dove dovrebbero studiare. Non c'è spettacolo più triste del supplente costretto a stare in aula come un domatore di circo nella gabbia delle bestie feroci. In tali condizioni i delicati processi di apprendimento, legati alla scansione dei tempi, alla concentrazione, vanno a farsi benedire. Giustamente i genitori protestano: dovrebbero farlo ancora di più. A tutt'oggi molti bambini non hanno conosciuto il loro maestro. Settimane sprecate. Entusiasmi delusi. Passioni recise. Poi ci lamentiamo della dispersione. I primi ad abbandonare, già all'interno delle mura scolastiche, sono i più fragili. Molti studenti "diversamente abili", senza insegnante di sostegno, si allontanano dall'aula. Il docente non può rincorrerli perché deve restare insieme agli altri alunni. Questi giovani vengono lasciati da soli nei corridoi degli istituti a vagare fra i bagni e il cortile. Non è un film. E neppure un romanzo. Accade tutti i giorni a Roma, capitale d'Italia nella nuova Europa. Non ce lo possiamo permettere.


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